Si inaugura mercoledì 23 gennaio alle ore 18.00 presso il Museo della Permanente di Milano la mostra “I Cerri. Giancarlo e Giovanni.
La pittura di generazione in generazione”.
Si tratta di un’unica esposizione che mette a confronto i linguaggi espressivi di due protagonisti della cultura artistica milanese, padre e figlio, attraverso una lettura incrociata di tredici quadri di grandi dimensioni. Dalle ampie e nitide campiture cromatiche di Giancarlo Cerri, classe 1938, alle vedute urbane del figlio Giovanni, luoghi abbandonati ma nello stesso tempo in metamorfosi continua. Due modi diversi eppure simili nei loro silenzi di vivere la pittura e di esprimere i propri sentimenti.
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Giancarlo Cerri, Grande sequenza, 2001, Olio su tela, cm. 150x130
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Nelle tele del padre Giancarlo la pittura è la vera protagonista, non l’oggetto rappresentato, infatti, egli, nelle Grandi sequenze esposte in mostra, raggiunge una perfetta sintesi espressiva frutto di una rinnovata esigenza estetica.
L’artista stesso più volte ha sottolineato che ama “la pittura pura” e le sue opere sono mise en espace pittoriche raffinate, cromaticamente energiche che sottendono un astrattismo concreto. Il suo è un modo di insistere sulla tela corposo, ricco, per campiture contrastanti che più di ogni parola riescono a rappresentare la sintesi e l’energia della sua pittura, e che hanno nel colore nero il punto che tiene insieme la composizione.
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Giovanni Cerri,TestaTesta, Olio su carta intelata, cm. 60x50.
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Dalle tele estetizzanti del padre e dal suo bisogno di “annusare la pittura” alle opere su carta di giornale del figlio Giovanni, seguace della neo-figurazione di impronta espressionista.
Un modo soltanto didatticamente contrapposto al padre, ma che invece è profondamente affine, perché per lui i fogli di giornale non sono un cercare materiali sostitutivi su cui dipingere, ma più semplicemente sono le sue tele.
La carta viene prima sporcata, calpestata e sottoposta a un degrado veloce, e poi imbrattata con colori a olio con la stessa forza pittorica del padre.
Solo così Giovanni Cerri rende giustizia alle immagini delle sue città invisibili, anch’esse stracciate, pestate e abbandonate ai loro colori cupi e grigi. Stralci urbani su cui l’artista lavora con assiduità, mettendo in evidenza pochi elementi, a volte simboli di una città che una volta conosceva la vita. Accanto ai chiaro-scuro delle città fantasma in mostra sono esposti i suoi volti assenti che raccontano il silenzio. Nell’opera di Giovanni Cerri la costante sta nei fogli di quotidiani, accostati in maniera confusa, che alla fine della composizione ne diventano parte attiva, unica memoria di un mondo ormai lontano da quello del padre, dove tutto si consuma con velocità atomica, dal sesso allo sport, dalla politica alla fede.
Antonio D’Amico, nel testo critico riportato nel catalogo, scrive dei due artisti:
“Quella di Giancarlo è ora una visione liricamente pura della natura, bloccata per campiture nere, lucenti e contrastanti, che qui ha definitivamente perso le forme del naturalismo per acquistare un'osservazione onirica. Il culmine di queste opere sono le fenditure, i solchi lunghi e meditati che pervadono la superficie pittorica e che delimitano la giustapposizione cromatica e gli spazi d’azione, sintetizzati nell’essenzialità compositiva che ora è identità, la stessa del pensiero intimo che in quel preciso istante in cui Giancarlo sta realizzando il quadro, vive nel profondo del suo animo: il gesto della spatola e lo sguardo diretto e perentorio sul dipinto seguono armonicamente gli impulsi dei sentimenti. È grazie a tali impulsi che Giancarlo Cerri si discosta nettamente dagli esempi storicizzati, in quanto lungi dal suo intento far rivivere un’altra realtà simbolica e schematizzata in uno spazio-temporale piatto e asettico.”
