E’ stata riconquistata al patrimonio italiano la “Madonna col Bambino” di Bernardino di Betto detto il Pintoricchio. La bellissima tavola era “emigrata” all’estero alla fine dell’Ottocento ed è recentemente “ricomparsa” in un’asta al Dorotheum di Vienna. Qui, lo scorso mese di aprile, l’ha “conquistata” la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia che ha voluto recuperare alla città e al patrimonio nazionale quest’opera di assoluto livello di un artista, il Pintoricchio appunto, cui Perugia e l’Umbria stanno per dedicare importanti celebrazioni nei 550 anni dalla nascita.
La tavola, dopo il suo rientro in Italia, è stata sottoposta ad esami per verificarne lo stato di conservazione (il supporto ligneo era stato manomesso, senza tuttavia danni alla pellicola pittorica) e quindi è stata affidata ad un laboratorio di restauro.
Sarà il gioiello di una raffinata “appendice” della grande mostra su Pintoricchio che dal 2 febbraio al 29 giugno, sarà allestita alla Galleria Nazionale dell’Umbria (una seconda sezione è prevista a Spello), “appendice” che offrirà al pubblico la “Madonna con Bambino” di Pintoricchio nella storica cornice di Palazzo Baldeschi al Corso, sede espositiva della Fondazione. Una occasione davvero imperdibile per ammirare il capolavoro ritrovato ma anche gli splendidi Saloni del Palazzo. Lo stesso Palazzo ospita anche la grande esposizione delle “Maioliche Rinascimentali” della straordinaria Collezione della Fondazione, collezione tra le più importanti al mondo.
A Palazzo Baldeschi, l’opera di Pinturicchio non sarà sola. Sono destinati a farle da “pendant” altri quattro capolavori della collezione Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, opere anch’esse di artisti umbri vissuti a cavallo fra ‘400 e ‘500: la “Vergine Assunta fra i santi Tommaso e Sebastiano” e la “Madonna col Bambino in trono, santa Maria Maddalena e santa Lucia”, entrambi opera di Matteo da Gualdo (1435 ca – 1507); la “Deposizione nel sepolcro”, di Lattanzio di Niccolò (1480 – 1527) e Niccolò di Liberatore detto l’Alunno (1430 ca – 1502) e la pregevole tavola di Pietro Vannucci detto il Perugino (1450 ca – 1523) raffigurante la “Madonna col Bambino e due cherubini”.
Ma c’è dell’altro: verrà esposto in mostra l’originale della lettera che in data 14 ottobre 1500 Cesare Borgia indirizzò ad Alfano Alfani in Perugia perché questi concedesse l’uso di un pozzo a “Bernardino Pintoricchio da Perosa”, “recognosciuto per nostro familiare”, che costruiva la sua casa a Perugia.
La lettera era già nota e pubblicata da E. Steinmann, Lipsia 1898, ma di essa si erano perse le tracce; la Fondazione l’ha acquistata da un privato nel 2006.
Il recupero alla Città di questi importanti documenti della storia umbra e la loro esposizione in Palazzo Baldeschi rappresentano una ulteriore testimonianza dell’attenzione che la Fondazione - nell’ambito dei propri settori di intervento - rivolge da sempre alla salvaguardia, al recupero e alla valorizzazione del patrimonio artistico del proprio territorio.
In questa ottica sostiene in maniera considerevole tutti gli eventi volti a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e del mondo scientifico e culturale in genere su quegli artisti e su quelle opere che hanno fatto grande la terra umbra: così è stato con la Mostra su Matteo da Gualdo a Gualdo Tadino, per la grande Mostra sul Perugino a Perugia e sul territorio, per la grande rassegna monografica sul Cerrini a Perugia, per la mostra sull’arte dell’800 umbro (svoltasi in contemporanea nelle sei città sedi delle fondazioni umbre) e, infine, per la Mostra della propria collezione di Maioliche rinascimentali a Perugia, tuttora in corso.
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