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![]() REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno IV n° 7 LUGLIO 2008 - MISCELLANEA Viaggiare in bicicletta |
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Lasciamo Spello per scendere nella piana percorsa dal fiume Topino e raggiungiamo Bevagna, cittadina ai piedi di verdi colline, chiusa da mura. Verso Spoleto pedaliamo sulla pista ciclabile che corre lungo gli argini del Clitumno, del Teverone e del Marroggia. Pedalando immersi nella campagna tra filari di pioppi, scorgiamo sulla sinistra, arroccati sulle colline preappeniniche, il borgo di Trevi (dove pure c’è un’opera di Pinturicchio in San Francesco) e il castello di Pissignano. Ecco le fonti del Clitumno: le acque limpide e fresche sgorgando dalla roccia formano un laghetto circondato da un’oasi verde, un luogo idilliaco disturbato purtroppo dal traffico della Flaminia che passa vicinissima. Ormai manca una manciata di chilometri a Spoleto e già scorgiamo il bel panorama dei contrafforti collinari che fanno da cornice alla città. Superata la stazione ferroviaria, attraversiamo il ponte Sanguinario per raggiungere il centro storico, ricco di monumenti e di ambienti che trasudano storia e cultura e che ogni estate diventano cornice del “Festival dei due mondi”. Nel Duomo è opera di Pintoricchio la cappella di S.Leonardo. Quaranta chilometri di saliscendi ed appare, tra il verde e l’azzurro, il profilo di Todi con i suoi campanili e tetti antichi, frammento di medioevo umbro. In città infatti l’impronta dominante è ancora quella del secolo XII, il periodo aureo del Comune, in cui fu edificata l’ultima cerchia delle mura che racchiude le precedenti etrusche e romane. L’ultima tappa, da Todi ad Orvieto, è un viaggio nel tempo oltre che nello spazio: si percorre una strada importante, che prima della costruzione di superstrade a fondovalle era “la via del mare” verso la Maremma e il Tirreno. Oggi è il regno dei ciclisti: si arrampica sui colli del Tuderte con continue curve, poi sbuca su un altopiano per tuffarsi verso la piana Orvietana, regalando squarci d’azzurro verso il lago di Corbara. Tanta campagna ben coltivata, qualche boschetto, panorami stupendi e una gemma di pietra: Prodo, con il suo castello del 1400. Arrivati ad Orvieto Scalo, possiamo salire ad Orvieto, alta sulla rupe di tufo biondo, con la funicolare (che trasporta le biciclette) e ci troviamo nei giardini della Rocca, non lontano dal Pozzo di San Patrizio, ardita struttura ipogea di Antonio da Sangallo. Saliamo da via Postierla verso il Duomo: l’incanto della facciata splendente di marmi policromi, sculture e mosaici illuminata dalla luce violetta del tramonto ci lascia senza fiato! Info: tel 199.199.111 www.mostrapintoricchio.it
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