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Il Grillo parlante ed i pinocchietti della politica

Il fenomeno Beppe Grillo è ormai una piena che tutto inonda, ma purtroppo, per ora, ben poco travolge

Di Giovanni Gelmini

Il linguaggio che il Grillo usa è semplice e chiaro: parla come la gente. È diretto e circostanziato: la documentazione di quanto afferma è sempre precisa ed inequivocabile. È esattamente il contrario dei politici, che sono sempre fumosi, poco chiari e ambigui.

Grillo viene spesso paragonato a Giannini dell’Uomo Qualunque, ma a me sembra che il paragone non calzi. Giannini era un “politico”, Grillo è un “comico”, o meglio, forse si dovrebbe dire un “giullare”, come quelli che vivevano alla corte dei principi che con la satira toccavano il malcostume di allora.
Grillo è un comico, un comico che però fa piangere noi uomini comuni, perché mette il dito nella nostra piaga, la nostra insoddisfazione della politica di qualunque tipo. Ci dice le cose che più o meno sappiamo, che sicuramente intuiamo, ma lui ci dimostra anche che le nostre sensazioni sono vere, i politici di qualunque appartenenza non sono degni di chiamarsi Onorevoli! Quelli meno compromessi sono dei pavidi, dei “signor sì”. Questa è la grande massa di politici che abbiamo eletto al parlamento, ai consigli regionali, provinciali, comunali anche nelle circoscrizioni. Persone non scelte dal popolo come vorrebbe la Costituzione Italiana, ma scelti dalle segreterie politiche per meriti di “appartenenza”. E quelli che non sono eletti trovano sempre una poltrona pronta in qualche ente, e se la poltrona non c’è basata inventarla creando un nuovo ente.

Risultato: i costi della burocrazia schizzano in alto, superata in velocità solo dall’aumento della sua inefficienza e... pantalon paga! Ma per quanto?

La gente è strastufa di pagare per avere servizi indecenti. Da quanti anni le Ferrovie dello Stato “stanno lavorando” per noi? E l’Alitalia a cosa serve? Ecco l’esempio di domande che la gente, subissata dalle beghe meschine dei politici, si pone. Chi viaggia in aereo da decenni, se può, evita la compagnia di bandiera perché sa che è resa inaffidabile da scioperi e disservizi ed è meglio scegliere un altro vettore. Ecco il suo problema. E cosi è ovunque dove la politica ci mette lo zampino.

I consiglieri regionali di Rifondazione comunista Stefano Vinti e Pavilio Lupini dell’Umbria dicono: "Molto del malessere espresso alla manifestazione del 'V-day' del comico Beppe Grillo è dovuto al distacco crescente, ormai inarrestabile, tra politica e gente comune, al deperimento progressivo della possibilità di partecipare e di contribuire alle decisioni da parte dei cittadini, che si traduce in un drammatico svuotamento della democrazia reale".
No, signori, non è così; non è il distacco della politica dalla gente comune, ma è che i politici sono attaccati al potere con un mastice misterioso: la abbandonano solo quando hanno smesso di respirare.
La mancanza di cambiamento ha impedito a forze fresche di entrare in campo. Le persone capaci vengono allontanate perché pericolose per lo status quo.

I politici si irritano per il Grillo palante, lo accusano di non fare proposte... ma come, non sono loro che si sono proposti come interpreti dei cittadini elettori? Perché allora invece di sorridere, con le facce grigie, non agiscono? Grillo ha fatto un lungo elenco di persone che per etica non dovrebbero essere in Parlamento perché condannate per reati a volte infamanti, ma nessuno si è dimesso, nessuno è stato “espulso”, perché?

Perché non procede la legge sul conflitto di interessi? Forse che non sia solo il caso “Silvio Berlusconi” essere in situazione di conflitto?

Si parla di legge elettorale indegna, parola di chi l’ha sostenuta: Roberto Calderoli della lega Nord, perché non la si butta a mare? Forse che vada molto bene ai pinocchietti?

Niente da fare, per ora i politici continuano a palare dicendo banalità nei TG, siedono nei talk show e... bla bla bla, neanche Napolitano è stato capace di zittirli, intanto l’uomo comune si chiede: ma se questi parlano sempre su tutto, quando pensano?

Ma Beppe Grillo deve mettersi in politica?
Sarà difficile che riesca ad evitarlo, al minimo sarà compromesso con il sistema che ora ha adottato del bollino blu.
Ed i cittadini sperano solo che non faccia la fine di Umberto Bossi, che all’inizio degli anni novanta ha raccolto un grande consenso in Lombardia e Veneto cavalcando il forte disagio degli elettori, ma dopo 5 anni di governo ha dimostrato di non essere riuscito a migliorare nulla della politica di “Roma Ladrona”, non ha ottenuto nemmeno una straccio di regionalismo fatto passare per federalismo.

Argomenti:   #comunicazione ,        #costi pa ,        #critica ,        #critica politica ,        #grillo ,        #politica ,        #rifondazione comunista ,        #talk show



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