Una giornata di sole primaverile può rivelarci piacevoli aspetti inconsueti della laguna di Venezia. Si pedala tra terra e mare, si “vivono” storiche vestigia della Serenissima, si respira un’atmosfera da nostrana Camargue: un itinerario particolarissimo, tra isole e litorali che dividono la laguna dal mare Adriatico, creando due ambienti acquatici nettamente distinti.
Si parte dal Lido, la più importante delle isole della laguna, che si raggiunge senza difficoltà con i mezzi ACTV: oltre alle linee 1 e 52 da piazzale Roma, c’è la linea 6, una comoda e capiente motonave che parte da San Marco.
Sbarcati al Lido, ci si trova in piazzale S. Maria Elisabetta, proprio di fronte alla piccola chiesa omonima che risale al XVI secolo. Imboccando diritti il Gran Viale, sulla sinistra si trovano un paio di punti-noleggio di biciclette, il mezzo migliore per godere senza fretta il paesaggio e gli angoli nascosti di questa striscia di terra lunga 12 chilometri.
Pedalando lungo il Gran Viale notiamo eleganti alberghi e case in stile Liberty.
Arrivati in piazzale Bucintoro, che si affaccia sul mare, prendiamo a destra il lungomare Marconi; a pochi metri si presenta in tutta la sua eleganza l’Hotel des Bains, circondato dal verde. Qui Thomas Mann ambientò il romanzo “Morte a Venezia”, da cui Visconti trasse il suo bellissimo film.
Procedendo lungo il viale tra due file di pini marittimi, ecco due strutture in severo stile fascista, il casino Municipale e il Palazzo del Cinema. Poco più avanti, sulla sinistra, il Grand Hotel Excelsior eleva le sue cupole moresche davanti ad una piccola darsena.
Alla fine del lungomare Marconi, un sentiero in terra battuta porta sui murazzi, la lunga e poderosa linea di difesa dal mare costruita dalla Repubblica Veneta nel 1700. Con il mare a sinistra e una fascia di verde a destra, procediamo lungo una comoda striscia di cemento verso il sud dell’isola, osservando numerose costruzioni militari, alcune risalenti ai tempi della Serenissima, altre costruite durante la Seconda Guerra Mondiale.
A 4 chilometri dalla partenza vediamo spuntare sopra gli alberi il campanile e le case di Malamocco, borgo molto caratteristico, con piazze, calli e campielli circondati da canali. Prendendo il Rio Terà raggiungiamo piazza delle Erbe, che era una darsena dove gli ortolani caricavano le verdure per il mercato di Venezia. Di fronte, l’elegante arco del ponte di Borgo introduce a Calle della Madonna e a piazza Maggiore. A Malamocco notiamo numerosi leoni scolpiti, infatti la furia iconoclasta verso l’effigie di San Marco scatenatasi dopo la caduta della Serenissima non arrivò fin qui.
Continuando a pedalare raggiungiamo il piccolo paese di Alberoni, con il suo bel piazzale che si affaccia direttamente sulla laguna. Poco oltre si nota l’entrata del Circolo Golf Venezia, costruito sulla base dell’antico forte Punta, di cui rimangono alcuni edifici. E’ aperto ai visitatori solo il lunedì: se si capita in quel giorno si può passeggiare fra i prati curatissimi, i laghetti, i canali immersi in una ricca vegetazione.
Dopo il Golf seguiamo la larga strada verso il pontile di imbarco del ferry-boat per Pellestrina. Nell’attesa (le corse sono ogni mezz’ora) ci possiamo dirigere a sinistra verso il faro Rocchetta, prendendo come riferimento la torre dei piloti del porto.
Sbarcati a Pellestrina, continuiamo a pedalare per una decina di chilometri, un po’ su strada e un po’ sui murazzi, in un ambiente dove il tempo sembra essersi fermato. Casette multicolori, panni stesi, barche da pesca, casoni su palafitte, allevamenti di mitili nelle acque argentee della laguna… è forse uno dei posti più belli dell’intero estuario veneziano. Vale la pena di fermarsi un po’, magari per buon pranzo in uno dei ristoranti che offrono specialità di pesce freschissimo.
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