Scritto e diretto da Scott B. Smith (sceneggiò “Soldi sporchi” con Sam Raimi) “Rovine” (The Ruins) è una piacevole sopresa e non il solito teen-horror raffazzonato senza personalità. Ci sono gli americani in vacanza (basta una battuta ed è liquidato/sbeffeggiato il genere "Quattro giovani americani in vacanza che spariscono? Non esiste” – “Four Americans on vacation don't just disappear! No way!”). Un giovane tedesco li convince - è il loro ultimo giorno in Messico - a seguirlo nella foresta e raggiungere il fratello che conduce gli scavi con alcuni archeologi, nei pressi di una piramide Maya appena scoperta.

Appena giunti sul luogo vengono inspiegabilmente attaccati con violenza da alcuni abitanti di un villaggio limitrofo. Ci scappa subito il morto e la tragedia, senza troppi giri di scene e perdite di tempo. Costretti a riparare sulla piramide, ben presto si rendono conto che qualcosa non va e che la Morte li accerchia sottoforma di strane piante senzienti.

Raccontato così, senza troppi preamboli, può sembrare l'ennesima sciocchezza attira spettatori del genere ma sbaglieremmo a classificarlo con tanta fretta. Ogni clichè è rispettato ma l'epilogo verso il finale consolatorio come un calcio in faccia, si dipana privilegiando l'aspetto umano della paranoia e della paura. La fanno da padroni i sentimenti negativi che scattano quando ci si sente in trappola attorniati da qualcosa di malvagio che finisce col corrispondere come uno specchio alla propria parte peggiore richiamando alla propria natura primordiale di predatori. Quel che non è riuscito all'amizioso Shyamalan con “The Happening” (ovvero costruire, a suo dire, un buon film di serie b) riesce con successo a “The Ruins”.


GIUDIZIO GENERALE ***
RITMO ***
IMPEGNO **
COINVOLGIMENTO **
Legenda : * scadente ** sufficiente *** discreto **** buono ***** ottimo

Argomenti:   #cinema ,        #film ,        #recensione

Leggi tutti gli articoli di Daniela Losini (n° articoli 85)
il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo