REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno IV n° 11 NOVEMBRE 2008 TERZA PAGINA


Le favole sono fatte per sognare
L’ultimo regalo
Di Rosa Tiziana Bruno



Un tempo, nel luogo segreto dove nasce la luce, tutti i colori erano chiusi in un baule custodito gelosamente dal sole.

La Terra era un pianeta rotondo, luccicante e tutto bianco. Il panorama, lucente ed aperto, era sempre uguale e così risultava assai difficile distinguere le cose fra loro. Per esempio una ciliegia non era poi tanto diversa da un’oliva e anche il mare si confondeva con il prato. Il sole, che aveva il compito di illuminare tutto, ogni volta che guardava in giù per mandare i suoi raggi, si annoiava terribilmente. La Terra gli appariva come un’enorme sfera insignificante e monotona.

Finché, un giorno, accadde qualcosa di insolito.
Una nuvola portata dal vento si fermò proprio davanti al sole. In realtà soffriva di vertigini e cercava un pezzetto di cielo dove poter restare più a lungo possibile in tranquillità.

Trattandosi di una nuvola il fatto era molto grave perché le nuvole hanno il compito di girovagare ed incontrarsi tra loro per fabbricare la pioggia. Perciò è impensabile che stiano ferme. Ma questa nuvola non riusciva nemmeno ad immaginare una eventualità del genere, anzi la spaventava terribilmente. Sperava soltanto che in quel posticino, adesso, nessuno la disturbasse. La poveretta si vergognava di soffrire di vertigini e non aveva mai osato confessarlo a nessuno. Per questo si sentiva spesso tanto sola. E’ tremendo avere un segreto da non poter confidare. Dopo un po’ il sole, che intanto si era spazientito nel vederla ferma davanti a lui, le disse seccato: “Spostati. Devo illuminare la Terra, è il mio lavoro!”

La nuvola chiese di poter restare lì ancora un po’ e supplicò con tale insistenza che riuscì ad ottenere il permesso di rimanere altri tre giorni e tre notti.

In ogni caso era meglio di niente. Poi avrebbe pensato a cosa fare.

La prima notte trascorse allegramente. Tutte le stelline le si avvicinarono per augurarle buon riposo. Inoltre, per aiutarla ad addormentarsi, le raccontarono storie fantastiche di mondi sconosciuti. Le stelle vengono da molto lontano e sanno tante cose.

La mattina seguente la nuvola si svegliò felice e salutò il sole con un gran bel sorriso. Lui rimase colpito da tanta dolcezza e, da quel momento, cominciò a guardarla con occhi diversi. Si accorse, così, che era di una bellezza straordinaria e si sentì all’improvviso molto attratto da lei.

Bianca come una cascata di latte e soffice come lo zucchero filato, la nuvola sembrava senza età. Era come se il tempo per lei non esistesse. Non aveva rughe e ogni mattina pareva che nascesse di nuovo, lasciandosi dietro il peso delle cose di ieri.

Aveva anche un bel carattere ed era molto semplice e spontanea. Faceva colazione con qualche biscotto di luna e una tazza di vento, rimanendo lieve, luminosa e leggera. Insomma il sole si sentì di colpo ribollire l’anima. Proprio lui che era abituato al calore, stavolta faceva fatica a gestirlo. Si era innamorato!

Così, da quel momento, cominciò a corteggiarla lanciandole occhiate fulminanti e sguardi infuocati. La nuvola si sentiva in imbarazzo, non avrebbe mai creduto di far colpo addirittura sul sole, il re della luce!

Invece era proprio così, si trattava di vero amore.

Intanto, come tutti gli innamorati, il sole non si dava pace e pensava al modo migliore per dichiarare i suoi sentimenti alla bella nuvola.

D’improvviso si ricordò del baule con i colori e corse nel luogo segreto in cui l’aveva riposto tanto tempo fa.
Lo spalancò ed esclamò: “Colori venite fuori! Ho bisogno di voi per conquistare la nuvola dei miei sogni. Aiutatemi e saprò ricompensarvi”
Ai colori non parve vero di poter uscire finalmente da quel baule, quindi accettarono volentieri di rendersi utili.

Balzarono fuori allegramente e cominciarono un girotondo festoso tenendosi per mano. Il giallo accanto al viola, l’arancione insieme al verde, il rosso con il marrone e l’indaco. Una vera e propria danza da cui prese vita un meraviglioso arco variopinto. Un arcobaleno, bello da mozzare il fiato. A quel punto i colori fecero un profondo inchino e consegnarono l’arcobaleno al sole che lo raccolse con molta delicatezza e lo portò in dono alla sua amata.

