REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno III n° 10 OTTOBRE 2007 TERZA PAGINA


Amanti
Di Adriana Di Mauro


Uno sguardo gettato tra i tavoli di un caffè affollato di volti, tra aromi speziati e voci sommesse, odore di fumo e luci soffuse.
“Ho voglia di te”... sussurrato a fior di labbra in un orecchio, come un soffio, chiave di un mondo di immagini e sensazioni, brividi e desiderio tremante.
Erano usciti nella pioggia e avevano raggiunto l'appartamento, due ombre riflesse in una pozza che si tenevano per mano. Due corpi. Due anime. Due cuori.
La seta della camicia bianca aderiva al seno, lasciandone intravedere forma e segreti, come un velo di sposa su un volto vergine che arrossiva al pensiero d'amore.
Lui accompagnava il tessuto che svelava la pelle percorsa da brividi a mano aperta, per infondere calore e ricevere il piacere del tatto.
I lunghi capelli come macchie d'inchiostro sul lenzuolo bianco, il viso offerto alla bocca curiosa del sapore nuovo della sua saliva, alla sensazione del caldo della sua lingua che voleva conoscere nuovi luoghi in cui affondare...

Le braccia di lei distese, le mani aggrappate al ferro, dita intrecciate come corde strette.
Le gambe aperte per accoglierlo in un momentaneo rifugio, sesso offerto e carnoso come i petali di un fiore vermiglio bagnato di rugiada.
Risalivano lentamente le punte delle dita lungo le gambe, fino a fermarsi lì dove sembrava essere racchiuso il centro del mondo...

Lentamente, entrò, studiando il suo viso. L'intrusione, gentile, le rubò un'ombra di sorpresa negli occhi, che si chiusero in una tacita conferma di piacere, un assenso bagnato d'amore.

Si muoveva, indovinando il suo tempo con la stupefacente sensazione di conoscere tutto ancor prima di provarlo... era come se lei fosse l'involucro perfetto creato per racchiuderlo fuori dal freddo che aveva pervaso la sua vita.
Una lacrima scese sulla guancia liscia, sfiorò il bordo della bocca, si confuse sul mento tra le perle di sudore.

Distesi sul letto, l'uno di fianco all'altro, presero sonno, mentre la pioggia insisteva sui vetri.

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