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Anno IV n° 9 SETTEMBRE 2008 PRIMA PAGINA |
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Lo sbuffo
A Milano: Abdul Guibre e la xenofobia inventata
La tragica morte del giovane è stata cavalcata in modo ignobile. Un esempio di vergognosa informazione fatta dal giornalismo italiano
Di Giovanni Gelmini
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La nostra è una civiltà incivile.
A Milano, la tensione è ormai da anni troppo alta, ma non è che in altri posti le cose siano migliori. Il vivere civile è cancellato. Il fatto che ha portato alla morte di Abdul Guibre, il giovane italiano di colore, ne è la misura. Il fatto è squallido: il giovane si appropria di merendine da un bar, viene inseguito dai padroni, padre e figlio, il giovane muore a causa di una o più sprangate date da uno dei due proprietari. Credo con questo di aver delineato i fatti solo per la parte che è certa. Il resto è tutto da dimostrare e le versioni sono molto discordanti. Il risultato è la sola cosa certa: un giovane morto e la sua famiglia in lacrime, due persone in carcere e anche in questo caso una famiglia distrutta. Questo sicuramente un dramma, il risultato di una civiltà che antepone il potere, all’essere persone pensanti: da una parte un giovane che si appropria di cose che non doveva toccare, dall’altra parte persone che uccidono, per di più apparentemente solo per un piccolo furto. Entrambi i fatti segnano uno squallore che è diventato carattere dominate della nostra civiltà (o inciviltà) concentrata sul possesso e “sull’apparire” Ma andiamo oltre. Questo squallido fatto è diventato un motivo per scatenare la stampa, quella cattiva che pervade tutte le principali testate, in una aperta campagna, fatta di ilazioni in cui “xenofobia” è parola chiave, ma qui la xenofobia se la sono inventata di sana pianta. Lo stesso meccanismo con cui gli stessi mass-media hanno generato e amplificato il clima di insicurezza, percepito oggi come una situazione gravissima, quando non è così grave. In questo caso, come troppo spesso avviene, la stampa ha pronunciato una condanna, dando per scontato ipotesi che immediatamente sono state smentite dai fatti, ma che ancora utilizza per mantenere alto un polverone sulla xenofobia. I due uomini, coinvolti nell’omicidio, non sono accusati dalla procura di azione xenofoba, ma solo di omicidio per futili motivi. Come poteva esserci xenofobia se il locale era frequentato essenzialmente da extracomunitari? Ma i giornalisti scrivono senza preoccuparsi di accertare, scrivono senza sapere e senza capire, basta riempire pagine, basta vendere copie. Poi si irritano se qualcuno cerca di verificare quello che scrivono, invocando la libertà di stampa, e continuano a non svolgere il compito di fornire una informazione corretta, anche di parte, ma mai falsa. Questo fatto invece mostra chiaramente come i giornalisti spesso, troppo spesso, scrivano falsità, per inerzia, ignoranza o convenienza. |
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