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I record delle Olimpiadi

Giochi blindati e record di sanzioni per doping, ma non solo: polemiche sugli arbitri e bambine in gara. Ci sono però anche cose positive che ci confor

Di Silvano Filippini

Spenti definitivamente i riflettori sulle fastose olimpiadi e sulle successive paralimpiadi (che qualche media si è ostinato a chiamare, erroneamente, paraolimpiadi) di Pechino, non resta che andare a leggere il consuntivo delle due manifestazioni.

Il primo record è quello di essere i giochi più blindati della storia a cinque cerchi, anche per via della situazione tibetana, Ciò nonostante qualche manifestante è riuscito a mettere in piazza lA questrione.

Di seguito balza all’occhio il problema del doping, dato che la manifestazione sportiva ha registrato il maggior numero di squalificati per doping: prima (29 esclusi di cui 11 pesisti greci), durante e dopo. Infatti di recente ad altri atleti è stata tolta la medaglia a posteriori, a seguito delle seconde analisi sui campioni che hanno confermato l’esito delle prime. Tra gli altri l’eptatleta ucraina Lyudmilla Blonska, positiva ad uno steroide anabolizzante, che è stata squalificata a vita, essendo recidiva.
Non è ancora chiaro se il record poco invidiabile sia dovuto all’aumentato ricorso al doping da parte degli atleti o all’aumento degli accertamenti a sorpresa e dalla miglior tecnologia utilizzata dalla commissione antidoping. Fatto sta che la manifestazione cinese passerà alla storia per tale exploit, a meno che a Londra si riesca a far di peggio!

In tema di squalifiche si è verificato anche il ritiro della medaglia di bronzo ad un lottatore svedese che, non accettando il verdetto contro l’italiano Minguzzi (che in seguito ha conquistato l’oro), si è sfogato lanciando la medaglia appena ricevuta. Ma il record peggiore spetta al cubano Angel Valodia Matos che, a seguito del verdetto sfavorevole nell’incontro di taekwondo, ha sferrato un calcio al volto dell’arbitro. Così, anziché ricevere i due punti per il colpo mandato a segno, è stato immediatamente escluso dai giochi e squalificato a vita.

A proposito di insoddisfazioni, anche in Cina si sono levate le polemiche in ogni sport in cui si è costretti a ricorrere ai giudici per le valutazioni degli atleti. Anche se le rimostranze per i risultati sospetti sono state parecchie, non si è raggiunto il livello delle manifestazioni precedenti, quando i voti parevano ben più “pilotati” per motivi politici, specialmente ai tempi della guerra fredda tra est e ovest. La più marchiana è quella relativa alla ginnastica ritmico-sportiva che ha escluso le italiane dal podio andando a penalizzare le minuzie. Per contro sono stati “perdonati” due erroracci alle cinesi. Ma è ormai scontato che alle olimpiadi la nazione ospitante ha sempre avuto un occhio di riguardo. Inutile prendersela più di tanto!

Ed eccoci all’ età delle ginnaste. Come al solito le polemiche si sono succedute e, nonostante la federazione internazionale avesse, alcuni lustri addietro consentito la partecipazione soltanto dai 16 anni in su, per evitare di veder gareggiare le bambine, ancor oggi c’è qualcuno che fa il furbo e falsifica i documenti.
La nazione maggiormente indiziata è proprio la Cina, dove la foto della squadra femminile non lascia dubbi: a parte la capitana, le altre hanno proprio un fisico e un volto da bambine. La più alta misura 145 cm e pesa 35 kg. Se le carte d’identità fossero veramente autentiche, apparirebbe sin troppo evidente il ricorso agli ormoni che bloccano la crescita, consentendo di mantenere un buon rapporto peso-potenza. In tal caso la situazione sarebbe ancora più grave! Se non si ricorrerà alle radiografie della mano sinistra, sarà quasi impossibile smascherare gli imbroglioni. Del resto è stata proprio una cinese (Yang Yun) a dichiarare a posteriori che alle olimpiadi di Sydney gareggiò a soli 14 anni, ottenendo anche la medaglia di bronzo alle parallele. Anche nei tuffi c’era un bambino: il quattordicenne Tom Daley, inglese e già vincitore degli europei dalla piattaforma. Ma i tuffatori non hanno un limite d’età imposto dalle norme.

