Così dice Silvio Berlusconi: “Riusciremo presto a dare all’Italia un governo in cui non ci sia nulla di antisistema, di antagonista, come avviene nel governo della sinistra, ma che sia un governo pienamente democratico, pienamente volto allo sviluppo, europeo e occidentale. Credo che questo sia qualcosa di ineludibile che avverrà sicuramente e proprio in vista di questa nuova assunzione di responsabilità. Dobbiamo restare uniti e lavorare tutti insieme per prepararci a governare nuovamente l’Italia nella libertà e nella democrazia”.
Se al posto di “Italia” in questo frammento di discorso avessimo trovato scritto “Russia” certamente avremmo potuto attribuire queste parole ad un politico anti-comunista vissuto nel periodo di Stalin. Ma non è Stalin il leader della sinistra antiliberale ed antidemocratica evocata da questo splendido oratore, è Prodi. Il Governo pienamente democratico e volto allo sviluppo con cotanto ardore ricordato e nuovamente auspicato, non è quello del mitico ateniese Pericle ma quello del milanese Silvio Berlusconi.
Facciamo un passetto indietro e reinseriamo nel suo locus amoenus questo brano di alta letteratura, simbolo di una retorica tanto sapiente da poter far invidia allo stesso Cicerone.
Niente palco per il mitico oratore, i tempi si evolvono, adesso è sufficiente un semplice collegamento telefonico. Niente olimpiadi né comizi in piazza per invocare libertà ed unione, basta intervenire alla conclusione delle “Giornate dell’amicizia” a Saint Vincent e rivolgersi a chi di “unione”, “tolleranza” e “responsabilità” potrebbe essere un maestro: Gianfranco Rotondi, segretario della Dc per le autonomie.
“Non accetteremo nessun governo di transizione, chiederemo, se necessario anche scendendo in piazza, il ritorno immediatamente alle urne per ridare un governo democratico, leale, coeso”.
Berlusconi, il nostro mitico oratore, non è solo quello che sembra: lui è anche un fantastico chiaroveggente, e questo lo differenzia da Pericle che invece doveva necessariamente recarsi dall’Oracolo di Delfi.
Dopo il Congresso del Partito Democratico che si terrà il 14 ottobre, prevede l’oracolo, la Cdl dovrà “riprendersi carico” della responsabilità di governare il Paese: “Anche con ciò che accadrà il 14 ottobre ci sarà una defaillance della maggioranza in Senato... molti di coloro che sono stati eletti con il simbolo della Margherita si sentiranno liberi... Credo quindi che ci sarà la possibilità di vedere molti che hanno militato in questi anni nella Margherita che guarderanno a te e alla vostra formazione politica con grande interesse. Voi potete offrire loro una casa rispettosa per le loro radici. Quindi credo che ci saranno delle novità positive per noi.” Così parla l’oracolo rivolgendosi al suo fedele interlocutore Rotondi. Insomma, presto vi sarà un ritorno della “responsabile” Dc.
Sono solo panzane per il leader dei Dl Francesco Rutelli: “Berlusconi fece nascere il suo governo con una campagna acquisti nel centro sinistra. Ma questa volta non accadrà.” Ma perché dovremmo credere a lui anziché a Silvio? Lui non è mica un oracolo!
In ogni caso credo sia giusto dare a Cesare quel che è di Cesare e rinfrescare un po’ la memoria sull’unico vero “governo democratico, leale, coeso” della nostra storia: l’ultimo Governo Berlusconi della XIV Legislatura.
Ripercorriamo dunque innanzi tutto alcune tappe del Governo Berlusconi II, il più longevo della storia della Repubblica Italiana e dopo l’unità d’Italia secondo soltanto a quello di Mussolini, durato dall'11 giugno 2001 al 23 aprile 2005 (n.d.r. solo con una ripresentazione alle camere dopo poco dall’inizio) :
- È stata fatta una riforma fiscale incompleta rispetto a quanto detto nel “Contratto con gli Italiani” (Responsabilità...) e la giustificazione del Governo fu che la causa erano alcune resistenze interne alla coalizione (Unione...).
