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Mostra di arte contemporanea a Milano

Kiefer e Mao che mille fiori fioriscano

Alla galleria Triennale Bovisa 16 febbraio - 30 marzo 2008


Untitled, 1999 - 2007. Oil, emulsion, acrylic, shellac on canvas. 190x140 cm. Barjac.
La Triennale Bovisa presenta la mostra “Kiefer e Mao che mille fiori fioriscano” a cura di Germano Celant, che propone una lettura inedita per il pubblico italiano dell’interesse di Anselm Kiefer per il ruolo politico-culturale di Mao Zedong nella storia occidentale attraverso 40 opere, suddivise in dipinti e libri d’artista.

Anselm Kiefer è nato nel 1945 a Donauechingen in Germania. Dopo aver studiato legge, lingue e letterature romanze, decide di dedicarsi interamente alla pittura, formandosi all´Ecole des beaux-arts di Fribourg-en-Brisgau ed in seguito a Düsseldorf con Joseph Beuys. Con la sua opera a carattere monumentale, ha interpretato, attraverso mezzi espressivi diversi, come la pittura, la fotografia, il libro, le installazioni, la scultura e l’architettura, le grandi questioni politiche e culturali al centro della sensibilità moderna europea. Numerose le mostre personali a lui dedicate, tra cui quelle al Museum of Modern Art, New York (1987), alla Neue Nationalgalerie, Berlino (1991), alla Galleria d’Arte Moderna, Bologna (1999), alla National Gallery, Londra (2000), alla Royal Academy, Londra (2001), a Villa Medici, Roma (2005), al Musée d’art Contemporain de Montréal (2006), all’Hirshhorn Museum, Washington (2006), al Guggenheim Bilbao Museum, Bilbao (2007) e al Grand Palais, Parigi (2007). Nel 1999, gli è stato attribuito il Premio Imperiale, Tokyo, ed è stato recentemente invitato a progettare un’installazione permanente per il Louvre.
Mao. 100,5x68x9 cm. Barjac.


La pittura di Anselm Kiefer è il risultato di una solidificazione della memoria storica, dove le materie, dalla sabbia al piombo, dai girasoli alle fotografie, insieme all’iconografia di paesaggi e di persone, di navi militari e di architetture, rimandano allo spessore del tempo e alle figure della cultura mitteleuropea. I suoi dipinti, di grande formato, sono attraversati dai miti e dalle leggende che segnano la letteratura ed il pensiero antichi e sono impregnati di nomi, di volti e di corpi dei protagonisti di un processo energetico e spirituale che va dal medioevo germanico ad oggi.

In questo percorso, iniziato nel 1969, si inserisce la serie di grandi tele dedicate alla figura storica e culturale di Mao Zedong, dipinta a partire dal 1998 dal titolo Lasst tausend Blumen blümen (che mille fiori fioriscano). Per la prima volta in Italia, vengono esposti 33 dipinti e 8 libri d’artista, provenienti sia da collezioni private che di proprietà dell’artista, che formano il nucleo dell’insieme totale.

Untitled, 1998. Oil, emulsion, acrylicn shellac, bricks on canvas. 380x200 cm. Barjac


Sulle tele, Mao è ritratto in primo piano o mentre saluta, giovane filosofo della rivoluzione o maturo leader dell’esercito, sorridente o pensieroso, riprendendo le modalità di rappresentazione tipiche della propaganda politica ufficiale dell’epoca. La sua figura si staglia su uno sfondo paesaggistico spesso ricoperto di fiori, che alludono alla famosa frase pronunciata nel 1956: “che cento fiori fioriscano”. L’artista tedesco modifica la frase sostituendo la parola “cento” con “mille” (“tausend” in tedesco), creando uno scarto, critico e visuale, tra l’originale entusiasmo con cui Mao avvia la riforma culturale e gli epiloghi conservativi della sua politica nella Repubblica Popolare Cinese.

A questi quadri di grandi dimensioni (da circa 200 x 200 cm a circa 300 x 600 cm), carichi della simbologia caratteristica di Kiefer, in cui l’immagine del presidente cinese si sovrappone al paesaggio nato dalle suggestioni visive basate su fotografie scattate dall’artista durante un suo viaggio in Cina nel 1993, si affiancano i libri d’artista composti da grandi pagine (le misure variano intorno a 104x80x11 cm), su cui è impressa una fotografia in bianco e nero modificata con argilla, sabbia, pigmento o tempera. Talvolta l’immagine di Mao è ben riconoscibile, mentre altre volte compaiono deserti attraversati da un tornado o porzioni di mura fortificate che alludono metaforicamente alle imprese del popolo cinese dalla Grande Muraglia alla Grande Marcia.

Attraverso il forte impatto emotivo della sua pittura, Anselm Kiefer, con la sua indagine sull’iconografia di Mao, inevitabilmente modificata dalla stratificazione degli eventi accaduti negli ultimi trent’anni, sottolinea le conseguenze del culto della personalità e l’importanza storica e politica dell’essere mito.


Kiefer e Mao che mille fiori fioriscano
16 febbraio - 30 marzo 2008
Triennale Bovisa
a cura di Germano Celant
Progetto dell’allestimento: Studio Cerri & Associati
Catalogo Skira Editore
Orari: dalle 11.00 a mezzanotte, chiuso il lunedì
Ingresso: 8/6/5 euro


Lasst tausend Blumen blühen, 1998. Oil, emulsion, acrylic, shellac, dried roses on canvas. 280x630 cm. Barjac. 



Argomenti:   #arte ,        #arte contemporanea ,        #cina ,        #kiefer ,        #milano ,        #mostra ,        #triennale

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