Inutile dire che la nuvola si commosse davanti ad un regalo così bello. Acconsentì subito a fidanzarsi con il sole, ricambiando appassionatamente il suo amore. Da quel momento non soffrì più di vertigini, riuscì a spostarsi con facilità e si mise al fianco del sole, come una futura sposa pronta alle nozze. L’amore cura tante cose.

Per festeggiare il fidanzamento, in cielo fu organizzato un grande ricevimento e il sole, che non aveva dimenticato la promessa fatta, fece preparare un regalo speciale per ogni colore. In fondo era merito loro se il suo sogno d’amore s’era avverato.

Così, nel bel mezzo della festa, appoggiati su un raggio dorato, furono portati tanti pacchetti in fila. Su ognuno c’era scritto il nome di un colore.

“Aprite i vostri regali e le cose che troverete nelle scatole saranno vostre per sempre!” esclamò il sole.

Fu un momento di grande gioia. Il rosso aprì il suo pacco per primo e dentro vi trovò fragole, ciliegie, papaveri e altri fiori. Subito dopo anche il giallo aprì il suo regalo e scoprì che si trattava di limoni, farfalle e altri fiori. Nel frattempo il verde aveva già scartato il suo dono trovando prati, foglie, alghe. Quando l’azzurro aprì la sua scatola vennero fuori il mare, i laghi, i fiumi, il cielo. Il marrone trovò castagne, tronchi d’albero e cioccolata. Il viola ebbe tanti fiorellini. Il nero ricevette il buio delle caverne e dei sotterranei.

L’apertura di quei regali fu un momento di grande gioia per tutti, non soltanto per i colori. Anche il sole adesso poteva guardare un panorama più vivace mentre lavorava.

A dire il vero non proprio tutti erano felici.

In un angolo era rimasto mogio e silenzioso il blu. Non aveva pronunciato nemmeno una parola perché era troppo triste e ancora non si decideva ad aprire il suo dono. Pensava che ormai le cose più belle erano state regalate agli altri colori e per lui non poteva essere rimasto granché. Immaginava che sarebbe stato per sempre il colore delle cose inutili, quelle che nessuno vuole. Perciò temeva che sulla Terra non lo avrebbero mai amato.

Ma il sole, accortosi della sua tristezza, si avvicinò al blu e gli disse: “Ho preparato per te un dono speciale. Apri il pacco e lo scoprirai.”

Il colore ubbidì e si avvicinò, mogio e sconsolato, alla scatola che era stata preparata per lui. Appena la aprì, all’improvviso, accadde una cosa incredibile: tutto si colorò di blu! Divennero blu gli alberi, i fiori, i frutti, i prati, le montagne, le strade e perfino cielo.

Era proprio un bel regalo, gli era stata donata la notte!

“Quando a fine giornata avrò bisogno di rimboccarmi sotto la coperta della notte, tu ricoprirai con il tuo manto tutte le cose” gli disse il sole sorridendo.

Così, da quel momento, il blu divenne il colore del mondo di notte. Ebbe il compito di rendere misteriosa l’atmosfera quando la luna si affaccia sottile e il tempo si ferma ad aspettare. Ancora adesso, dopo che l’ultimo raggio di sole ha trafitto la sera, il blu veglia sugli altri colori addormentati e sui sogni di tutti. Perché i sogni hanno bisogno del blu della notte per esistere, specialmente i sogni d’amore. Questo il sole lo sapeva bene, come tutti gli innamorati.

Mentre la luna affonda nel buio il suo sorriso e il tempo si ferma ad aspettare, il blu si riversa per le strade. Le luci e le parole rimangono sospese nel silenzio. E’ la magia del giorno che si consegna nelle mani della notte per farsi cullare. Le ombre cadono dentro l’acqua sotto un cielo che fiorisce di stelle.

Così, nel riposo, dopo un giorno di mille colori, il silenzio del blu serve a farci tutti uguali ricordandoci che fra mille diversità si può stare insieme. Questa, dunque, è la storia di un regalo che fu fatto tanto tempo fa e che ogni notte potremo ammirare, per sempre.


Finalista Premio letterario “Le storie di Giò” 2007 – Pavia - Italia
Finalista Premio letterario “M. Tabarrini” 2007 Perugia - Italia

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