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Draghi e Montezemolo mettono il dito nella piaga Il problema italiano non è dato solo da salari bassi e bassa produttività; è la classe politica che è incapace di governare Di Giovanni Gelmini
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La spesa pro capite per consumi è oggi più che raddoppiata rispetto al 1970.
La sua crescita si è però fermata negli ultimi sei anni, dopo essere stata pari in media all’1,7 per cento nel corso degli anni Novanta (Fig. 1). Dal 1990 la dinamica dei consumi è stata comunque assai più sostenuta di quella del reddito disponibile, il cui valore pro capite è rimasto sostanzialmente stazionario per tutto il periodo.
Inizia così la lezione tenuta da Mario Draghi, Governatore della Banca d’Italia, all’Università degli Studi di Torino il 26 Ottobre 2007. Il fenomeno descritto è noto ed è questo che da origine alla recessione strisciante e all’indebitamento delle famiglie, cioè a quel disagio che noi tutti sentiamo. Draghi sviluppa un'analisi complessa dei mutamenti della società italiana, segnala come l’aumento degli anziani e la diminuzione dei bambini nati è un fenomeno legato anche all'insicurezza sul futuro e questo da decenni la pervade. Il lavoro è aumentato se visto come dati di occupazione, ma i redditi salariali sono notevolmente più bassi e quindi questo non porta ad un effettivo incremento dei redditi delle famiglie. Il Governatore della Banca d’Italia afferma quindi: “Occorre che il reddito torni a crescere in modo stabile. La produttività è la variabile chiave. Il recente aumento dell’occupazione si è associato a una minore produttività del lavoro: è diminuito il ritmo di crescita dell’intensità di capitale, sono divenute profittevoli occupazioni a basso valore aggiunto. È mancato il sostegno della crescita della produttività totale dei fattori.- e poi - La politica economica può aiutare il rilancio della produttività e della crescita”. I punti per Draghi sono:
· Una coraggiosa riforma del sistema d’istruzione.
Questo è in sintesi quanto ha detto Draghi e che la stampa ha ridotto a poche parole del tipo “In Italia i salari sono troppo bassi rispetto agli altri paesi dell'Ue” e così si perde in gran parte il senso di un'approfondita analisi dei nostri mali.
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