Il Corriere della Sera settimana scorsa ha evidenziato la notizia della scoperta di un quinto pianeta intorno alla stella 55 Cancri, una nana gialla, più piccola del sole che dista da noi solo 41 anni luce (si fa per dire visto che si tratta di 38789 miliardi di chilometri e cioè di circa 2.600.000 volte la distanza terra-sole).
Nella foto presa da un telescopio potete vedere dove è situata nel cielo la stella in questione.
Dopo che anni fa è stata affinata la possibilità di valutare le oscillazioni di una stella intorno al baricentro del sistema e si è arrivati a poter misurare differenze di velocità in allontanamento e avvicinamento da noi dell’ordine di pochi chilometri al secondo; la scoperta di pianeti intorno alle stelle è diventata quasi una notizia quotidiana.
Non sembrerebbe pertanto una notizia di rilievo se non fosse per il fatto che il pianeta dista dalla stella 0.781 u.a. (u.a. = unità astronomiche = distanza terra-sole). A tale distanza, in considerazione del fatto che la stella in questione è meno calda e con massa inferiore rispetto al sole, ci si trova nella cosiddetta fascia di abitabilità (cioè con temperature alla quali l’acqua è allo stato liquido). Le probabilità di sviluppare forma di vita in presenza di acqua liquida se non è altissima è comunque accettabile.
I quattro pianeti che rivoluzionano intorno a 55 Cancri precedentemente scoperti si trovano a distanze alle quali si hanno temperature assolutamente incompatibili con la possibilità di avere qualche probabilità di presenza di vita biologica, come noi la intendiamo.
Dalla tabella sottostante in cui sono riportati i cinque pianeti, partendo dal più vicino alla stella, è facile capire il perché (in rosso l’ultimo scoperto).
PIANETA
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DISTANZA
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PERIODO ORBITALE
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MASSA
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U.A. (1)
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giorni
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masse gioviane
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masse terrestri
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55 Cancri e
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0.038
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2.8
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0.03
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10
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55 Cancri b
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0.115
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14.7
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0.82
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260
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55 Cancri c
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0.24
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43.9
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0.17
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54
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55 Cancri f
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0.781
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260
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0.14
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45
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55 cancri d
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5.77
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5200
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3.84
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1220
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(1) u.a. = unità astronomiche =
distanza terra-sole
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I pianeti hanno tutti una massa nettamente maggiore rispetto alla terra e i primi tre (e, b, c) sono vicinissimi alla stella e quindi avranno sulla superficie temperature altissime. Il più lontano dista dalla stella poco più di quanto non disti Giove dal Sole, ha una massa enorme (3.84 volte quella di Giove e 1220 volte quella della Terra), è sicuramente gassoso e farà registrare temperature superficiali bassissime. Parlare di possibilità di forme di vita su questi quattro pianeti è assolutamente fuori luogo.
Il quinto invece rivoluziona intorno alla stella a una distanza lievemente superiore rispetto a quella che separa Venere dal Sole: considerando che 55 Cancri f è una stella più piccola e meno calda rispetto al Sole allora le temperature del pianeta 55 Cancri saranno proprio quelle della cosiddetta fascia di abitabilità.
C’è però da considerare che con una massa pari a 45 masse terrestri il pianeta dovrebbe essere gassoso e quindi risulterebbe difficile pensare a possibilità di vita in quanto in questi pianeti gassosi, che sono come Giove delle stelle mancate, l’idrogeno la fa da padrone e quindi rende improbabile la presenza di possibili forme di vita.
Essendo però il pianeta molto grande (45 masse terrestri) potrebbe avere intorno a sé delle “lune” composte di materiale solido. Ma è necessario considerare un altro fattore: la luna che ci interessa dovrebbe avere una massa vicina a quella di Marte perché l’eventuale acqua presente possa essere trattenuta dalla gravità e di lune di queste dimensioni nel nostro sistema solare non ne esistono; anche se la loro presenza è poco probabile non è comunque impossibile. Rimarrebbe un’ultima possibilità da valutare e cioè la possibilità della presenza di un sesto pianeta non gassoso situato in un’orbita compresa tra 55 Cancri f e il gigantesco pianeta più esterno (55 Cancri d). Non resta che attendere altre notizie.
Come vedete, nonostante la tecnologia abbia fatto passi da giganti per il momento esistono solo speranze che possa esistere un pianeta in cui si possano sviluppare forme di vita simili a quelle che si sono sviluppate sulla terra.
Quindi, per quanto sia affascinante continuare in questa ricerca di pianeti sulle stelle più vicine al nostro sole, per poter parlare con certezza di forme di vita extra-terrestri ci vorranno ancora moltissimi anni. Anche se pianeti situati intorno a stelle nella cosiddetta “zona di abitabilità” se ne trovassero a migliaia, le probabilità di avere un gemello della Terra rimarrebbero comunque bassissime. Ma anche se tale probabilità diventasse certezza, chi ci potrebbe comunicare da quei remoti spazi che la vita esiste?
Il cammino è ancora molto lungo.
La speranza degli astronomi è comunque l’ultima a morire. Infatti lo studio delle stelle più vicine a noi, relativamente alla presenza di pianeti, consente loro di catalogare quelle che mostrano di avere pianeti che rivoluzionano intorno alla propria stella nella zona di abitabilità e che quindi hanno una minima probabilità di poter sviluppare forme di vita biologica. Questo fa sì che tali stelle vengano monitorate costantemente nella speranza che qualche radio-messaggio strutturato possa giungere a noi e ci permetta di tentare qualche risposta che possa creare un aggancio con civiltà aliene. Speranza tenue, improbabile, ma sicuramente non da escludere. Come ci siamo noi che lanciamo nello spazio miliardi di messaggi strutturati, perché non dovrebbero farlo altre civiltà?
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