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Vediamo cosa è La via Francigena Da Canterbury a Roma: attraversa l’Europa lungo la Via Francigena Di Serena Bertogliatti
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È Francigena perché attraversa la Francia, ma parte in Inghilterra, in quella Canterbury famosa per i racconti che Geoffrey Chaucer scrisse, da cui Pasolini trasse un film. Racconti di sconosciuti che si narrano l’un l’altro durante un pellegrinaggio: di questo parliamo, poiché la Via Francigena porta pellegrini fino a Roma attraversando il continente europeo, da Nord a Sud. Più di 1500 chilometri verso la tomba di San Pietro, passando per Calais, Reims, Aosta, Pavia, Parma, Lucca, Siena, Viterbo e molte altre città.
L’arcivescovo Sigerico (tramite i suoi scritti conosciamo ora le tappe di questo pellegrinaggio) vivente alle soglie dell’anno 1000, impiegò 79 giorni per percorrere il cammino. Oggi è nettamente diverso. La Via Francigena non è, in realtà, un’unica via. Si sviluppò sfruttando i percorsi già resi agibili dalle strade romane, che sicuramente avrebbero semplificato un percorso interrotto da terre allora poco battute. Ciò la rese, e la rende tutt’oggi, un collegamento non solo tra monasteri, in cui era possibile, e lo è ancor oggi, trovare rifugio, ma anche tra città, per cui quelle stesse vie erano arterie che collegavano le diverse parti del cuore dell’attuale Europa. La Via Francigena diviene così un viaggio-testimonianza che riunisce in sé tappe intrise di storia, e per ogni città che attraversa varrebbe la pena soffermarsi per una visita dettagliata. Architetture, opere d’arte di mattoni o su tela; cultura popolare – così caratteristica in Italia – e gastronomica – vera perla italiana; da poco tempo la Via Francigena è stata riscoperta, e subito rivalorizzata. La data simbolica a cui ci riferiamo è il 1994, anno in cui il Consiglio Europeo la proclamò strada della cultura. Il più famoso Cammino di Campostela l’ha a lungo messa in ombra, ma ha anche fatto sì che la Penisola cercasse un corrispettivo locale. A causa di questa sua “giovinezza”, e rispetto al percorso iberico, può godere dei “pro” della sua poca fama: sono passati pochi anni, e ciò significa che non si è ancora avuto il tempo di sommergerla di infrastrutture, e tramutare i modesti alberghi che la accompagnano in franchising di catene alberghiere. La Via Francigena ha ancora il “lusso della scomodità”: non esiste un’organicità che la omogeneizzi, è piuttosto un lungo serpente fatto di segmenti culturali disomogenei che ancora mantengono la propria individuale peculiarità. Una fortuna o una sfortuna? Entrambe. Il cittadino del mondo, abituato a colazioni internazionali e guide for dummies in ogni edicola che gli dicano dove si trova, quale è la prossima tappa in programma e quante ore e minuti e secondi occorreranno (e che gli dica magari anche chi è e cosa vuole), si troverà senz’altro abbandonato a se stesso. Ma il curioso, disposto a informarsi sui luoghi in cui andrà, avrà una fortuna oggi rara: visitare un segmento d’Europa non organizzato, non semplificato da Euro e sportelli con telecamera annessa ogni venti chilometri; visitare l’Europa seguendo un filo che non è logico per gli odierni standard, e che si snoda dentro al viaggiatore e non secondo cartelli stradali. Una buona base per avere informazioni riguardo la Via Francigena si può trovare sul sito (in italiano): http://www.viafrancigena.com/ Argomenti: #canterbury , #cultura , #francia , #italia , #pellegrini , #roma , #sabbioneta , #storia , #turismo , #uk , #via franchigena Leggi tutti gli articoli di Serena Bertogliatti (n° articoli 43) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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