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Anno IV n° 8 AGOSTO 2008 TERZA PAGINA |
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Harry Bertoia, 1915-1978 HARRY BERTOIA 1915 – 1978 Designer e scultore 2008 – 2009. Un anno di approfondimenti
L’opera di Harry Bertoia
Invito a vistare la mostra "TRA FERRO E ARIA" a San Lorenzo di Arzene (Pordenone)
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Scultore, architetto d’interni, artista grafico, creatore di gioielli e designer di sedie; sono queste le coordinate su cui si sviluppa l’eccezionale carriera artistica di Harry Bertoia (1915-1978). Queste esperienze eterogenee nel loro insieme hanno contribuito alla costruzione di un corpus di opere dotato di bellezza e di una profonda ricerca sulle intime percezione umane. Tutte le sue produzioni devono essere considerate nell’eccellenza delle loro capacità artigianali con cui sono state realizzate, ma soprattutto nella sensibilità con cui esse sono perfetta integrazione di materiali, forme e tecniche di lavorazione.
Dal 1942 Harry Bertoia inizia a praticare l’arte dell’incisione, produzione che si sviluppa per tutto il corso della sua vita pur senza una precisa direzione, ma che assume un’importanza cruciale nella sua ricerca.
La produzione incisoria è indipendente ma contemporaneamente parallela alla sua attività di scultore, in quanto fonte d’inspirazione per nuove sculture in metallo. Spesso infatti il progetto di molte sue sculture è rintracciabile all’interno della sua stessa opera grafica, sebbene in alcuni casi ci sia una differenza temporale di oltre trent’anni tra l’incisione e la successiva scultura. A testimonianza comunque dell’importanza di questa disciplina basti sottolineare che nel 1943 cento incisioni vennero vendute da Bertoia a Hilla Rebay, allora direttrice della Solomon R. Guggenheim, museo di pittura non oggettiva di New York. Diciannove di esse vennero poco dopo esposte in una mostra all’interno del museo.
Durante questi anni, Harry Bertoia non abbandonò mai la pratica artistica ed infatti a testimonianza di questa situazione, nel 1952, nello showroom di Knoll di New York, vennero presentate dieci variazioni della sua celebre sedia accanto a dieci dipinti e venticinque sculture di sua produzione. Era la prima volta che l’azienda dedicava ad un solo suo progettista quegli spazi. Nel 1953 Bertoia prese la decisione di abbandonare la collaborazione con la Knoll per dedicarsi a tempo pieno alla scultura nel suo studio di Bally in Pennsylvania. Da quell’anno iniziò la realizzazione di imponenti opere scultoree da inserire in contesti architettonici in importanti sedi istituzionali. Grandi opere di Bertoia sono visibili in varie università americane come quella del Massachusetts, New Jersey, Pennsylvania, West Virginia, New York e in moltissimi edifici pubblici.
La lunga carriera prende avvio con le prime sculture degli anni quaranta, composizioni lineari, molto spesso prosecuzioni dei suoi precedenti disegni (line and platform) e da sculture sviluppate prevalentemente in due dimensioni, composte dall’assemblaggio di centinaia di piccole sagome di metallo (panels and screens). Nel 1955 in occasione del lavoro commissionatogli dall’aeroporto Lambert Field di St. Louis, Bertoia introdusse l’elemento del colore in un dialogo costante con le dimensioni e le forme delle singole parti delle sue sculture. Realizzazioni queste ultime che in parte anticiparono gli interessi sul movimento e sulle relazioni colore-forme e le relative opere di Alexander Calder. Successivamente la ricerca di Harry Bertoia s’indirizzò alla realizzazione di insiemi di sottili aste di metallo sospese da terra che apparivano come nuvole (wire and clouds) e alla creazione di sculture dalle sembianze organiche. La sua evoluzione artistica continuò con la serie dei “Dandelions”, sculture-sfere composte da sottili fili che si radiavano da un centro. Opere di questo periodo vennero esposte nel padiglione americano in occasione dell’Expo di Bruxelles del 1958 assieme ad opere di Alexander Calder, Isamu Noguchi, M Callery e Jose de Rivera. In seguito realizzò la serie “pressure melting” che traeva origine da processi lavorativi del campo della gioelleria, “spill castings” dove si combinava bronzo e rame, “Bundled wires” dove bastoncini di acciaio venivano combinati assieme creando forme simili a cespugli e salici.
Con gli anni realizzò sculture-fontana per il Centro Civico di Philadelfia del 1967, per il Manufacturer’s and Traders Trust Company di Buffalo, e per la Marshall University, West Virginia. Importante non trascurare che l’opera, il lavoro e il pensiero di Harry Bertoia si è costantemente alimentato ed arricchito del rapporto diretto con i principali artisti americani del suo tempo. Musei che includono, all’interno delle loro collezioni, opere di Bertoia sono il Hirschhorn Museum di Washington, The Virginia Museum of Fine Arts di Richmond, il Solomon R. Guggenheim Museum e il Museum od Modern Art di New York. |
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