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Ragazzi bulli? No! Veri baby boss


Di Natascia Zanon

All’ombra delle luci sfavillanti di Londra si sta consumando una lotta tragica tra ragazzi.
Finora si erano diffuse soltanto notizie che riguardavano l’aumento all’interno delle scuole inglesi del bullismo. Ma questo non aveva in sé nulla di così sconvolgente, se non il rafforzare un allarme già riscontrato in tutti i paesi occidentali. Ciò che è invece emerso dalle cronaca ‘nera’ inglese in questi giorni ha qualcosa di “morbosamente agghiacciante”: la morte di un giovane di undici anni per mano di alcuni ragazzi quasi suoi coetanei, anche due ragazzine nel branco.

Il fatto si è svolto attorno alle 19,30 del 22 Agosto, davanti ad un pub, il “Fir Tree”, nei pressi di Liverpool. La vittima Rhys Jones stava giocando con alcuni amici a pallone, quando un ragazzo incappucciato in sella ad una bicicletta gli ha sparato tre colpi di pistola: uno fatale al collo.
Il dramma potrebbe far pensare a una prima osservazione a un “gesto folle” di qualche ragazzino che, come molti casi in America, ha avuto accesso facile nel procurarsi un’arma. No, questo è un omicidio in piena regola.

La morte di questo di questo ragazzo “puro gallese” ha scosso l’opinione pubblica ma questa è soltanto la punta di un freddo iceberg.
Per capire bene le cause dobbiamo guardare alla situazione che sta vivendo la periferia londinese, ben lontana dalla fashion e dal ‘bon-ton british’ del centro di Londra. Il degrado, la povertà che fa da fattore collante un po’ in tutte le periferie delle grandi metropoli c’è anche qui. La periferia abitata per lo più da immigrati, in particolare la zona cosiddetta del Mersyside intorno a Liverpool, Manchester e nel nord verso Newcastle. Qui troviamo immigrati provenienti dalle isole britanniche, per la maggior parte lavoratori irlandesi provenienti da quel ramo dell’industria della pesca che ha risentito della crisi post-industriale, ma anche una buona concentrazione di popolazione caraibiche, mentre verso le zone di Bradford troviamo asiatici musulmani che hanno subito il tracollo post-industriale dell’industria tessile.
Queste aree di periferia sono abbandonate a se stesse, non hanno ancora trovato un equilibrio dopo la crisi industriale e le persone che vi vivono, di etnie diverse, sono chiuse nel loro ambiente e faticano ad inserirsi interamente nel tessuto sociale inglese.

Le famiglie vivono di stenti; genitori che lavorano tutto il giornio e ragazzini lasciati soli a badare a se stessi. In questo ambito sociale i ragazzi crescono come in tutte le periferie più velocemente, cercano di fare qualche soldo, manipolati da adulti, che li fanno spacciare, rubare.

Sembra la grottesca visione di tante periferie, ma qui stiamo parlando della Londra ‘cosmopolita’ ed è infatti talmente “cosmopolita” che i giovani non vi si identificano, hanno una crisi di cultura e di identità a causa della grande eterogeneità delle persone che li circondano. Invece dell’incontro con coetanei diversi si ricerca lo scontro.
Nascono così le baby gang composte da ragazzini che coprono una fascia di età dai 12 ai 18 anni. Sono molto spesso della stessa etnia e si danno le loro regole. I ragazzi sono ben forniti di armi e pistole, pronti ad ogni gesto criminale pur di difendere la propria “fetta di territorio”.
Spacciatori, criminali che vanno in giro in bicicletta e sotto la ‘t-shirt’ hanno la pistola con pallottole vere in canna.

Ragazzi che giocano a fare gli ‘adulti duri’ e sono solo adolescenti. Il movente non è stato ancora chiarito, forse si è rifiutato di consegnare i soldi che aveva in tasca, oppure ha fatto un gesto, una parola che può aver irritato qualche componente di queste baby gang.
Ed ecco cosi che viene punito, come in uno dei tanti giochi della playstation: punto l’arma e lo uccido. La facilità del gesto. La freddezza di chi ha commesso l’omicidio di un ragazzino: un suo coetaneo in bicicletta.

Ma questi omicidi tra minorenni nel sobborghi londinesi si verificano da un bel po’, basti pensare che solo dall’inizio del 2007 le baby vittime sono già arrivate ad essere sedici. Perché la notizia delle altri morti non ha avuto la stessa eco? Forse perché erano ragazzi di colore o asiatici, minoranze tra le minoranze? Invece questa volta è toccato ad un bianco.

Sta di fatto che in una società cosmopolita e sviluppata come la nostra, nella periferia inglese come di tante altre in tutto l’Occidente, il “vero lusso” è avere un’infanzia ed un’adolescenza come tutti, con le normali problematiche di quella età.

Argomenti:   #adolescenza ,        #bulli ,        #criminalità ,        #scuola ,        #uk



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