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Omaggio all’inventore... del metodo scientifico Galileo Galilei non è solo astronomia e “Processo” Considerazioni sulla figura dello scienziato del suo fondamentale contributo allo sviluppo del pensiero scientifico a seguito di una conferenza fatta dal Prof Francesco Piselli per conto della Società Dante Alighieri – Comitato di Bergamo Di Giovanni Gelmini
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Circa un anno fa da queste pagine affrontavo il problema del “processo a Galileo” (Spaziodi Magazine Anno IV n°1 - GENNAIO 2008 - “Il Processo a Galileo”), sulla scia del polverone sollevato del Rettore dell’Università di Roma “La Sapienza”con l’invito a Papa Benetto XVI° sul problema del “Processo a Galileo e del rapporto tra religione e scienza. Il problema era però già stato sollevato nel 1999 dallo stesso Papa Giovanni Paolo II, il quale, nel famoso “mea culpa” della Chiesa cattolica, aveva riproposto anche la questione del rapporto tra fede, ragione e scienza. Qualche settimana fa, precisamente il 26 Novembre, il cardinale Tarcisio Bertone arriva a definire Galileo, messo sotto processo dall'Inquisizione, “un uomo di fede non capito dalla Chiesa dell'epoca”: passi importanti che ben fanno sperare per porre fine ad una diatriba storica quanto mai scottante, ma non è di questo che vi voglio parlare. Se oggi diciamo: Galileo Galilei, certamente il pensiero di tutti va alla famosa frase “eppur si muove”, che sembra, tra le altre cose sia, non mai stata detta dallo scienziato, poi ai suoi studi astronomici, sicuramente molto importanti e infine “all’invenzione del telescopio”, anche questo una mezza verità; infatti il telescopio è un perfezionamento molto importante di un cannocchiale, costruito in Olanda. Galileo aggiunse a questo lenti ottiche lavorate con alta precisione e ne fece così; lo strumento basilare per l’astronomia. Ancora a qualcuno può; venir in mente la legge del pendolo o quella della caduta dei gravi... ed altro ancora., molti sono in effetti gli studi fatti da Galileo e gli strumenti da lui inventati o perfezionati. Oggi invece vi voglio parlare di quello che ho ascoltato in un’interessantissima conferenza tenuta dal Prof. Francesco Piselli a Bergamo per la Società Dante Alighieri. Nella conferenza il professore ci ha accompagnato attraverso una serie di esperienze descritte da Galileo in due trattati: “Discorso intorno alle cose che stanno in su l’acqua e che in quella si muovono” e “Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze”, per mostrarci qualcosa che forse ai più; sfugge. Il professore ci ha illustrato i concetti basilari della “scienza” allora imperanti, secondo la filosofia Scolastica che fa riferimento a Platone, il più gradito dei filosofi greci alla cultura del tempo La scienza di quel tempo si basa sulla concezione dei quattro elementi costituenti l’universo: Terra, Acqua, Aria, Fuoco con i loro “prodotti”: caldo, asciutto, bagnato, freddo. Su questo assunto filosofico si fonda la “scienza” imposta al mondo, ai tempi di Galileo, dal pensiero dalla filosofia, che allora si confondeva con la teologia. Galileo prova a verificare quegli assunti con esperimenti, ma i conti non tornano: le cose che riscontra smentiscono gli assunti. Con le sue deduzioni li distrugge e quindi distrugge la “verità filosofica” ritenuta inviolabile allora (N.d.R. Forse che questo sia alla base del “risentimento” di alcune parti del clero verso di lui?). Piselli, con grande perizia, ci conduce per mano attraverso i passaggi dell’opera dello scienziato fiorentino e... ci mette in guardia quando noi con la scienza di oggi troveremmo spiegazioni allora impossibili. Con questi passaggi il professor Piselli mostra il metodo con cui operava Galileo, quello che poi è diventato il “metodo scientifico” e ci fa conoscere anche un’altra carateristica propria della scienza vera: l’approssimazione, perché al contrario di quanto i “letterati” credono la scienza non é esatta: la scienza è; approssimata, ma deve sapere quando valgono le sue approssimazioni, cioè il campo di applicabilità delle sue affermazioni. La scienza infatti non è presuntuosa, non pretende di avere sempre ragione, ma ogni sua affermazione deve essere dimostrata e ripetibile e viene in continuazione messa in dubbio, quando se ne verifica l’esigenza. Questa conferenza/lezione ci arricchisce di molti elementi, ai più sconosciuti, come l’identificazione del concetto matematico di infinito, fino allora sconosciuto, la fisica della materia orientata al concetto atomico, concetti che erano presenti nella filosofia antica, ma che erano stati abbandonati dalla filosofia Scolastica. In definitiva il prof. Piselli ci mostra quello che ritengo l’opera più importante di Galielo Galilei, quella per cui nel logo della conferenza è stata messa un’immagine di Newton che guarda verso Galileo: il metodo scientifico. Se Galileo viene sempre ricordato per il processo fattogli dall’inquisizione e quindi per la sua importantissima opera di astronomo, questo è dovuto alla risonanza che questo errore della Chiesa ha avuto, ma la vera importanza di Galileo è di aver aperto le vie alla scienza moderna e questo è ancora oggi la base su sui gli scienziati lavorano ed è l’insegnamento che possiamo trarre da questa lezione. Il testo della conferenza “Omaggio a Galileo Galilei”, tenuta dal Prof. Francesco Piselli a Bergamo presso la sala Ex-Consiliare di via Tasso il 27 Novembre 2008 per conto della Società Dante Alighieri – Comitato di Bergamo è disponibile su http://www.ladantebg.org/documenti/galileo.asp Argomenti: #astronomia , #cultura , #galilieo galiei , #religione , #scienza Leggi tutti gli articoli di Giovanni Gelmini (n° articoli 506) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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