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Al margine di “Medioevo a Trieste”

Il Castello di San Giusto




Sulla sommità del colle che domina Trieste si erge il Castello, che della città può essere considerato il simbolo. La storia di questo sito è lunga quanto quella della città: infatti dalla fine dell'età del Bronzo fino a tutta l'età del Ferro (1000 a. C.) un castelliere, l'abitato fortificato tipico della preistoria dell'arco altoadriatico, occupava la cima di questo colle, che è il più alto sulla riva del mare, strategicamente fondamentale per un controllo totale del territorio circostante. Da questo castelliere, nel corso della prima metà del primo millennio a. C., si sviluppa un centro abitato.

 
Il castello di San Giusto da piazza della Cattedrale con la basilica forense romana in primo piano
Con il tempo in questa zona sorgono gli edifici più importanti della città romana: il tempio dedicato alla triade capitolina (da questo il colle si chiamerà infatti "Capitolino"), con i monumentali Propilei (metà del I sec. d.C.) i cui resti sono visibili sotto il campanile della cattedrale di San Giusto; la Basilica Civile, databile al 133 d.C. e, accanto ad essa, la piazza del foro. I resti della basilica e la platea del Foro possono essere ammirati tuttora ai piedi del Castello.

Sulla sommità del colle si erge anche la Cattedrale di San Giusto, fondata su una preesistente basilica paleocristiana e completata nel Trecento; la chiesetta di S. Michele al Carnale del XIII sec. E il Museo Civico di Storia ed Arte con l'annesso Orto Lapidario.

La prima notizia dell'esistenza di un castello, risale al 1253. Un documento datato 6 maggio dello stesso anno, informa che il conte-vescovo Volrico di Trieste, esaurita ogni risorsa economica a causa delle guerre tra Guelfi e Ghibellini, cede per 800 marchi al Comune di Trieste, insieme ai vari diritti e possedimenti, il proprio palazzo, munito di torri e di alte finestre di cui però non rimangono nessuna traccia archeologica. Il graduale passaggio dei beni e dei poteri vescovili a favore del Comune continuò sino al 1295, quando venne dichiarata l'indipendenza dello stesso.

La storia vera e propria del Castello attuale è legata alle perenni guerre tra Trieste, Venezia e l'Austria: la prima per mantenere la propria indipendenza, mentre le altre due desideravano sottometterla. Nel 1382 infatti Trieste, logorata dalle guerre con Venezia e dalle lotte intestine, firma la propria dedizione all'Austria, secondo cui la città manteneva una sua autonomia amministrativa, ma veniva protetta da un Capitano Imperiale di nomina regia che era il capo militare della città. Nonostante ciò la città non era del tutto pacificata, e, nel 1470, l'imperatore Federico III ordinò la costruzione, a spese dei cittadini, di una casa fortificata, affiancata da una torre, in cima al colle di San Giusto, affinché il capitano cesareo, suo rappresentante a Trieste, potesse controllare efficacemente il borgo cittadino. Si tratta dell'edificio rettangolare a due piani sormontato da una torre a forma di "L" che oggi ospita il museo storico. Questa parte del Castello viene chiamata "Casa del Capitano" perché fu anche l'abitazione del capitano imperiale.

Castello di San Giusto. Il Cortile delle Milizie e la Casa del Capitano
Il primo piano è privo di finestre in facciata, mentre riceve luce da alcune finestre verso l'attuale Cortile delle Milizie ed era riservato ai servizi e agli uffici; il secondo piano, tenuto prudentemente molto alto, è aperto da cinque finestre in facciata e cinque sull'altro lato ed accoglieva l'abitazione del Capitano. Unico ornamento il terrazzino coperto oggi visibile dal Bastione Rotondo.

Il Bastione Rotondo con la Casa del Capitano
A piano terra c'era l'atrio tagliato a sghimbescio – che ora porta nel Cortile delle Milizie - con uno stallaggio nella parte sotto la torre e dall'altra uno stanzone per la guardia, attraverso il quale si accedeva alla cappella.

Intorno alla Casa del Capitano si sviluppò nei secoli seguenti la struttura del Castello. L'idea della fortezza triangolare con tre bastioni ai vertici si deve alla breve dominazione veneziana tra il 1508 e il 1509.
La Serenissima provvide alla costruzione del primo bastione circolare attorno alla preesistente torre federiciana, chiamato infatti bastione "Rotondo" o "Veneto".

I lavori vengono interrotti nel 1509, al ritiro delle truppe veneziane da Trieste: resta un castello incompiuto, formato dalla vecchia costruzione imperiale, da un bastione rotondo alto tre metri che la avviluppava in parte e da una cortina di mura che si allungava verso oriente. Il progetto della fortezza triangolare munita di bastioni non viene abbandonato, ma fino alla metà del XVI secolo i lavori alla fortezza continuano lentamente sotto la direzione dell'architetto triestino Gerolamo Decio, che consolida le parti già costruite e inizia l'erezione della cortina muraria verso Sud.

