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 Anno IV n° 2 FEBBRAIO 2008    -   EVENTI


Attività intensa a Milano, dell’Assessorato alla Cultura e 24 ORE Motta Cultura
Quattro mostre importanti tagliano il nastro di apertura nel giro di pochi giorni
Filippo Dobrilla al Palazzo della Ragione, Massimo Listri, Giustino Chemello e Canova alla corte degli Zar - Capolavori dall’Ermitage di San Pietroburgo a Palazzo Reale


La prima, in ordine di tempo, è quella che si inaugura il 14 Febbraio al Palazzo della Ragione dove sono esposte una quindicina di sculture dell’artista toscano Filippo Dobrilla che fanno da coronamento alla mostra fotografica del barone von Gloeden.

Dobrilla si cimenta a tradurre in marmo o in bronzo i dipinti dei maestri del Cinquecento toscano dando la sua personale interpretazione di iconografie e pose classiche. Nascono dunque il San Brandano con la gabbana alzata irriverentemente; il San Giorgio con i sandali Birkenstock che squarcia le lamiere di un'automobile; i bassorilievi del Diluvio universale (che travolge macchine e uomini), e poi San Rocco e San Sebastiano come autoritratti.
Attratto dalla statuaria seicentesca l’artista realizza un Torso maschile vestito in jeans, l'Asceta nel deserto e il giovane rasta nudo dell'Adamo.
L’artista affronta il complesso tema della scultura con perizia tecnica e con la volontà di estrarre il corpo dalla materia: torsi titanici ed eroici, profili stiacciati, perfettamente finiti e proporzionati con misura e grazia rimandano alle tecniche rinascimentali di Donatello e Michelangelo.
Asceta per scelta, isolato sulle colline di Pontassieve, il suo animo di artista si confronta quotidianamente con la grandezza della natura e con i grandi blocchi di marmo apuano da cui prendono vita le sue sculture

Successivamente, il 15 febbraio, altre due mostre organizzate dall’Assessorato alla Cultura di Milano e da 24 ORE Motta Cultura. Sempre nei prestigiosi spazi di Palazzo Reale apre una mostra sul lavoro di Massimo Listri, fotografo e fondatore nel 1981 con Vittorio Sgarbi della rivista FMR.

Qui possiamo ammirare la formidabile capacità di Listri: svelare come per sortilegio un mondo decorativo talvolta da decenni abbandonato all’oblio, nel far emergere in piena luce la bellezza appannata dalla polvere del tempo, sia essa quella d’un giardino negletto oppure la vita ancora vibrante che si cela in un’antica tela, in un prezioso objet de vertu.
L’artista abbraccia giovanissimo la strada della fotografia esordendo con una serie di straordinari ritratti in bianco e nero che raccontano alcune delle figure nodali del Novecento. Grandi vecchi della cultura e della scienza, delle arti e della letteratura come Montale, René Clair, Carlo Bo, l’ereticale sensibilità di Pier Paolo Pasolini, un’immensa arca di sapere quale Federico Zeri, sir Harold Acton, estremo testimone di un mondo perduto, quello angloamericano annidato dalla seconda metà dell’Ottocento nelle ville e sui colli toscani, e dei suoi sofisticati rituali.
Ma Listri è altrettanto noto per la sua capacità di registrare il senso più alto dell’architettura: per anni ha esplorato Wunderkammer manieriste e barocche rinserrate nel chiuso di conventi e freddi palazzi mitteleuropei, si è immerso nell’oro e marocchino rosso delle grandi biblioteche rocaille, ha scavato in archivi e tesori eccelesiastici, nel fasto mediceo delle pietre dure, tra l’ambra, l’avorio e gli argenti dei principi del nord.

Ancora a Palazzo Reale la mostra dedicata al lavoro del fotografo vicentino Giustino Chemello, “Noi siamo qui ma non ci siamo”. Vengono presentate una quarantina di opere di questo fotografo che parte dal paesaggio, dalle marine alle grandi metropoli come Londra e Parigi, e attraverso manomissioni pittoriche e luministiche elimina ogni graduatoria di risalto tra oggetti, alberi, persone, forme e materiali. Snatura ad artem la fotografia, creando una sorta di limbo dove la relazione figura-sfondo viene modificata e allontanata dalla visione quotidiana.
Esalta i colori” scrive Marco Cavalli, curatore della mostra, “con una intensità che esorta a un’adesione sensoriale più completa e complessa, esorbitante la semplice prospettiva aristocraticamente dedotta dalla vista. Le spiagge, i guard-rail autostradali, i cartelloni pubblicitari, gli autobus, i pedoni, si animano nuovamente, prendono vita”, e la prendono proprio da quei colori che, finché li usavamo a nostra insaputa, non potevamo vedere e ci impedivano di vedere. Pur serbando una fissità da tableau-vivant, i paesaggi di Chemello, nell’imperfezione voluta della loro morfologia, nell’esibizione provocatoria della loro illuminazione, danno l’impressione di aspirare a un assetto diverso. Chiedono ai nostri occhi una collaborazione dinamica, mentre prima potevano offrire loro solo una concentrazione distratta.

