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Lo sbuffo Grandi operazioni contro la criminalità: ma sono sufficienti? Per battere la criminalità non bastano gli arresti se non si cambia il modus di essere del potere. È forse l’ora di presentare il conto ai politici e ai burocrati Di Giovanni Gelmini
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Da un po’ di tempo le forze dell’ordine concludono operazioni importanti contro la malavita organizzata. Il primo segno di questo nuovo periodo è stato forse l’arresto di Provenzano: da allora le azioni contro mafia, camorra e andrangheta si sono infittite e nell’ultima settimana non passa giorno se non avvengono arresti. Ma è proprio la fine di questo mostro?
La domanda non è retorica perché la criminalità organizzata è un sistema diffuso e, come avviene in natura, il sistema tende a riprodursi. Faccio un esempio: se ammazzo una vipera in un prato per un certo tempo non ci saranno vipere, ma, dopo un poco, un’altra vipera si insedierà sul territorio. Se osserviamo il mondo animale dei predatori e degli animali, che vivono “rubando” il cibo, come i topi, ci rendiamo conto che per ridurre la loro presenza si deve ridurre il cibo disponibile per loro: la presenza di questi animali è legata alla quantità di cibo, se questo è abbondante, la loro presenza sarà abbondante se ce n’è poco, ci saranno poche vipere e pochi topi; così è anche per la criminalità organizzata, che per vivere deve disporre di grandi flussi di denaro per “pagarsi” l’incolumità. È evidente che da sempre il business delle organizzazioni mafiose sono i traffici, come la droga, le armi, gli schiavi-clandestini, la prostituzione, il pizzo, ma non solo quelli elencati sono evidenti campi della criminalità. Per sopravvivere ha bisogno anche di connivenza, ha la necessità di avere il “potere dalla sua parte” e il potere lo ha con sé. Da decenni si sa di queste connivenze e tutti i giorni vediamo apparire sempre più evidente e toccabile con mano l’intreccio tra politici e criminali; ogni settimana abbiamo anche notizia di politici arrestati o incriminati per corruzione e per connivenza col mondo mafioso, che nella corruzione ci sguazza. Altro elemento, che si è consolidato negli ultimi decenni, è l’infiltrazione del mondo della grande criminalità organizzata nel mondo degli affari. Quanti grandi patrimoni apparsi quasi improvvisamente si sospetta che siano legati al riciclo del denaro sporco? Mafia & C sono passati dagli investimenti immobiliari, alla finanza e in fine si sono buttati anche nella imprenditoria. Mentre Confindustria mette a punto un duro documento contro gli imprenditori che appoggiano la mafia e ne prevede l’espulsione, la magistratura arresta l’amministratore delegato della Calcestruzzi S.p.A. proprio per quei reati previsti dal documento di Confindustria; ma la Calcestruzzi non è una piccola azienda associata, è un pezzo dell’impero industriale Pesenti, uno dei “grandi elettori” di Confindustria. Anche se non appaiono responsabilità del gruppo bergamasco, la cosa non può non lasciare perplessi. Dove arriva il potere mafioso oggi? Come i sacchi di immondizia abbandonati sono la possibilità per i topi di espandere la loro presenza, i politici ed i burocrati corrotti sono il terreno fertile su cui la criminalità organizzata si ingrassa e si espande. L’altro elemento che facilita l’espansione di queste organizzazioni è la mancanza del controllo fiscale. Chi sostiene l’evasione fiscale sostiene anche la criminalità organizzata. Se non si toglie il “cibo” alla criminalità, gli arresti e le condanne dei giudici saranno inutili, perché altri andranno a prendere il posto resosi libero, come avviene per le vipere o per i topi. Possiamo fare qualcosa noi poveri cittadini? Certamente! Per prima cosa è non tenere comportamenti che possano sostenere il “braccio pulito” della criminalità. Come? Si può partire per esempio da non acquistare da chi non è a posto, anche iniziando da chi non rilascia scontrini fiscali. Ma ora abbiamo un’occasione: le elezioni. Se la Politica e i Burocrati sono il terreno su cui la criminalità può trarre vantaggi e sicurezza, chiediamo ai partiti di escludere dalle liste non solo gli inquisiti, ma neanche le persone dubbie. Chiediamo liste pulite e incominciamo a valutare le liste per la loro pulizia, tanto i programmi dei partiti sono tutti belli. Ci sono partiti che sono sempre sulle pagine dei giornali perché i loro rappresentati vengono indagati, arrestati e condannati; ci sono partiti guidati da pluriindagati ed anche condannati; ci sono partiti che hanno modificato le leggi della Repubblica con il risultato “inatteso” di evitare condanne dei loro maggiorenti; ci sono partiti che sostengono l’evasione fiscale, non solo a parole. Ci sono grandi politici che si arrabbiano con la magistratura, se li indaga e chiedono l’inquisizione dei magistrati; ci sono politici che festeggiano pubblicamente condanne perché meno gravi di quanto atteso. Ecco smettiamo di dare a loro l’appoggio e ai partiti che hanno personaggi di questo tipo. Chiediamo a gran voce il rinnovo dei quadri politici. Ci rendiamo conto che sono sempre gli stessi politici che da decenni ci stanno rovinando con i loro accordi sotto banco? Argomenti: #attualità , #criminalità , #giustizia , #mafie , #opinione , #politica Leggi tutti gli articoli di Giovanni Gelmini (n° articoli 506) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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