Sotto il comando del capitano imperiale Giovanni de Hoyos, insediatosi nel 1545, che voleva uno strumento per piegare lo spirito insofferente dei Triestini, viene realizzato il bastione di Sud-Est, che dà sul retro della cattedrale di San Giusto, chiamato "Lalio" - dal nome del progettista Domenico Lalio, noto architetto al servizio della Casa d'Austria, ricordato anche per la costruzione del Castello di Graz - oppure "Hoyos", dal nome del capitano imperiale che ne aveva voluto la costruzione. Per questo bastione viene scelta una forma poligonale più moderna, chiamata "a muso camuso", dovuta all'esigenza di adeguare il sistema difensivo alle più perfezionate tecnologie belliche seguite all'introduzione dell'impiego sistematico della polvere da sparo nelle armi pesanti. In questa occasione viene aggiunta una parte più bassa alla Casa del Capitano, per raccordarla al nuovo bastione. Nel 1553 i lavori al bastione sono a buon punto: per commemorare l'avvenimento vi viene murata una lapide in cui si vedono due teste contrapposte di squali: la figura assegnata a Giovanni de Hoyos dagli araldisti imperiali.

Nel 1557, anno della conclusione dei lavori, viene anche realizzato l'avancorpo che racchiude il vestibolo del castello - dove oggi è collocata la biglietteria e sono esposti svariati stemmi in pietra - con le due porte (una per i carriaggi ed i cavalli, l'altra per i pedoni) ora sospese nel vuoto prospiciente la basilica romana, tuttora visibili (l'attuale entrata sul lato corto dell'atrio è stata aperta nel 1590). Per il momento resta totalmente sguarnito il lato della fortezza verso la campagna, perché il pericolo per gli Austriaci continuava a venire dal mare o dalla città.

Attorno al 1630 la fortezza viene completata con l'esecuzione del terzo bastione, di forma triangolare, chiamato bastione "Fiorito" o "Pomis", dal nome dell'architetto imperiale Pietro de Pomis, autore anche della chiesa di Santa Maria Ausiliatrice e del Mausoleo di Ferdinando a Graz. Il Castello non fu mai al centro di fatti militari rilevanti: se ciò fosse avvenuto, con ogni probabilità oggi noi non potremmo ammirarlo, perché già in una relazione del 1639, a soli nove anni dal completamento, l'ingegnere imperiale Pieroni sottolineava come esso fosse del tutto inadeguato ad affrontare qualsiasi tipo di attacco od assedio.

Il Castello resta sede del Capitano Imperiale austriaco fino al 1750, quando Niccolò Hamilton, allora in carica, decide di trasferire la propria residenza in città, in un nuovo palazzo costruito nel 1749 sul luogo dell'attuale Tergesteo.

Il Castello diventa fortezza e caserma e, talvolta, anche prigione per le donne di malaffare e i delinquenti di stato: dal 1848 in poi ospita una guarnigione di truppe slave, tedesche o ungheresi che lo rendono inviso alla città; inoltre le casematte nei bastioni, originariamente vani per collocarvi i pezzi di artiglieria, vengono trasformate e usate come carceri politiche per tutto il periodo risorgimentale.

Nel 1918, con l'annessione di Trieste all'Italia, nel Castello si stabilisce il distretto militare e, nel 1930, l'intero comprensorio diviene proprietà del Comune. Nel corso degli anni Trenta viene così istituito il Museo che ospita l'armeria e gli arredi già di proprietà di Giuseppe Caprin, mentre la Casa del Capitano viene in parte a ri-assumere la sua fisionomia seicentesca. Negli stessi anni il Piazzale delle Milizie viene trasformato in un vasto teatro all'aperto per la realizzazione di grandi eventi spettacolari durante l'estate.

Gli ambienti della Casa del Capitano si presentano oggi nella forma che hanno assunto in seguito alle imponenti opere di restauro condotte prima dell'apertura al pubblico nel 1936. I lavori, diretti dall'architetto Ferdinando Forlati, mirano a liberare l'intero complesso dalle sovrastrutture sette-ottocentesche, cercando di riportare in luce le strutture originarie. Per gli esterni infatti particolare attenzione è posta al recupero dell'aspetto medievale: degli edifici del 1470 riemerge la torre della Casa del Capitano, antica architettura militare per anni celata dalle insignificanti forme di un edificio intonacato; si ritrovano le mensole di sostegno e l'arcone murato del terrazzino sul Bastione Rotondo, che viene ripristinato: qui, incise nelle pietre messe a nudo, si riconoscono anche alcune delle marche degli antichi scalpellini. Si riaprono i tre arconi sul Cortile delle Milizie e si ristabiliscono i sovrapposti fornici delle casematte del Bastione Lalio. Il piano di calpestio del Cortile delle Milizie viene abbassato di circa un metro per ricondurlo al livello originario e al centro del cortile vengono messi in luce i resti della polveriera esplosa nella notte del 9 luglio 1690, quando cinquanta barili di polvere da sparo vennero colpiti da un fulmine.

I restauri degli anni '30 hanno dunque liberato il Castello da ogni sovrastruttura posticcia, consentendo anche a noi di ammirarlo nell'aspetto originario, mentre la posizione strategica del forte fa sì che dai camminamenti e dai bastioni si possano godere straordinari panorami sulla città e sul golfo di Trieste.

Da allora il complesso è stato immaginato come naturale sede per manifestazioni culturali. D'estate in particolare, vengono programmati spettacoli all'aperto che trovano nell'ampia platea del «Cortile delle Milizie» spazi e cornice particolarmente suggestivi. Al visitatore, camminamenti e bastioni, offrono un incantevole panorama della città e del golfo mentre nel Museo Civico, sede del quale è il primitivo nucleo federiciano, viene proposto, insieme alla suggestione degli ambienti, un vasto repertorio di raccolte ed armi, oggetti ed arredi d'epoca.

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