REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno IV n° 7 LUGLIO 2008 - MISCELLANEA Al margine di “Medioevo a Trieste” |
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Rimangono, inglobate nella muratura del campanile, le colonne e il basamento della parte sinistra di un propileo, o ingresso monumentale; un portico colonnato con gradinata centrale che dava accesso ad un'area forse sacra, con il tempio capitolino. Si vedono anche resti dei bassorilievi che decoravano il propileo, databile alla metà del I sec. d.C. Nel V sec. venne eretta una primitiva basilica cristiana (rimangono frammenti del mosaico nel pavimento attuale della cattedrale). Questo edificio, ampliato e arricchito nel VI sec., venne sostituito alla metà dell'XI da una chiesa dedicata a S. Maria. Nello stesso periodo, parallelamente a sud, venne eretto un sacello, piccolo edificio quadrilatero con cupola, destinato al culto dei martiri e in particolare alle reliquie del triestino S. Giusto. Nel XIV sec., probabilmente su iniziativa del vescovo lombardo Rodolfo Pedrazzani, queste vennero unificate, creando un'unica chiesa a cinque navate: vennero infatti demolite le due navate adiacenti (quella destra della chiesa di S. Maria e quella sinistra di S. Giusto) e al loro posto creata la grande navata centrale. Fu allora costruita una nuova facciata, semplice in corsi di pietra arenaria, che è arricchita da un elegante rosone gotico in pietra bianca. Gli stipiti del portale centrale sono formati da un monumento sepolcrale romano con i ritratti di sei personaggi della famiglia dei Barbi, che fu segato a metà e montato invertendo le due parti. Sul lato sinistro, si impone la mole del possente campanile trecentesco decorato da rilievi romani e da una statua trecentesca raffigurante San Giusto, patrono della città.
All’interno, gli absidi delle due navate laterali, originariamente navate centrali delle due chiese affiancate, recano preziosi mosaici medievali: la navata di sinistra una Madonna in trono tra gli Arcangeli, sovrastante la serie dei dodici Apostoli; l'altra, Cristo tra S. Giusto e S. Servolo, su uno sfondo d'oro. Sono opere di maestranze bizantine dei secoli XII-XIII. Nella fascia inferiore, sotto il mosaico con il Cristo, si conserva un ciclo di affreschi duecenteschi, che narrano il martirio di S. Giusto. Erano stati ricoperti nel Trecento con nuovi affreschi raffiguranti la stessa storia, oggi rimossi e visibili nell’adiacente Cappella di S. Giovanni o ex-battistero. Il mosaico dell’abside maggiore, raffigurante l’Incoronazione della Vergine, è stato realizzato nel 1933 da Guido Cadorin, riproponendo il soggetto dell’originario affresco quattrocentesco, distrutto nell’800.
A sinistra del campanile, l'edificio con portichetto è la cappella di S. Giovanni Battista, l’antico battistero, che conserva il fonte battesimale esagonale a immersione del IX sec. A destra della cattedrale completa l'atmosfera medioevale della sommità del colle la piccola chiesa di S. Michele, risalente ai secoli XIII-XIV.
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