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Anno IV n° 3 MARZO 2008 IL MONDO - cronaca dei nostri tempi |
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Malpensa un grande aeroporto, fatto da gente piccola
La mancata scelta tra Malpensa e Linate, la sottovalutazione delle esigenze di collegamento, non solo col centro della città meneghina, ma più in generale con la Lombardia e l’aver puntato su Alitalia, hanno reso non fruttifero l’investimento su Malpensa
Di Giovanni Gelmini
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Questo è il problema: Malpensa: è nata sotto una cattiva stella, la stella di politici pasticcioni e incapaci di scelte lineari e coerenti, che hanno creato problemi fin dagli anni ’50 e che il Governatore della Lombardia, che da 13 anni governa dall’alto del Pirellone il declino della “locomotiva d’Italia”, non ha ereditato e non ha saputo risolvere.
Il primo aeroporto “commerciale” di Milano, avviato nel ‘35, è Linate, questa collocazione è stata avvantaggiata dall’estrema vicinanza alla città a cui, per di più, è stata subito collegata con una grande strada a doppia carreggiata, l’attuale viale Forlanini. Ma alla fine della seconda guerra mondiale, mentre Linate è “inagibile” per motivi militari, Varese, aiutata dalla belga Sabena, lancia Malpensa, che fino a quel momento era un piccolo aeroporto per le prove degli aerei. A questo punto i Milanesi non riescono a reagire in difesa di Linate, ma assorbono Malpensa. L’idea è di farne l’aeroporto internazionale e lasciare a Linate i voli nazionali. Immediatamente appare il problema dell’insufficiente collegamento di questo aeroporto con Milano e con la rete infrastrutturale lombarda; nessuna iniziativa concreta è stata fatta per migliorare questa situazione quando forse questo era possibile perché il territorio era meno occupato da costruzione e i soldi da investire erano maggiormente disponibili. Oggi questo problema è pesantemente peggiorato ed è ancora il più grave handicap di questo aeroporto. Malpensa oggi è raggiungibile praticamente passando solamente da Milano. Nelle prossime settimane sarà aperto al traffico il collegamento autostradale verso Novara, ma il collegamento verso est con la cosiddetta “Pedemontana” è di la da venire. Anche i collegamenti ferroviari si limitano al “Malpensa – Express”, una navetta che collega l’Aeroporto con il centro di Milano che arriva alla stazione delle Ferrovie Nord di piazza Cadorna e che è così completamente sconnessa dal sistema ferroviario lombardo e nazionale e scollegata pure con l’aeroporto di Linate. Tutti gli aeroporti lombardi, Malpensa, Linate e Orio al Serio, sono collegati fra di loro solo con sistemi di scomodi e insicuri autobus-navetta, che percorrono strade intasate e troppo spesso bloccate da incidenti. Era previsto anche un collegamento ferroviario verso est, la “Gronda Nord Ferroviaria”, che, passando da Saronno, Seregno e Bergamo, poteva collegare Malpensa all’est senza passare da Milano, ma ad oggi è in corso il progetto solo per la riattazione del tratto dismesso Saronno - Serengo. La Gronda Nord Ferroviaria permette di connettere anche l’aeroporto di Orio al Serio. Si parla da anni anche di un collegamento tra il sistema ferroviario e Linate, cosa non difficile, ma nessun progetto è in corso. Solo la metropolitana Milanese sta procedendo alla realizzazione di una linea che colleghi Linate, ma resta sempre un collegamento locale e non col più ampio territorio della Lombardia e delle regioni limitrofe. Per far decollare Malpensa i politici si sono affidati a pressioni su Alitalia affinché in quello scalo venissero attestate numerose linee intercontinentali, spostando anche gran parte del traffico internazionale già presente a Linate. Ma chi ha fatto questo non ha fatto i conti con la grande vulnerabilità economica di Alitalia; questa forzatura ha invece ulteriormente messo in ginocchio la compagnia di bandiera che già navigava in cattive acque. Perché forzare un Hab dove con difficoltà ci stava un Aeroporto internazionale? Perché non precodere in modo prioritario a sistemare le infrastrutture, utili a tutti e non solo ai viaggiatori di Malpensa , invece di investire su una cattedrale nel deserto? Ma vediamo cosa vale Malpensa in termini di movimento passeggeri.
Ecco quindi che la decisione di Alitalia di dismettere Malpensa è economicamente corretta, non solo per la compagnia, ma anche per il servizio svolto ai passeggeri. Se non fosse così ci sarebbe la corsa da parte delle altre compagnie importanti ad accaparrarsi il mercato lasciato libero da Alitalia, ma Luftansa & C non mostrano un grande interesse, solo Ryanair ha fatto un’offerta, ma per voli in Europa e questo non piaceva ai milanesi che vogliono un Hub a tutti i costi. Quindi credo che si possa individuare il problema di Malpensa come la giusta conclusione di errori in strategie e investimenti fatti dai geni milanesi e nient’altro. Infatti il problema della mobilità in Lombardia è insopportabile da almeno trenta anni, chi ha pensato a rilanciare Malpensa non poteva ignorarlo, ma invece lo ha fatto e oggi piange inutilmente sul latte versato, mentre i cittadini devono piangere sui soldi e le opportunità sprecate da questi incapaci. |
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