- Silvio Berlusconi, capo del Governo, è stato ministro degli affari esteri dal 06/01/02 al 14/11/02. (Nulla di antisistema...).
- Si è dato appoggio agli Stati Uniti d'America nella decisione della guerra in Iraq del 2003 (Libertà...).
- Si sono varate leggi più restrittive in merito all’immigrazione illegale (legge Bossi-Fini) (ancora Libertà...).
- Il 18 aprile 2002 è stato emanato il celeberrimo “diktat bulgaro” così sintetizzabile: “L'uso che Biagi, Santoro... come si chiama quell'altro... Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un dovere della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga” (ed eccoci ancora con la Libertà).
Questo Governo fondato sull’Unione e l’attaccamento reciproco (per non parlare dell’ attaccamento a poltrone, ruoli nella ex-fininvest&Co. e denaro) è crollato per poi risorgere nel Berlusconi-bis a seguito della crisi politica seguita alla recente sconfitta alle elezioni regionali. Dal 23 aprile 2005 fino al 17 maggio 2006 la Cdl al Governo ha fatto tanto per questo Paese:
- Domenico Siniscalco dopo aver rassegnato le dimissioni a causa delle polemiche sull'approvazione della manovra finanziaria 2006 fu prontamente sostituito dal grande economista Giulio Tremonti (Unità...).
- Il 18 febbraio 2006 si dimise il Ministro per le Riforme Roberto Calderoli, all'indomani dell'assalto al consolato italiano di Bengasi seguito all’intervista televisiva in cui il divertente ministro aveva sfoggiato una maglietta con una vignetta su Maometto che tutti ricordiamo per la sua grande profondità. (Responsabilità...).
- Il 10 marzo 2006 si dimise il Ministro della Salute Francesco Storace a causa di polemiche tendenziose su presunte attività illecite di intercettazioni contro avversari politici durante la campagna elettorale quando era candidato alla presidenza della Regione Lazio nel 2005 (Correttezza...).
In questo quadro ho lasciato fuori altri importanti cambiamenti in senso democratico, liberale e non anti-sistema: dalla legge elettorale alla riforma del sistema radiotelevisivo, dalla riforma della scuola alla riforma del risparmio e della Banca d'Italia, dalla Riforma dell'ordinamento giudiziario alla Riforma del mercato del lavoro, per non parlare di pensioni, grandi opere, conflitto di interessi e riforma costituzionale fallita.
Molto altro ci sarebbe da dire su quel Governo. Tolleranza e responsabilità sono da aspettarsi da un Governo tanto moderato da allearsi con un uomo come Bossi, che, come abbiamo ben potuto appurare in questi giorni, forte del suo ictus, si sente di poter esprimere tutto il suo amore per l’unità di Italia e per la nostra Costituzione.
La Lega voleva cambiare la Costituzione per avere il tanto desiderato
“federalismo” e così il leader della Casa della Libertà vi ha aggiunto anche il “premierato”, cioè ha voluto rinverdire quelle che erano state le modifiche
che il grande Benito aveva a suo tempo fatto allo Statuto Albertino: la
figura del capo del Governo, gerarchicamente superiore ai ministri e che
sceglie gli stessi proponendoli al re-travicello, la fine della
responsabilità politica del Governo nei confronti del Parlamento e la
possibilità per il Governo stesso di emanare decreti leggi che, anche quando
non convertiti, sarebbero rimasti in vigore due anni.
Il nostro adorato Silvio aveva fatto approvare dal parlamento una riforma costituzionale poco dissimile da queste modifiche dello statuto Albertino, ma l'Italia non ha mangiato la foglia e l'ha sonoramente bocciata al referendum rovinando così quella parte di riforma costituzione sul regionalismo (spacciato da "federalismo") a cui la Lega aveva duramente lavorato, forse l'unica cosa del suo programma che aveva cercato di realizzare concretamente, sparì.
Molto altro ci sarebbe da dire su quel Governo e, se le cose andranno come prevede l’oracolo, molto altro ancora ci sarà da dire dopo il 14 ottobre: Italiani, siete pronti ad un nuovo Contratto?
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