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Presentazione della mostra con breve biografia Lynn Carver. Fili Castelfranco V.to (TV), Antiruggine Dal 1 dicembre 2008 al 17 febbraio 2009 |
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E’ dagli Stati Uniti, ed esattamente da Ithaca (nome assolutamente anch’esso non casuale per chi voglia credere ai segni del destino) che arriva Lynn Carver. Approda, negli anni ’80, in una antica casa di pietra tra i boschi dei Colli Asolani, un luogo assolutamente differente rispetto alla New York che nel precedente decennio l’aveva vista protagonista. Ad Asolo Lynn, con il marito Euro, ha creato un suo angolo di mondo, al riparo dall’invadenza di quei vortici newyorkesi che dissipano energie e consumano relazioni, legami, persone. A strapparla da un buen retiro dove la creatività si è fatta esercizio intimo, da non ostentare, è stato un altro grande artista, Mario Brunello, forse tra i più grandi violoncellisti oggi al mondo. Come nelle favole, Mario, gran camminatore, si imbatte nella casa di Lynn, conosce l’artista, si innamora della sua opera e scalfisce ritrosie divenute scelte di vita. Il terzo fattore è un sodalizio del tutto particolare che Mario Brunello, con la moglie Arianna, ha creato a Castelfranco Veneto. Qui, in un capannone industriale, a ridosso dell’antica città murata, i Brunello hanno voluto Antiruggine, un luogo “per dar vita ai pensieri e alle idee, per non lasciare la nostra mente alla ruggine”. Dove si forgiava il ferro, nel primo anno e mezzo di vita di Antiruggine sono passate decine di artisti, grandi musicisti, scrittori, poeti, ricercatori, registi, intellettuali che si sono messi non su un palco ma in mezzo alla gente, non a recitare una parte ma a confrontarsi con chiunque lo volesse: ad Antiruggine non c’è un biglietto di ingresso, non c’è neppure un manifesto, non un annuncio sui giornali, tutto si basa sul passa-parola, un passa-parola che stipa regolarmente il capannone. Tra i tanti amici dei Brunello e di Antiruggine: Alessandro Baricco, Vinicio Capossela, Giuseppe Cederna, Andrea Lucchesini, Carlo Mazzacurati, Moni Ovadia, Marco Paolini, Danilo Rossi, Paolo Rumiz, Tobia Scarpa, Sonig Thakerian... In questo contesto, lontanissimo, e non solo geograficamente, dalle gallerie newyorkesi d’un tempo, Lynn ha accettato di mostrare le sue opere. Sono il risultato di un lavoro estenuante che si serve di taglio e cucito, orgogliosamente – come scrive Daniele Capra – svolto in prima persona, per costruire mappe geografiche, comporre ritratti, scrivere con il filo pagine di giornali o guide telefoniche…Le numerose ore passate a progettare i lay-out, a realizzare in solitudine le infinite operazioni di cucitura di lavori talvolta di grandi dimensioni, testimoniano una sensibilità fortemente vocata alla pratica orientale dello zen, nonché un calibratissimo controllo emozionale, in grado cioè di gestire le complesse dinamiche temporali che intercorrono tra progetto e realizzazione. Gli unici compagni di viaggio sono la radio, e talvolta il sonnacchioso miagolio della vecchia macchina da cucire a pedale, che vivono in simbiosi nel tranquillo sottotetto da cui si vedono le fronde degli alberi.