“L’arte di Giovanni induce una riflessione sull’uomo e sul suo stato esistenziale, in quanto ha la capacità di porre dinanzi agli occhi dello spettatore una realtà ribaltata, carica di significati simbolici, e restituita nella sua forza evocativa. Infine, se semplicemente il supporto di base era bisognoso di un ‘consolidamento’, i rattoppi del nastro adesivo marrone, come insegna il vecchio padre Freud, sono l’esplicitazione visiva degli stessi che ciascuno adopera per colmare dolori e dispiaceri di silenzi, conclusioni dolorose di un rapporto, assenze, perdite mai accettate e vacillamenti di Case costruite sulla sabbia! Da ultimo la pittura di Giovanni Cerri non avrebbe la stessa forza intrinseca se la superficie fosse un’anonima tela bianca asettica e scevra della carica di un quotidiano vissuto. Motivo per cui nel panorama storico contemporaneo Cerri si distingue per l’uso di fogli di giornale, stesi, incollati, resi superficie viva che si ammanta della vita visiva.
Biografie
Giancarlo Cerri (Milano, 1938) ha iniziato la sua attività espositiva nei primi anni Sessanta. Tra le sue mostre personali più recenti ricordiamo: 1993 – Museo Civico di Lodi; 1994-1998-2003-2005 – Galleria Cortina – Milano; 1997 – Galleria Pace – Milano; 2005 Museo d’Arte Moderna di Gallarate (VA); 2007 – Museo Pagani – Castellanza (VA). Tra le rassegne più significative a cui ha partecipato nell’ultimo decennio citiamo: “Milano – Cento artisti per la città” e “Percorsi dell’Astrazione a Milano” nel 1995 al Museo della Permanente a Milano, “Arte a Milano, oggi” alla casa natale di Raffaello a Urbino nel 2002, “Viaggio dell’arte – Pittura e Scultura dal Museo della Permanente” al Castello Sforzesco di Vigevano nel 2003.. Opere di Giancarlo Cerri sono collocate nelle collezioni pubbliche dei Musei d’Arte Moderna di Bolzano, Lecco, Ferrara, Gallarate, Novara, Lodi, S. Pietro in Cerro (PC), La Spezia, S. Maria di Leuca (LE), Fondazione Lajolo di Milano, Museo Bargellini di Pieve di Cento (BO), San Donato Milanese, Durazzo (Albania), Museo Pagani di Castellanza (VA), S. Angelo Lodigiano.
Giovanni Cerri (Milano, 1969) ha iniziato la sua attività di pittore nel 1987 e da allora è presente in numerose mostre in Italia e all’estero. Tra le sue “personali” citiamo: 1995 – Galleria Cortina – Milano; 2000 – Galleria Artistudio/Magrorocca – Milano; 2002 – Galleria Monogramma – Roma; 2003 – Galleria Magenta 52 – Milano; 2005 – Casa Cini – Ferrara, Cortina Arte – Milano; 2006 – Galleria Blanchaert – Milano; 2007 – Galleria Palmieri – Busto Arsizio e Galleria Eclettica – Milano. Tra le rassegne a cui ha partecipato: “1997 - Figurazioni” – Museo della permanente – Milano; 1998 - “Milano-Berlino / Metropoli a confronto – Galerie Verein – Berlino (Germania); 2001 – “Giovane Arte Europea” – Castello Visconteo – Pavia; 2002 – “Arte per tempi nuovi” – Galerie Die Ecke – Augsburg (Germania); 2003 – “Dialoghi Incrociati” – Galleria Luka – Pola (Croazia); 2006 – Premio Michetti – Francavilla al Mare (CH); 2007 – “Mai dire Mao” – Mercante in Fiera - Parma
Entrambi gli artisti sono presenti nella raccolta museale della Permanente.
“I CERRI - Giancarlo e Giovanni - La pittura di generazione in generazione”
Museo della Permanente di Milano dal 24 gennaio a 10 febbraio
Via Filippo Turati 34 - 20121 - Milano
Inaugurazione: mercoledì 23 gennaio ore 18,00
Apertura al pubblico: 24 gennaio - 10 febbraio 2008
Orari: martedì-venerdì 10.00/13.00 – 14.30/18.30; sabato e festivi 10.00/18.30
lunedì chiuso
Ingresso:libero
Informazioni al pubblico: Tel. 02 6599803-6551445 Fax 02 6590840
Catalogo: in galleria