L’ultima a partire è forse quella che avrà il maggiore richiamo di pubblico. Il 22 febbrario si inaugura la mostra “Canova alla corte degli Zar - Capolavori dall’Ermitage di San Pietroburgo” . questa mostra resterà aperta fino al 2 Giugno e nelle Sale dell’ex Museo della Reggia di Palazzo Reale, una sede e un allestimento di grandissima suggestione, saranno esposte circa quaranta opere selezionate dalle raccolte dell’Ermitage.

L’esposizione si propone di ricostruire, attraverso gli acquisti più importanti, le tappe di un’affascinante avventura collezionistica, ma anche di evocare, attraverso una serie di grandi opere molte delle quali ritornate per la prima volta nella loro terra d’origine, le vicende della scultura in Italia, in particolare a Roma, dopo la svolta determinata dall’affermazione di Canova che per decenni venne considerato il maggior artista del mondo occidentale.
La presenza di ben sette opere di Canova, tra cui quattro capolavori assoluti come Le Tre Grazie, la Danzatrice, l’Amorino alato e la Maddalena penitente, e di altrettanti capolavori, tra cui alcuni inediti, come Le Ore Danzanti di Finelli, la Flora e la Psiche svenuta di Tenerani, l’Amore che abbevera le colombe di Bienaimé, la Ninfa dello scorpione e La Fiducia in Dio di Bartolini, il Bacchino malato di Dupré - che verrà per la prima volta confrontato con il famoso Bacchino (noto anche come l’Ammostatore) di Bartolini - rende questa mostra un evento speciale


Filippo Dobrilla
14 febbraio – 24 marzo 2008
Palazzo della Ragione – Piazza Mercanti, Milano
Orari: lunedì 14.30 – 19.30, martedì – domenica 9.30 – 19.30, giovedì 9.30 – 22.30. La biglietteria chiude un’ora prima
Biglietti: Euro 7 intero; Euro 5 ridotto
Il biglietto consente la visita alla mostra di von Gloeden.
Il catalogo è pubblicato da Federico Motta Editore

Massimo Listri
15 febbraio – 30 marzo 2008
Palazzo Reale – Piazza Duomo 12,Milano
Orari: lunedì 14.30 – 19.30, martedì – domenica 9.30 – 19.30, giovedì 9.30 – 22.30.
La biglietteria chiude un’ora prima
Ingresso: 5 euro
Il biglietto comprende la visita alla mostra di Giustino Chemello
Il catalogo è pubblicato da Federico Motta Editore

GIUSTINO CHEMELLO Noi siamo qui ma non ci siamo
15 febbraio – 30 marzo 2008
Palazzo Reale – Piazza Duomo 12, Milano
Orari: lunedì 14.30 – 19.30, martedì – domenica 9.30 – 19.30, giovedì 9.30 – 22.30.
La biglietteria chiude un’ora prima
Ingresso: 5 euro
Il biglietto comprende la visita alla mostra di Massimo Listri
Il catalogo è a cura di Marco Cavalli e pubblicato da Federico Motta Editore

CANOVA ALLA CORTE DEGLI ZAR Capolavori dall’Ermitage di San Pietroburgo
A cura di Sergej Androsov e Fernando Mazzocca
Mostra promossa da: Palazzo Reale, Comune di Milano, Assessorato alla Cultura, 24 ORE Motta Cultura , Artematica. In collaborazione con Edison
22 febbraio – 02 giugno 2008
Palazzo Reale -Piazza Duomo 12, , Milano
Orari:lunedì 14.30 – 19.30, martedì – domenica 9.30 – 19.30,giovedì 9.30 – 22.30
La biglietteria chiude un’ora prima
Informazioni:i nfoline e prevendita tel. 02 54917
www.mostracanova.com www.comune.milano.it/palazzoreale
Visite guidate: Ad Artem tel. 02 6597728
info@adartem.it
Ingresso 9 € intero, ridotti 7 e 4.5 €
catalogo di Federico Motta Editore curato da Sergej Androsov e Fernando Mazzocca con le splendide fotografie di Aurelio Amendola



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