Per ciò che concerne le medaglie, la novità è il sorpasso della Cina sugli Stati Uniti, anche se gli addetti ai lavori l’avevano ampiamente preventivato. Innanzitutto per i progressi che il gigante asiatico ha maturato negli ultimi anni e anche per i vantaggi che il paese ospitante ha sempre avuto, sin dai tempi della prima olimpiade dell’era moderna. Se poi si considera che in alcune discipline il medagliere era interamente a ppannaggio dei cinesi, appare sin troppo scontato l’exploit dei gialli.
Tuttavia un altro modo di leggere il medagliere, cioè tenendo conto anche del numero di abitantida cui attingere gli atleti, vedrebbe la Cina al 37° posto (100 medaglie, ma 1.330.044.605 abitanti e ben 23.000 atleti selezionati e pagati dallo Stato), mentre la sorprendente Giamaica di Usain Bolt balzerebbe al primo posto per via delle 11 medaglie supportate da soli 2.804.332 abitanti. L’Italia passerebbe dal 9° al 24° posto.

Un altro record di questa edizione olimpica riguarda la rivincita delle quarantenni di cui la Josefa Idem è degna rappresentante. Ma in altre discipline troviamo atlete attempate che sono riuscite a conquistare il podio. Prima fra tutte la medaglia d’argento della quarantunenne americana Dara Torres nei 50 stile libero che aveva vinto già alle olimpiadi di Los Angeles (1984). Nonostante la maternità e il ritiro dalle gare avvenuto otto anni fa, ha voluto rientrare, dimostrando che per lei il tempo si è fermato. L’immarcescibile Jeannie Longo (francese, 49 anni) per un solo secondo non è riuscita a salire sul podio nella gara a cronometro. Ma anche la Sensini, alla sua quarta olimpiade sul podio del Windsurf.
In campo femminile devo sicuramente citare il record tutto particolare della Rebecca Romero, inglese di origine spagnola. Dopo aver conquistato l’argento nel canottaggio ad Atene, ha voluto cimentarsi nel ciclismo, conquistando la medaglia d’oro nell’inseguimento. Questa è l’ennesima conferma che i fuoriclasse restano tali, qualunque disciplina scelgano.

Per ciò che concerne il crollo dei record, questa edizione passerà sicuramente alla storia per tutti quelli migliorati nel nuoto (grazie anche ai nuovi body in poliuretano) e nell’atletica, nella quale spiccano gli exploit della squadra giamaicana. Per non parlare dello statunitense Phelps, entrato nella leggende del nuoto per le nove medaglie d’oro conquistate.

Quelli negativi riguardano soprattutto le nazionali italiane di sport di squadra: oltre alla sorprendente mancata qualificazione ai giochi del quintetto del basket (argento ad Atene), ci siamo fatti eliminare nel Calcio (un autentico smacco per noi campioni del mondo), nella Pallanuoto maschile e femminile (nonostante la lunga tradizione che ci ha visto ai vertici mondiali) e nel Volley rosa.

Non possiamo tralasciare un accenno alle paralimpiadi che hanno registrato il record di spettatori e l’en plein di Pistorius nella velocità (100, 200, 400). Un’autentica dimostrazione di forza e volontà che gli ha concesso un’abbondante rivincita nei confronti di coloro che lo avevano escluso dalle olimpiadi per i normo dotati!

Ultime curiosità: le due olimpiadi (Torino e Pechino) hanno fatto incassare al CIO oltre un miliardo e mezzo di euro per i diritti televisivi.

Infine una nota: ci voleva il maggior clima di libertà sessuale degli ultimi anni per registrare la presenza di almeno sette omosessuali tra gli atleti partecipanti, ma sicuramente saranno di più rispetto a quelli che si sono dichiarati.

Argomenti:   #cina ,        #dooping ,        #olimpiadi ,        #record ,        #sport



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