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Consigli utili Come risparmiare sul riscaldamento e avere sempre una casa confortevole Di A.LR.
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Ogni anno, in Italia, per riscaldare le nostre abitazioni bruciamo circa 14 miliardi di metri cubi di gas, 4,2 miliardi di chilogrammi di gasolio, oltre a 2,4 milioni di tonnellate di combustibili solidi, soprattutto legna e un po' di carbone. Così facendo si riversano nell'aria circa 380.000 tonnellate di sostanze inquinanti come ossidi di zolfo e di azoto, monossido di carbonio, ecc... Oltre alle sostanze propriamente dette inquinanti, si riversano nell'atmosfera anche più di 40 milioni di tonnellate di anidride carbonica (C02): questa, come è noto, contribuisce al formarsi del così detto "effetto serra" causando l'innalzamento della temperatura media del nostro pianeta. Il riscaldamento è, dopo il traffico, la maggiore causa di inquinamento delle nostre città. In termini economici, il nostro Paese deve spendere globalmente oltre 12 milioni di euro per l'acquisto dall'estero dell'energia, ed ogni famiglia italiana spende, in media oltre 500,00 euro l'anno per riscaldarsi.
È possibile ridimensionare questa spesa? La tecnologia e le innovazioni pongono chiunque nelle condizioni di ridurre i costi mantenendo i livelli di comfort a cui siamo abituati indipendentemente dal tipo di impianto installato (individuale o centralizzato) e dal combustibile usato (gasolio, metano, Gpl). Sicuramente la prima cosa di cui dobbiamo avere cura è che la caldaia sia al massimo dell’efficienza, e questo controllo va fatto almeno ogni anno prima di accendere la caldaia per la stagione invernale. Per anni sono andati “di moda” gli impianti autonomi, che hanno sicuramente il vantaggio di poter ben calibrare il funzionamento secondo le esigenze della famiglia, ma da un punto di vista dell’efficienza energetica possono non presentare la massima resa, anche per una manutenzione insufficiente. Se l’isolamento termico ben fatto della casa ci permette di avere una casa calda con poca spesa e una casa fresca d’estate senza necessità di condizionatori (possono bastare dei ventilatori e i deumidificatori chimici, oltre a rinfrescare la casa di notte tenendo aperte le finestre). La scelta della caldaia, l’isolamento dei tubi e il controllo su ogni singola stanza possono portare ad risparmi molto elevati oltre a migliorare la “vivibilità” evitando camere troppo calde e camere troppo fredde. Quale caldaia? La prima cosa da fare è dotarsi di una moderna “caldaia a condensazione”. Questo garantisce un maggiore rendimento a parità di energia recuperando il calore contenuto nei gas di scarico e risparmiando di conseguenza sul consumo di gas. Come funziona una caldaia a condensazione? Avete presente quei pennacchi bianchi, più o meno, densi che si vedono a volte uscire dai camini? Quei pennacchi sono il vapore che a contatto con l’atmosfera condensa e torna acqua liquida. In questo passaggio si libera calore, parecchio. È la stessa quantità di calore che è necessaria per far bollire l’acqua. Una caldaia tradizionale recupera solo il rendimento calorifico inferiore e disperde la differenza di rendimento sotto forma di fumi e vapore all’esterni. Una caldaia a “condensazione” fa avvenire la condensazione prima che i fumi vengano immessi nel camino e così la quantità di calore prodotto dal combustibile e ceduto all’acqua dell’impianto aumenta del 20-25% e con quello che oggi costano gasolio e metano non è certo poco. Ma ci sono altri risparmi possibili? Sì, certamente, troppo spesso i tubi dell’impianto sono isolati malamente o per niente isolati. Negli impianti di riscaldamento di edifici civili, l'acqua calda (tra i 50 ed i 90°C) partendo dalla caldaia, percorre le tubazioni di mandata, riscalda i radiatori e quindi l'ambiente, e ritorna a temperatura più fredda alla caldaia stessa. Se sentite le pareti dove passano calde quello è uno spreco, specialmente se si tratta delle pareti perimetrali. Per ovviare a questo si devono fare interventi pensanti. Per i tubi che passano nelle intercapedini dei muri perimetrali però con un intervento non eccessivamente costoso e di facile attuazione, si può procedere al riempimento delle intercapedini con materiale isolante. Si ottengono così più effetti: una maggior efficienza dell’impianto di riscaldamento, una maggior facilità al controllo della temperatura nelle stanze, un miglior isolamento sia in estate sia in inverno della casa ed infine anche una migliore insonorizzazione. Per i tubi negli scantinati, se sono a vista, è veramente opportuno procedere ad un corretto isolamento. Anche in questo caso i vantaggi vanno oltre il solo risparmio, infatti avrete cantine fresche dove potrete finalmente conservare anche