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Anno III n° 10 OTTOBRE 2007 PRIMA PAGINA |
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Lo sbuffo
Fioroni non demordere
Le proteste di piazza di studenti ed insegnati sono pretestuose
Di Giovanni Gelmini
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La situazione dei giovani è difficile. Vivono gli anni dell’infanzia e della giovinezza imparando che a loro tutto è permesso e tutto è dovuto, e poi, quando arrivano all’età di doversi mantenere il sogno svanisce, lavorare sì, ma per pochi soldi, lavoro precario per anni, quando c’è.
Quante volte l’ho scritto? La prima colpa è dalla famiglia, troppo piena di “complessi di inferiorità”, i genitori hanno paura di non essere all’altezza e così permettono tutto ai loro figli pensando così di renderli felici. Quando poi i loro figli vanno a scuola trovano quasi un riscontro alla loro impunibilità, complici genitori ed insegnanti. Non studiano, poveretti, chissà perché? Quale è il loro problema? Giusto cercare di capire le cause dei problemi, ma è anche giusto non dimenticare che per essere promossi si devono raggiungere le conoscenze e le “abilità” minime necessarie. Invece no, oggi col sistema dei crediti si può andare avanti senza avere imparato nulla fino all’università. In una classe intera di una prima di scuola superiore, nella avanzatissima Lombardia, si scopre che non sa cosa siano i decimali in un numero. Ma come hanno fatto ad arrivare lì? E se proseguono così questi magari andranno all’università a fare Ingegneria. Nessuno li può fermare! Si, Fioroni li può fermare! Fioroni nella sua riforma della scuola ha giustamente reintrodotto gli esami di settembre e li ha reintrodotti nel modo giusto: corso di recupero e nuovo scrutinio finale, se i debiti sono stati recuperati si prosegue altrimenti stop. “Ma come - dicono i ragazzi – ma allora ci obbligate a studiare?” Già perché nella scuola oggi studiare è un optional, lo fanno solo gli stupidi, quegli stupidi che poi troveranno un lavoro e non saranno più mantenuti dalla famiglia. La protesta in piazza ha mostrato il vero senso dell’opposizione a questo provvedimento. Gli studenti è ovvio che siano danneggiati e protestino, abbiamo sentito tutti cosa hanno detto: “Ma come, dobbiamo perdere le vacanze?”, “Non è giusto essere bocciati per una sola materia!”. Giusta preoccupazione per chi è abituato a fregarsene della scuola! E gli insegnanti? Anche la loro posizione è molto chiara: non vogliono perdere, quel mese in più di vacanza, anche se non è un loro diritto, anche se facendo il corso saranno strapagati in più. O forse, siamo più cattivi, hanno paura di dover rispondere delle insufficienze date? La loro opposizione al ritorno del sistema degli esami di riparazione è veramente incomprensibile, mentre è assolutamente necessario che la scuola, che è l’investimento per il futuro di tutti, torni ad essere efficiente ed efficacie, ma questo lo si ottiene solo, anche se non esclusivamente, con un ritorno alla meritocrazia per gli studenti e per gli insegnanti. Fioroni non demordere, riporta la scuola a navigare nella giusta direzione. Mentre scrivevo l’articolo, il Ministro Fioroni ha spiegato alla Camera dei deputati in modo preciso l’intervento da Lui realizzato,che mi sembra ineccepibile, anche in considerazione che, chi non ha “recuperato” prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, vuol dire che partirà svantaggiato nell’anno successivo e quindi avrà ulteriori difficoltà a recuperare. GIUSEPPE FIORONI, Ministro della pubblica istruzione: Con decreto, sottoposto al visto di legittimità della Corte dei conti il 10 ottobre 2007, abbiamo disciplinato la rimodulazione dei tempi per il recupero dei debiti formativi, come previsto dalla legge n. 1 dell'11 gennaio 2007, riguardante il rinnovo della commissione per l'esame di maturità e nella quale è prevista la certificazione da parte del consiglio di classe del superamento dei debiti per accedere all'esame di maturità. Le modalità previste per l'accertamento del superamento del debito sono regolate dalla vigente normativa sia per le verifiche sia per i corsi di recupero. Secondo il regime vigente, quindi, è obbligatorio, come previsto anche all'interno del decreto, che le scuole si facciano carico di organizzare corsi di recupero o interventi didattici a sostegno dello studente che già a dicembre dimostra di avere lacune o insufficienze in alcune materie. Le verifiche vanno effettuate nel corso dell'anno e nel mese di giugno il consiglio di classe, dopo l'effettuazione delle verifiche, decide se quelle lacune sono state superate oppure no. È data la possibilità, ove il consiglio di classe lo ritiene opportuno, tenuto conto della normativa vigente oggi sui debiti, di un'ultima verifica, da farsi prima dell'inizio dell'anno scolastico, e, in quella sede, il consiglio di classe decide, come era stabilito che decidesse anche oggi e in questi anni, se il debito superato dà diritto ad andare avanti negli studi oppure no. Questa norma introduce un senso di responsabilità non solo per gli otto milioni di studenti che in dieci anni non hanno recuperato il debito e non sappiamo quando recupereranno le lacune, ma evita anche che i nostri studenti, dopo l'approvazione della legge da parte Parlamento, si vedano costretti a dovere ripetere il quinto anno, per non aver avuto certificato il superamento del debito del terzo e del quarto anno.Abbiamo stanziato cifre idonee, circa 200 milioni di euro e pagheremo 50 euro ad ora per le lezioni relative ai corsi di recupero che le scuole devono organizzare. In questo modo offriamo un incentivo ai docenti: si possono anche chiamare soggetti esterni, che possono essere neolaureati, docenti di ruolo o professori in pensione per garantire il diritto sacrosanto dello studente di recuperare i debiti scolastici. |
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