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Basta mamy e papy!

L’idea del Ministro inglese per la scuola anticipa l’applicazione sull’uomo di ricerche scientifiche sempre più inquietanti sulla riproduzione umana: sperma femminile e embrione con tre genitori

Di Cricio

Sembrerebbe che gli inglesi si divertano a complicarsi la vita. Secondo il popolare quotidiano Daily Mail Ed Balls, il Ministro per la Scuola e l’Infanzia, farà propria la proposta lanciata dall’organizzazione Stonewall per i diritti degli omosessuali. Lo scopo è quello di abituare i bambini all’idea che possano esserci genitori dello stesso sesso. Per raggiungere questo scopo, non si potrà più usare le dizioni “padre” e “madre” che dovranno essere sostituiti da “genitore”.

La cosa è abbastanza sconvolgente: per noi è difficile pensare che una coppia omosessule possa avere figli in affidamento, ma la Gran Bretagna non si ferma qui e fioriscono gli studi sulla riproduzione omosessuale.

La rivista New Scientist ha appena pubblicato uno studio di alcuni ricercatori della Newcastle Upon Tyne University in cui viene presentata una tecnica particolare: partendo da cellule staminali femminili si ottengono spermatozoi in grado di fecondare l’ovulo femminile. Quindi due femmine possono produrre un figlio veramente loro. Si avvera il sogno femminile di non aver più bisogno del maschio per la maternità. La tecnica per ora è stata sperimentata sui topi e comunque da questo tipo di inseminazione nascerebbero solo femmine perché nello sperma manca il cromosoma Y. I tempi per arrivare ad un uso di quella tecnica sull’uomo sono lunghi, ma si sa che quando una via è aperta, se ci sono interessi economici, come sicuramente ci sono in questo caso, la scienza arriva ad affinare le tecniche per un uso diffuso.

Ma siamo andati oltre! Sempre nell’università di Newcastle, degli scienziati hanno prodotto un embrione umano con tre genitori diversi. Lo scopo dichiarato è di eliminare in modo definitivo una ampia gamma di malattie ereditarie, come emofilia e distrofia muscolare.

Ricordo solo qualche decennio fa lo scandalo creato dalla fecondazione in vitro e il problema etico dei donatori di sperma, poi vennero le donatrici di ovuli, quindi dell’utero in affitto. Oggi siamo arrivati a queste tecniche. È evidente che, malgrado tutte le remore e gli ostracismi che i benpensanti cercano di elevare, la scienza non si può fermare.

É indubbio che queste vie lasciano sconcerto e preoccupazione. Il pensiero è che fa sempre di più inquietante è che si vada verso la possibilità di forzare la natura per scopi non “amorevoli”; non si tratta del desiderio di qualche lesbica di diventare padre e madre che preoccupa in sostanza, ma gli abusi che possono nascere da queste tecniche e la possibilità di stravolgere strutture psicologiche e di difesa naturale che ci sorreggono da migliaia di anni, fin dal “Paradiso Terrestre”.

Dove può portare lo sviluppo di queste ricerche?
Cosa significa controllare completamente la riproduzione?
Non si tratta di egoismi, di lotta fra i sessi, ma di problemi etici veri e la soluzione non è certo nella promulgazione di divieti e scomuniche, ma, per evitare che si verifichino abusi e concessioni al puro egoismo, si deve ricorrere alla formazione etica delle persone. Proprio quella formazione che la nostra società tende a snobbare, a ridurre al minimo, a estromettere dalla famiglia e dalle scuole per sostituirla con “il successo”, con il sentirsi “in”.

Se la Chiesa, invece di vietare, si preoccupasse di formare le persone nell’etica, che se vera vuole dire anche libertà di pensiero, forse non saremmo così preoccupati e tante questioni sociali ,che viviamo sarebbero meno problematiche.

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