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I sogni della vita La chiave e la porta Di Cricio
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La strada è illuminata da lampade con luce fioca e rossastra, l’asfalto è lucido dalla pioggia, ma la sera è tiepida, non fa freddo. Sono ad un incrocio che conosco bene, ho due posti dove posso andare a dormire, due stanze mi aspettano. Scelgo, vado a sinistra. La strada è nota, palazzi con la facciata in finta pietra, negozi chiusi e bui, cancelli tra un palazzo e l’altro. La strada è vuota, ci sono solo io, anche se l’ora non è tarda e siamo nel centro della città. ![]() Al suo posto una scatola nera in cui la mia chiave non trova la possibilità di funzionare. Ma quanto sono sciocco, c’è una chiave dentro la nuova toppa, non è di quelle vecchie, ma di tipo nuovo, di acciaio con la cifratura sul fusto piatto. Giro la chiave ed il portone si apre, la luce fioca illumina l’androne del palazzo: è ancora quello di una volta, con i gradini subito dopo l’entrata che portano all’atrio vero e proprio da dove partono le scale verso i piani superiori. Conosco quelle scale e mi avventuro sicuro sui gradini di pietra. Ecco sono sul pianerottolo ed esco sul ballatoio, è una casa di ringhiera, non ho mai abitato in una casa di ringhiera, ma non mi meraviglio, sono tranquillo, sono a casa mia. Ecco la porta, una porta di legno spesso, con la maestà lavorata e ben dipinta con vernice marrone scuro. Provo ad aprire, ma la serratura resiste. In fondo al ballatoio, a poca distanza c’e la veranda illuminata della padrona di casa, vado là. All’ingresso, ridosso alle vetrate, ci sono enormi ficus verde smeraldo, il soggiorno è arredato con mobili vecchi, del periodo della seconda guerra mondiale: legno impiallacciato con forme tondeggianti. La vedo sdraiata su divano sul fondo con una coperta color cammello sul corpo, ha i capelli disordinati anche se raccolti e mi fissa con i suoi occhietti furbi che ti dicono che lei sa come fare. - Signora - la interpello tranquillo- non riesco ad
entrare nella mia stanza Senza darle neanche il tempo di rispondere, ritorno sui miei passi. Altre stanze mi aspettano in cui potrò trovare un riposo tranquillo e sicuro, ma nel scendere le scale mi accorgo che lo spazio a mia disposizione si è ridotto, ogni giorno è sempre più piccolo. Argomenti: #racconto Leggi tutti gli articoli di Cricio (n° articoli 131) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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