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Scalone, scalini, ascensori o scivoli? Ma i soldi sono i nostri, né dei partiti né dei sindacati!


Di Giovanni Gelmini

Da mesi siamo sottoposti ad una assurda pressione per gestire i nostri soldi. Dico: i nostri! La destra, il centro, la sinistra, l’estrema sinistra (n.d.r. L’estrema destra non si sente mai, perché?), i sindacati con posizioni che sono più centriste dei partiti, tutti sono in campo per gestire a modo loro i nostri soldi!

Il fatto che, chi non sia più in grado di produrre un reddito per vecchiaia o per invalidità, abbia un reddito tale da garantire le sue esigenze di vita, ovviamente nei limiti del ragionevole, è un punto irrinunciabile di civiltà e questo deve essere garantito a tutti i cittadini italiani, non c’è ombra di dubbio.

Parlo di coprire le esigenze di vita, quindi un affitto per un locale decente e di dimensioni adeguate al nucleo familiare, vitto e abbigliamento ragionevole e anche quel tanto di attività di svago necessario, libri, qualche spettacolo e perché no qualche viaggio, il tutto sempre ovviamente secondo ragionevolezza.
Questo e solo questo dovrebbe garantire la “pensione obbligatoria”. E questo dovrebbe essere onere dello stato, cioè fiscalizzato con versamenti eguali per tutti quelli che superano i redditi minimi, una gradualità tra i redditi minimi e quelli medi e con un recupero obbligatorio per gli anni non versati quando si superano i redditi medi.
In pratica intendo una pensione “base” identica per tutti, con integrazioni solo per le maggior necessità di cura, per tutti gli invalidi, gli anziani senza lavoro ed i vecchi.

Diciamo per esempio che oggi la pensione “obbligatoria” di base potrebbe essere 1.000 euro. Su questa cifra si paga come tassa, per intenderci con F24 o con le ritenute sullo stipendio, la quota di competenza. Meccanismo facile e semplice che dà la certezza del diritto alla pensione e allo Stato quella di non avere cittadini indigenti non in grado di mantenersi, quando non vi sono più le possibilità di produrre reddito.

Tutto il resto non dovrebbe essere sancito dalla legge, ma eventualmente solo incentivato tramite sconti fiscali.

Come si fa a proporre ad un giovane ai primi anni di lavoro un fondo di accantonamento per la pensione, come quelli che hanno proposto sul TFR, quando il suo stipendio lascia pochi margini e il suo problema attuale, magari, è quello di rendersi indipendente dalla famiglia madre? Il suo problema è eventualmente accantonare per fasi una propria casa e magari una nuova famiglia, non avere qualche lira di pensione in più tra secoli. E non dimentichiamo che anche per chi arriva all’età della pensione avere una casa propria su cui non pagare un affitto dà una sicurezza. Con 1000 € al mese senza affitti da pagare si sopravvive in due, con 2000€ ed una affitto si è al limite della povertà.

Questa dovrebbe essere la riforma delle pensioni: privatizzare l’eccesso e garantire il minimo e stranamente questa è molto vicina all’impostazione legislativa iniziale della Previdenza Sociale.

Evidentemente troppi interessi spingono per accaparrarsi i soldi dei lavoratori. L’estrema sinistra è in gabbia da decenni di propaganda sbagliata da cui non sa staccarsi avendo perso la stampella ideologica della lotta di classe, questo è un fatto inequivocabile ed è dimostrato anche dal fatto che i sindacati, che non sono certo dei santi votati al bene altrui, sentono la pressione della base e dicono che l’accordo firmato va bene e non si deve toccare, mente Rifondazione Comunista fa fuoco e fiamme.

Il sindacato ha sbagliato? E meno male! Perché se lasciavamo la trattativa sulle pensioni in mano ai partiti, se non ci fossimo stati noi a discutere con Prodi, con le nostre posizioni responsabili e moderate, altro che accordo. Io ho insistito molto perché si facesse, proprio per evitare che l’argomento delle pensioni tornasse in pasto alla politica.”
Qualcuno avrà da dire che Bonanni è di “destra”, ma anche Epifani della CGL ha affermato: “Avrei preferito una revisione più allungata e comprensiva dello scalone, ma ci siamo trovati di fronte un muro di difficoltà finanziarie. Alla fine si è trattato di un lavoro proficuo, di cui non nascondo questo limite, ma di cui è giusto apprezzare gli aspetti positivi.” E nei giorni precedenti aveva invitato Rifondazione Comunista a desistere da posizioni eccessivamente rigide.

Il vero problema resta. Perché deve essere “obbligatoria” una pensione elevata? Perché abbiamo tante casse pensionistiche obbligatorie con regole diverse?

È assolutamente necessario smantellare una Stato esoso ed opprimente su questo tema riportando il tutto all’interno della fiscalità, quindi non più INPS di Stato, ma Guardia di Finanza, dato che per mia esperienza l’efficienza di questo corpo è migliore di quella del carrozzone fumoso della previdenza sociale; poi uno basta e avanza.

Argomenti:   #attualità ,        #bonanni ,        #fondi ,        #legge ,        #pensioni ,        #rifondazione comunista



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