il vino. Come faccio a regolare il caldo stanza per stanza? Questa regolazione avviene attraverso termostati. Negli impianti a radiatori è sufficiente sostituire la valvola del radiatore con una termostatica, che sulla base delle condizioni scelte attraverso la manopola, regola il flusso dell’acqua calda, fino a fermarla nel caso in cui la temperatura sia troppo elevata. Questo meccanismo, invece di spalancare le finestre se fa troppo caldo, riduce in modo certo gli sprechi. Spesso è sufficiente che l’impianto funzioni a pieno regime nelle prime ore della mattinata, per poi mantenere una temperatura gradevole per il resto della giornata. È utile ancora ricordare che non si devono coprire i radiatori con nulla, né simpatici copriradiatori, né tende e tanto meno con mobili. Ma per evitare quegli antipatici sbuffi neri sui muri sopra i radiatori? Questa è una soluzione facile e che da personalità alla casa. Si può piastrellare con piastrelle decorative il pezzo di muro per un 50 cm sopra il radiatore. Questo tipo di decorazioni realizzate con piastrelle sono tradizionali del Portogallo, dove spesso le pareti delle stanze (N.d.R. non solo cucine e bagni) sono per tradizione ricoperte con piastrelle decorative, ma anche in italia si trovano cose simili e... se non le trovate fattevele preparare da qualche amica che ha la passione di dipingere la ceramica. Questi “quadri” di ceramica sono facilmente incollabili con una colla per ceramica direttamente al muro anche senza ricorrere a persone “esperte; se non lo si è mai fatto è sempre consigliabile però fare una prova in un posto e con piastrelle comuni in modo da evitare di fare errori irreparabili. Per l’acqua calda mi hanno parlato del solare termico... conviene, perché non sono comuni? La risposta è fin troppo scontata. Il caldo del sole e la luce costituiscono un'alternativa alle forme di produzione energetica tradizionale ormai accertate e, per certi versi, utilizzate in modo mirabile. Il solare termico è sicuramente interessante e, con gli incentivi fiscali, si ammortizza in pochi anni. Il costo di un impianto per una famiglia può essere da 2000 a 4000€, dipende dalla superficie necessaria e dalla qualità dei pannelli. In considerazione dell’esistenza di un consistente incentivo fiscale, l’investimento è sicuramente interessante perché si ammortizza in pochi anni. Le tecnologie sono oggi molto affidabili e presentano un rapporto costi/benefici molto interessanti. Non è comune attualmente questo tipo di investimento sicuramente per molti motivi, tra questi la mancanza di una cultura innovativa in tutto quello che riguarda l’edilizia, ma tra i tanti non possiamo dimenticare che solarizzare l'Italia, anche solo per l'acqua calda sanitaria, significa sottrarre circa 70 miliardi di kw/h all’anno a chi attualmente vende energia elettrica o termica. Una sottrazione di fatturato di circa 10 miliardi di euro. Esistono delle leggi riguardanti queste manutenzioni? Tutta la normativa che riguarda la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti di riscaldamento è stata aggiornata con l'obiettivo di contenere i consumi di energia, ridurre le emissioni inquinanti ed aumentare la sicurezza. Si parte con la legge n. 10 del 1991, aggiornata con i successivi decreti di attuazione, in particolare il D.P.R. n. 412 del 26 agosto 1993 ed il recente D.P.R- 551 del 21 dicembre 1999. Ora la legge ha recepito i più recenti criteri tecnici per l'uso razionale dell'energia in disposizioni ed a questa si deve fare riferimento. Gli edifici nuovi, per i quali siano stati iniziati i lavori di costruzione dopo il 1 ° agosto 1994, devono essere progettati e realizzati in modo da rispettare le nuove normative. Queste considerano l'impianto termico e l'edificio come un unico sistema che deve essere quanto più possibile efficiente dal punto di vista energetico e, naturalmente, sicuro. Lo stesso principio vale anche in caso di ristrutturazione dell'impianto termico, cioè modifica sostanziale dei sistemi di produzione e di distribuzione del calore, compreso il caso di trasformazione di un impianto centralizzato in più impianti individuali, installazione di un impianto termico in edifici esistenti, sostituzione della caldaia. A garanzia dell'impianto termico la ditta che ha eseguito il lavoro deve rilasciare obbligatoriamente al proprietario una dichiarazione di conformità alla norme in vigore. Ricordiamo che gli interventi per le manutenzioni straordinarie usufruiscono in generale dello sconto fiscale del 35%, ma gli interventi tesi a ridurre la dipendenza energetica hanno un beneficio fiscale del 55%. Argomenti: #abitazione , #edilizia , #energia , #riscaldamento , #risparmio energetico Leggi tutti gli articoli di A.LR. (n° articoli 2) |
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