Orio al Serio, praticamente periferia di Bergamo, discoteca, una ragazza prende la sua prima “pasticca” e muore di emorragia celebrale. Era una giovane di 19 anni, sportiva, una promessa dello sci, e con la voglia di vivere, non certo con quella di morire.
Ha fatto a tempo a dire cosa e come e così è stato arrestato lo spacciatore, che è accusato, oltre che di spaccio di droga, anche di omicidio; la discoteca è stata chiusa e non è la prima volta. Già a febbraio era stata chiusa per alcuni giorni: i carabinieri avevano trovato una persona con alcuni grammi di droga e un sacchetto di ecstasy abbandonato.
Giuseppe Bacis, medico tossicologo del Centro antiveleni degli Ospedali Riuniti di Bergamo, sul quotidiano locale “L’Eco di Bergamo” afferma che anche una sola pastiglia di ecstasy può provocare la morte: “Sono casi rari, ma è possibile che dopo un'ingestione di ecstasy, anche in quantità modesta, possa provocare un evento letale”. Purtoppo pochi credono alla grande pericolosità di questi prodotti.
Ora questa morte è l’ennesima, non la prima di tante morti di giovani e una domanda mi pongo: che vita proponiamo loro?
La ragazza era impegnata, non una sbandata; ma avete mai provato a stare in una discoteca? Per resistere occorre qualcosa in più di acqua minerale, che sia caffeina o altro, occorre! Non è sopportabile quell’insieme di musica, luci; agitazione per molto tempo e invece oggi sembra che ci si possa divertire solo in tarda serata, tirando la mattinata così: ore ed ore senza sonno ad agitarsi in una solitudine collettiva.
Non diamo la colpa solo ai giovani perché dobbiamo chiederci: dove sono i genitori? Se un genitore prova a dire qualcosa passa per arretrato; la riposta pronta del figlio o della figlia è: “ma tutti fanno così, perché io no?” Già, perché nessuno ha il coraggio di dire no, tu no! E così la moda dello sballo diventa sempre più pericolosa.
È comunque vero che un singolo genitore ha grande difficoltà ad opposi a mode inaccettabili. Perché i locali devono restare aperti a ore inusitate? Perché la vita nella discoteca inizia a mezzanotte? Dove è la responsabilità dei gestori?
Quando si è ottenuto che venisse imposta una chiusura alle 3 del mattino c’è stata la sollevazione e così le morti proseguono e spesso coinvolgono sulle strade anche chi non c’entra.
Per far fronte a questo non è sufficiente che solo qualche genitore dica no, ma occorre anche una preparazione culturale dei giovani stessi. Se prima la persona veniva valutata dalla comunità per le sue qualità morali, oggi sembra essere il contrario: viene valutata per i soldi che ha,.o meglio che mostra di avere. Oggi sembrerebbe addirittura che più uno è squallido moralmente più è osannato: Essere onesti e vivere una vita “naturale” non paga.
Spesso diamo la colpa alla scuola, ma forse in questo la scuola c’entra poco: è imputabile più per omissione che per volontà. La scuola oggi, come ieri ,è sicuramente una palestra di vita e lì possono verificarsi le aggregazioni tra i giovani che poi portano alle gang di vario tipo o alle amicizie positive. La debolezza degli insegnanti e dei dirigenti, mal pagati, è anche legata al tentativo di non essere coinvolti in cose che non riescono poi a controllare, all’essere soli senza supporti adeguati, al non essere sufficientemente motivati
Anche la Chiesa purtroppo non riesce ad aiutare i giovani a formasi moralmente: è troppo ossessiva su certe cose e non sempre sa dare il buon esempio.
La grande assente è indubbiamente la famiglia, che oggi ha perso i valori morali che prima erano ritenuti fondati e che permettevano di insegnare il comportamento morale ai figli, perché ricordiamolo ancora, non è con i divieti che si insegna, ma con gli esempi. Dove sono gli esempi?
Questo è il punto: la generazione dei genitori di oggi è quella del:”tutto e subito” e queste sono le conseguenze.
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