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Dal buio alla luce... risparmiando Tra ricordi e tecnologia, come risparmiare sulla cosa che ci rende più ricchi: avere luce dove e quando vogliamo Di Cricio
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La luce che pioveva dalle lampadine, quando ero piccolo, era fioca e rossa. Sarà perché ci si era abituati nel tempo di guerra “all’oscuramento”, sarà perché la luce elettrica costava, è che c’era l’usanza di usare lampadine di bassa potenza e per di più, per farle durare di più, venivano usate quelle per un voltaggio superiore. Il risultato era appunto un fioca luce rossastra. Solo quando c’erano ospiti si accendevano tutte le lampade del lampadario, anche quelle più forti: allora sì che si vedeva. Negli anni ’50 arrivarono le luci al “neon”. Che meraviglia! Tubi con una luce azzurrognola, ma anche colorati, che rendevano le insegne dei negozi più attrattive. Queste lampade consumavano meno delle lampade ad incandescenza, ma per illuminare la casa, quella luce un poco traballante era fastidiosa. Andavano benissimo per illuminare stanze di passaggio e dove non si “lavorava con gli occhi”; mio padre decise di metterne una in cucina perché lì la luce era accesa dal tramonto fino a sera inoltrata. Le strade alla sera erano nel buio, rotto solo da rari lampioni e anche questi fiochi; li ricordo bene perché nelle strade di periferia restarono fino alla fine degli anni ’60: erano lunghi pali di legno con in cima un piccolo piattello metallico che faceva da riflettore e proteggeva la lampada dalla pioggia, oppure erano appesi a fili tirati tra le case. Poi anche lì arrivarono le nuove lampade al neon azzurre o gialle al “sodio”. Queste ultime per anni sono state quelle con un costo minore. Per tutte le scelte quello che conta è il costo, che poi si lega all’efficienza energetica. Si perché il vero problema è quanta energia è necessaria per produrre la luce? Se una lampada scalda molto, vuol dire che usa molta energia per produrre calore e quindi è poco efficiente. Pensate che anni fa venne messo in commercio un giocattolo, “dolce forno”, che permetteva ai bambini di cuocere piccole torte. Ebbene per fare il caldo del il forno era usata una lampada ad incandescenza. La scienza nel tempo ha continuamente migliorato l’efficienza degli apparecchi di illuminazione, nel grafico qui a fianco vediamo i cambiamenti di efficienza introdotti dalle varie tecnologie di illuminazione, ma poi anche la stessa tecnologia migliora la sua efficienza man mano che gli studi avanzano; non solo, i costi diminuiscono col passare del tempo e con la sua diffusione, perché la produzione diventa meno costosa aumentando la quantità ed perché in genere aumenta la concorrenza tra i produttori. Nel grafico vediamo che una candela di paraffina con un watt di energia riesce a produrre poco meno di un lumen (l’unità di misura dell’intensità luminosa). Una lampada a filamento di tugsteno, detta anche lampada ad incandescenza, quando all’inizio del ‘900 si è diffusa con un watt ne produceva molto di più, ben 10 lumen, ma le nostre lampade ad incandescenza hanno una resa ben maggiore e possono arrivare a 20-30 lumen per ogni watt consumato. Le lampade fluorescenti però hanno un’efficienza ben maggiore, circa 5-6 volte, e nelle versioni compatte, le cosiddette lampade a risparmio energetico, hanno superato il problema del colore azzurro violaceo della luce e del tremolio, ma mantengono due difetti fondamentali: non sono adatte a usi intermittenti, perché si usurano ad ogni accensione, e ad ogni accensione consumano dell’energia in più per attivarsi. Poi generano un inquinamento elettromagnetico che può essere insopportabile a chi soffre di questo tipo di inquinante. Inoltre da quasi mezzo secolo sono in commercio le lampade alogene: queste consumano circa la metà delle lampade a incandescenza e fanno una luce simile a quella solare, ma spesso vengono usate non come “illuminazione diretta”, ma per “illuminazione indiretta”, cioè facendola riflettere sulle pareti o sul soffitto. In questo caso l’efficienza finale è nettamente inferiore alle lampade ad incandescenza, anche se il risultato può essere gradevole perché risulta una luce diffusa che non colpisce gli occhi delle persone. Infine oggi, seppure poco diffuse, vi sono le lampade a LED. Queste hanno un’efficienza doppia rispetto a quelle fluorescenti, sono praticamente sempre fredde. Vanno benissimo se usate per fornire luce nei luoghi di passaggio. Si trovano in commercio anche dei piccoli lampioni, con una lampada a led accoppiata con una cellula fotovoltaica, per illuminare gli spazi aperti senza bisogno di essere collegate all’impianto elettrico. Con una lampada da 1watt si riesce ad avere abbastanza luce, ma questa è particolarmente “fredda” e può non essere gradevole. Però io la uso sulla scrivania e nella maggior parte dei casi non ho bisogno di accedere la lampada da tavolo. Insomma possiamo dire che ci sono soluzioni per tutti i gusti per avere la luce giusta senza spendere più del necessario, però... anche se è quella che ha la minore efficienza, per una dolce cena intima quella della candela resta la più adatta. Per approfondire l’argomento potete consultare il fascicolo: ENEA: RISPARMIO ENERGETICO CON L’ILLUMINAZIONE Da quella pubblicazione abbiamo tratto le tabelle seguenti che possono rispondere in modo preciso ad alcuni vostri quesiti.
Argomenti: #energia , #energia alternativa , #energie rinnovabili , #illuminazione , #lampade , #risparmio energetico , #storia Leggi tutti gli articoli di Cricio (n° articoli 131) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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