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Milvia Seidita Eriphorum_angustifolium
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Mostra importante alla Galleria Elle arte; acquarelli e monotipi da amare a prima vista, quelli di Milvia Seidita. L’artista ha risposto molto gentilmente alle domande che ci siamo posti nel vedere le sue opere.
Struggenti riflessi è il titolo della sua mostra. Con il rischio di essere banale, vorrei iniziare chiedendole esattamente ciò che generalmente viene chiesto ad un’artista: il perché. Il perché di questa mostra, il perché del titolo, il perché della scelta come tecnica pittorica dell’acquerello ed il perché dei monotipi, tecnica usata da maestri come William Blake ed Edgar Degas.
Chi di noi osservando la natura e le innumerevoli sfumature di colori non viene colto da sentimenti di ammirazione e da voglia di emulazione per tanta esuberante bellezza? Ho cercato di rappresentare nel fiore più che la forma il riflesso delle emozioni che mi ha suscitato.
Amo la carta per cui prediligo le tecniche che mi consentono di usare tale supporto, inoltre l’acquarello permette giocando con l’acqua di ottenere risultati finali sorprendenti. La tecnica del monotipo consente di giocare con una trama di raffinata leggerezza che mi affascina sempre.
Lei è medico. Una donna chirurgo, cosa di per sé non eccessivamente frequente, e come se non bastasse ha lavorato in pronto soccorso. Crede che ci sia un legame tra la scienza e la pittura? Esiste attualmente in Italia persino una associazione di medici-pittori, pensa che ciò voglia di per sé essere una risposta affermativa alla prima domanda? E ancora, parlando della sua esperienza personale, esiste un “nesso causale” tra ciò che lei ha visto quotidianamente per tanti anni nell’ospedale di Villafranca di Verona dove ha lavorato e la sua voglia di dipingere paesaggi ameni, riecheggianti delle volte il mondo distante dei Fiordi Norvegesi ed altre tanto legati all’opposto alla sua terra, la Sicilia?
La pittura senza tecnica non può esistere e la tecnica pittorica è di per sé una scienza accompagnata dall’alchimia del colore. Forse nella pittura ho potuto liberare la parte più sensibile del mio io che necessitava di essere tenuta a freno nel lavoro di equipe e in un lavoro di precisione come quello da svolgere in Pronto Soccorso.
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Milvia Seidita Crisantemi
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In questa mostra sembra aver fatto una svolta nella sua pittura: se in passato potevano trovarsi molte affinità tecniche con artisti ottocenteschi quali Turner e Constable, tanto che Salvo Ferlito recensendo una sua mostra passata, “Nuvole di Libertà”, ha parlato di “stampo neo-romantico”, oggi sembra vedersi un maggior gusto per il dettaglio e l’attenzione dei suoi 28 acquerelli e 9 monotipi è tutta incentrata su immagini floreali. Aldo Gerbino ha scritto: “Non c’è petalo, corolla, pistillo che non tenti all’esaltazione di una linfa generatrice attestata sul piano della lirica visiva, intrisa di pudori, di arcaiche tensioni, di sopiti dolori ideali.” Si rilegge in queste parole?
In altre mostre ho presentato lavori sulle saline e sulle coste mediterranee; forse tra il lavoro e la pittura vi può essere un legame, ma il legame più evidente è quello della sensibilità soggettiva nel cogliere il mondo che mi circonda. Nel dipingere trasferisco delle emozioni che i paesaggi ed i colori mi suscitano. Chi dipinge in genere non si riconosce nelle parole anche se queste sono appropriate e colte. Il lavoro è legato alle emozioni.
La scelta dell’acquerello non è particolarmente comune. Saper “giocare con l’acqua” non è semplice. Prima di lei, solo per fare qualche nome celeberrimo, è stata una tecnica adoperata da grandi come Canaletto, Monet, Van Gogh, Picasso, Cézanne e ancora Turner. Si sente legata a qualcuno di loro in particolare o considera altri i suoi maestri? Deve a qualcuno o a qualcosa il suo accostarsi fin da bambina alla pittura?
I miei primi ispiratori alla tecnica dell’acquarello sono stati gli inglesi tra cui il grande Turner. Si deve sempre ai predecessori la capacità di esprimersi dal punto di vista artistico. Non c’è arte senza cultura storica.
Suo padre è medico, come ha reagito al suo amore precoce per l’arte? È stata supportata dalla sua famiglia? E perché poi non ha più dipinto per dedicarsi interamente alla medicina anche lei fino a non troppi anni fa? Cosa ha fatto riaccendere in lei la voglia di prendere in mano i pennelli?
La famiglia pur non disapprovando questo piacere lo ha considerato un hobby. Anche in periodi in cui non avevo esposto in mostre ho sempre ho sempre tentato di coltivare questo piacere o osservando i grandi maestri o studiando presso pittori ed accademie.
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Milvia Seidita Calle
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Quando dipinge cosa prova? Che colori predilige e perché?
La pittura è un momento di solitudine assoluta in cui mi confronto con me stessa e la mia interiorità. Prediligo i toni pastello anche se in qualche quadro a volte sono emersi dei rossi o dei colori più intensi.
Vorrei farle come ultima domanda una domanda sul futuro. Augurandole il massimo successo per questa mostra mi chiedo cosa si aspetta da questa carriera che le si affaccia, se ha qualche obiettivo specifico o se pensa di aver già raggiunto un traguardo.
Non mi sono mai avvicinata alle pitture o alle mostre con aspettative di traguardo. Le vivo come una festa tra amici ed un incontro con gli altri con i quali posso scambiare un momento di gioia interiore.
Di sicuro la carriera di Milvia Seidita non si fermerà qui, ci auguriamo di poterla rincontrare al più presto.
Milvia Seidita è nata a Palermo nel 1949. Vive ed opera a Villafranca (VR). Si è laureata in medicina e specializzata in chirurgia. Lavora e vive in Veneto. Ha frequentato numerosi corsi e stage oltre che corsi di incisione e tecnica mista. Ma la sua passione è l’acquerello. Questa è la sua quattordicesima mostra,la sua prima esposizione è stata nel 1975 e dal 1998 ad oggi ha esposto le sue opere quasi tutti gli anni.
Nella mostra, che si tiene a Palermo presso la Galleria Elle Arte, presenta 28 acquerelli e 9 monotipi. Merita d’essere vista; potrà suscitare interesse nei cultori della raffinata tecnica dell’acquerello.
La tecnica del monotipo è un processo di stampa particolare; il nome indica che attraverso questo si può ottenere da una lastra una sola buona impressione dipingendo prima l’immagine a olio o a inchiostro calcografico su una lastra metallica o di vetro, sulla quale si stende un foglio di carta leggermente inumidita per poi passare il tutto sotto torchio ottenendo come risultato un aspetto piuttosto grezzo e certamente particolare.
La flora dipinta dalla Seidita è a tratti evanescente e a tratti estremamente nitida. Qualcuno l’ha definita eterea, accostabile a quella delle stampe giapponesi, in parte per i soggetti ed in parte per la levità.
“Struggenti riflessi ”
Galleria Elle arte – via Ricasoli 45, Palermo
Dal 9 novembre al 24 novembre
Apertura al pubblico: 10:00/12:30 – 17:00/19.30. Chiuso domenica e lunedì mattina.
Ingresso: libero
Catalogo in galleria
Informazioni al pubblico: tel./fax 091-6114182; e-mail ellearte@libero.it; www.ellearte.it.
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