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Anno IV n° 9 SETTEMBRE 2008 MISCELLANEA |
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Olive all’ascolana
Ascoli di Piceno visto da un vacanziere
Di Giacomo Nigro
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Di Ascoli Piceno avevo un ricordo mitico, legato al calcio: al presidente Rozzi, sanguigno ed appassionato, semplice e rognoso e a Tonino Carino il mitico mezzobusto di “novantesimo minuto” di un’altrettanto mitica trasmissione, guidata dal compianto Paolo Valenti, che riempiva i miei pomeriggi di adolescente innamorato del calcio ed in particolare della Juventus. Tonino si disputava il video e le mie risate con Cesare Castellotti di Torino: il “tre palle cento lire” del graffiante Enrico Montesano che, così l’aveva soprannominato, per via dei suoi doppiopetto inglesi che ingessavano il suo corpaccione contadino. Si, sto divagando, ma ora che l’ho visitata, ho scoperto che Ascoli è anche la città natale di Giovanni Allevi, grandioso e timidissimo musicista che mi ha conquistato con il suo sinfonico disco “Evolution”, un lavoro che mi richiama alla memoria Gershwin che con la sua ariosa musica contaminata dal moderno Jazz mi conquistò in gioventù allorquando volli interessarmi di musica colta. Quest’anno le vacanze estive mi hanno portato al mare di Grottammare, il viaggio non brevissimo è diventato lunghissimo a causa di un incidente mortale che ci ha costretti ad una lunga deviazione proprio quando mancavano appena 30 chilometri alla meta. la stanchezza mal digerita nella prima notte di vacanze ci ha indotti a rinunciare al mare della domenica mattina e nel pomeriggio, visto che il tempo non era il massimo, i bambini, mia moglie ed io, abbiamo deciso di fare una gita ad Ascoli. Ho scoperto così una bellissima cittadina situata lungo l’antica e romana Via Salaria. Dopo aver agevolmente parcheggiato, e già questo è un bel biglietto da visita, la nostra meta è stata Piazza Arringo, dove sono stato immediatamente incuriosito dal medioevale e magnificamente restaurato Battistero di San Giovanni. Siamo entrati e la guida che sorvegliava il piccolo ambiente, dopo una breve e piacevole conversazione, ci ha informati che stava per partire un giro turistico guidato che ci avrebbe condotti a conoscere le chiese romaniche di Ascoli e il Museo Vescovile. La ragazza cicerone, molto simpatica e carina, ci ha confidato d’essere stata allieva di pianoforte del maestro Allevi, toh! Rieccolo!, confermandoci le nostre impressioni sul suo particolare carattere. Quando si hanno bambini al seguito, bisogna essere pronti a tutto, infatti abbiamo dovuto abbandonare il minitour prima del termine: avevano fame. Ho guardato l’orologio e in effetti s’era fatta l’ora di cena. Siamo tornati in Piazza Arringo per un rapido aperitivo a base di deliziose olive all’ascolana di Migliori: “i dorati nel cartoccio” e acqua della fontana più vicina e, peraltro, molto artistica. La cena è stata consumata a base di pizza al taglio: abbiamo rinunciato alla classica pizzeria a causa della fame impellente, ma anche della scarsità di pizzerie classiche. Credo che i marchigiani dimostrino la loro praticità anche in questo, mentre altrove, in genere, le pizzerie abbondano, loro offrono una specie di fast food nostrano a base di pizza… al volo. Chiaramente non ho soddisfatto in pieno il mio appetito nei confronti delle bellezze di Ascoli, mi sono ripromesso di tornare prima della fine delle abluzioni salsoiodiche che stavano aspettandomi e che sarebbero durate una ventina di giorni. L’occasione di tornare ad Ascoli mi è stata suggerita dalla lettura del Resto del Carlino, quotidiano con ampia informazione locale, da cui ho appreso che il giovedì antecedente la Quintana d’Agosto ci sarebbe stata la solenne inaugurazione del campo “Squarcia”, rinnovato e definitivamente destinato alla disputa della Quintana e alle altre manifestazioni pubbliche di tipo ludico-turistico. Che bello! Visto che avevo già, a malincuore, rinunciato a vedere la Quintana che, ahimé, si sarebbe tenuta il giorno dopo la fine delle vacanze e il ritorno a Torino. Arrivati ad Ascoli nel primo pomeriggio, ci siamo fiondati a riempire i nostri vuoti di conoscenza tirando verso Piazza del Popolo, non prima d’aver acquistato un cartoccio d’olive impanate all’ascolana da Migliori in Piazza Arringo. Giunti in Piazza del Popolo proprio all’ora del gelato ne abbiamo approfittato per sederci sulle sedie del liberty Caffè Meletti, assaggiando un meraviglioso gelato al cioccolato corretto dall’omonima Anisetta, gloria d’Ascoli insieme alle olive. Il programma del taglio del nastro, condito dal discorso del primo cittadino e dalla doverosa benedizione del vescovo, si è snodato con una prova dei cavalli destinati alla disputa della Quintana d’Agosto, una magistrale prova dei migliori sbandieratori ascolani ed uno stupefacente spettacolo terrestre ed aereo che la Compagnia dei Folli ha offerto alla lotta del sole e della luna, praticamente l’eterno torneo fra bene e male. Vincenzo Mollica ha detto di loro: “Ho una sconfinata ammirazione per la Compagnia dei Folli perché credo che siano i più poetici teatranti che girano per l'Italia. Sempre pronti a regalare un incantesimo, sempre pronti a regalare un soffio di poesia ed emozione a chi li va a vedere.” Ed io confermo pienamente. La Quintana, si apprende da una traduzione del 1496, in lingua volgare, degli Statuti Ascolani redatti in latino nel 1377, era già allora una consolidata abitudine della comunità ascolana . Il torneo si concludeva il 5 agosto, giorno in cui si tenevano i festeggiamenti in onore di Sant'Emidio patrono di Ascoli e protettore dai terremoti. Il Palio della Quintana veniva disputato in piazza Arringo e vi partecipavano i cavalieri della oligarchia magnatizia cittadina e delle località viciniori ad espresso invito degli ascolani. Nel 1955 fu riproposto per la prima volta in epoca moderna con la partecipazione dei “sestieri” di Ascoli e di anno in anno è andato lievitando e, consolidandosi, si è fatto notare a livello nazionale ed internazionale. Veramente un peccato non aver potuto assistere all’edizione di quest’anno che, ho appreso, dopo un'incredibile serie ti tornate sul filo di lana, è stata decisa dallo spareggio tra il cavaliere di Porta Tufilla (Gubbini) e quello di Piazzarola (Veneri). Dopo l'ultima tornata di spareggio il vincitore è stato il cavaliere del sestiere di Porta Tufilla su Runa (cavallo che ha già vinto 4 quintane di cui due con Porta Romana). Qualche approfondimento sui seguenti siti: http://www.quintanaonline.it/ http://www.compagniafolli.it/ le foto sono state riprese dall’autore con la fotocamera del telefonino |
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