I ritratti – annota Daniele Capra - nascono casualmente negli anni Settanta, quando sceglie di miniaturizzare le dimensioni di un copriletto e realizza, in piccola dimensione, un letto con tanto di lenzuola e cuscini. Quel letto racconta le difficoltà e la vita del committente (un amico) di cui diventa inevitabilmente strumento d’analisi psicanalitica. Successivamente i Ritratti prenderanno anche altre forme ma continueranno ad essere fortemente legati alla dimensione dell’alcova, declinata ogni volta con la leggerezza o la complessità del caso. Le Mappe di città sono invece naturale situazione privilegiata di corrispondenze topografiche tra realtà differenti e diventano, nella dinamica narrativa che soggiace al tessuto (che è un piccola tessera di un enorme mosaico appartenuto all’artista), luoghi di legami e di simboli. Punti di snodo tra mondi prima incompenetrabili. La prima pagina di un giornale, un foglio strappato delle pagine gialle, un album di foto di famiglia. Sono questi i lavori di Lynn Carver in cui emerge la passione per le lettere, per i testi, da intendersi nel loro sviluppo grafico. Con forza quelle scritte lei ha spesso ricreato, talvolta fedelmente molte altre dando l’illusione di esserlo. Ma, come ovvio, in questa selva di rimandi, non farebbe alcuna differenza”. Il lavoro di Lynn ha affascinato, oltre che Mario Brunello, molti mici di Antiruggine che hanno voluto offrire alla mostra una loro testimonianza, da Alessando Baricco, a Paolo Rumiz ad Aldo Cibic sino a Dario Cimorelli, gran patron di Silvana, che ha voluto stampare il catalogo. Con il passa-parola che nasce dalla comunanza di riflessioni e obiettivi, prima ancora che la mostra abbia preso definitivamente forma, è già stata “calendarizzata” da altre sedi, in un circuito sorprendentemente esteso di luoghi non alternativi ma complementari a quelli dell’ufficialità delle mostre. Prima sede, dopo Antiruggine, sarà Artesella a Borgo Valsugana. LYNN CARVER. Fili. Castelfranco Veneto (Treviso), Antiruggine (Borgo Treviso 158) dal primo dicembre 2008 al 17 febbraio 2009. Mostra promossa da Mario e Arianna Brunello, a cura di Daniele Capra Poiché Antiruggine non è una galleria d’arte, la mostra di Lynn Carver sarà visitabile, per un primo periodo, ovvero dall’inaugurazione e sino all’Epifania, tutti i pomeriggi dalle 15 alle 18 (lunedì, Natale e Capodanno esclusi) poi nelle sole serate Antiruggine il cui calendario è consultabile sul sito http://brunelloantiruggine.blogspot.com/ Catalogo Silvana Editoriale con interveti del curatore e di Mario Brunello, Alessandro Baricco, Aldo Cibic, Euro Pavanetto e Paolo Rumiz. Lynn Carter - Breve biografia a cura di Euro Pavanetto
Dopo una laurea con specializzazione in fibre tessili all'università di Buffalo, durante il soggiorno newyorkese prende un Associates Degree in textile design al Fashion Institute of Technology, dove, successivamente, tiene dei corsi. Lavora soprattutto come designer free-lance, e collabora con un gruppo di teatro off-off Broadway, grazie a cui realizza il primo lavoro che anticiperà la sua successiva ricerca personale. Le tecniche sono quelle classiche dei lavori legati all'uso dei tessuti e di cucito: il ricamo, la trapunta, l'appliqué e la tradizione del patchwork, con cui si possono sfruttare le possibilità coloristiche e tattili che derivano dall'abbinamento di differenti tipologie tessili. Il lavoro è fortemente in una visione artistica estremamente poetica. I filoni principali si sono evoluti dalle serie dei letti (intesi come recipienti di fantasie/sogni, o interpretazioni/ritratti di persone reali), ai paesaggi ed alle mappe, in cui la visione realistica si è progressivamente affievolita in favore dell'aspetto plastico e coloristico. Recentemente ricorre anche al lettering e realizza dei libri, che giocano ironicamente sul contrasto tra la riproduzione del contenuto verbale e la grafia, coniugate con la sofficità delle stoffe. Vive dagli anni Ottanta in Italia, dove ha avuto l'opportunità di aumentare il suo archivio con tessuti nuovi e vintage, di produzione industriale e artigianale, sia grazie a donazioni di amici che in seguito a ritrovamenti fortuiti. La gamma dei suoi colori ha modo così di ampliarsi ulteriormente e proprio in quegli anni avvengono le prime mostre. Il luogo in cui vive, lo splendido contesto ambientale dei Colli Asolani ricco di storia, è costante motivo di ispirazione e suggestione per i suoi lavori. Argomenti: #arte , #arte contemporanea , #carver , #castelfranco veneto , #mostra , #tessile , #treviso |
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