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Una rivoluzione che non è solo di stile Art Deco Fashion, dal 1910 al 1930 Il cambiamento dello stile nella moda è lo specchio di nuove esigenze e del nuovo assetto del secolo Di Cricio
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Le differenze tra i canoni della Belle Epoque e quelli dell’Art Déco balzano sicuramente all’occhio di chiunque se sono viste attraverso il nuovo stile della moda. Nel periodo a cavallo della prima guerra mondiale la donna cambia, perché cambia la società. La donna è meno casalinga e trascorre parte del suo tempo fuori di casa. Le attività all'aria aperta richiedono indumenti più duttili: pertanto, la crinolina scompare del tutto, anche se il corsetto resta in uso per alcune occasioni. L’equitazione, la caccia, passatempi diffusi nelle classi agiate, ma anche le passeggiate a piedi diffuse in ogni ambiente, entrano nell'ambito del socialmente accettabile anche per le donne. Queste attività, seguite presto dal nuoto, dal tennis e dalla guida dell'automobile, modificano profondamente le esigenze dell’abbigliamento.
Ma come nasce lo stile di questa moda?
La moda si modifica evidentemente nel tempo; negli anni venti, si comincia ad accentuare la forma degli abiti nel punto sottostante al busto e successivamente si evidenzia con drappeggio o altro la zona dei fianchi, la lunghezza della gonna cambia in continuazione: di nuovo alla caviglia nel ’23, nel ‘24 si rialza al polpaccio e nel ‘25 può al massimo coprire il ginocchio. Una caratteristica invece stabile è l’appiattimento del seno, quasi per nascondere la femminilità ed essere alla moda “donna.garçon”:dinamica e sportiva. Gli abiti si arricchiscono di ricami, introdotti da Chanel. È ovvio che il fisico femminile ideale si modifica insieme alla silhouette. Le curve rotonde e voluttuose divennero out e furono sostituite da una figura filiforme con seni piccoli e fianchi poco pronunciati, un look quindi più androgeno. I capelli si portavano “alla maschietta”, taglio squadrato corto appena sotto l'orecchio. Un’immagine quindi di donna magra e “sportiva”, senza quelle che sono considerate le prerogative femminili del corpo. Le nuove linee dell’abito delineano geometrie con i tessuti di produzione industriale e i disegni del tessuto vengono accortamente aggiustati sul corpo dal sarto attraverso un attento taglio e con cuciture tali da non interromperlo; anzi, il tessuto viene tagliato e cucito in modo che i taglio stesso crei motivi geometrici. Ma la donna resta donna: non può rinunciare alla seduzione. Ecco che la semplicità dell’abito viene arricchita da gioielli di serie, belli quanto rigorosamente falsi, bigiotteria, appunto. Dove prima erano boccoli e posticci compare un baschetto geometrico comme les garçons. Tra le labbra, ed è forse uno dei pochi accessori che la “nuova voga” conferma, un bocchino. Anche lo sguardo continua ad essere ammiccante, attraverso l’uso di cosmetici per migliorare il proprio aspetto: truccarsi diviene di moda e non più prerogativa delle “cortigiane”. Importante diventa l’uso degli accessori, che di solito sono coordinati con l'abbigliamento dal punto d vista del colore e del materiale impiegato. L’abbigliamento era integrato da cuffiette, cappelli asimmetrici o berretti: si confezionano sciarpe e foulard di tessuti semitrasparenti o di diversi tipi di pelliccia. Negli anni Venti si affermano le case di Haute Couture che producono anche il pret-à-porter. Oggi di quelle case però se ne è perso il ricordo; solo Coco Chanel e Madeleine Vionnet sono sopravvissuti fino all'epoca attuale. Voglio ricordare però tra questi “scomparsi” Lucien Lelong, che fu uno degli stilisti più innovativi degli anni Trenta e Quaranta: ai suoi modelli si ispira Christian Dior per creare il suo famoso 'New Look'. Ancora è forse opportuno citare Jean Patou. Se da un punto di vista stilistico fu famoso per la sua linea di abbigliamento sportivo, ispirata al cubismo e all’architettura Déco, con maglie, gonne e camicette comode e leggere, la sua grande innovazione però fu legata al marketing; fu infatti il primo stilista a organizzare sfilate delle sue collezioni alla stampa e fu il primo ad applicare il marchio “J.P.” alle sue creazioni. La Maison Patou, prosegui dopo la morte del fondatore, avvenuta nel 1936, e divenne famosa anche per i profumi. Nel settembre 2001 è acquistata dalla americana Procter & Gamble Company. La moda cambia e proprio al culmine dell’Art Déco, nella Expo parigina del 1925, che sarà presa come emblema di questo stile, il padiglione della moda mostra nuove tendenze che rompono con lo stile precedente. La “donna-garçon” viene superata e si ritrova la femminilità tradizionale, dalla sessualità raffinata, ma non ambigua. Mi permetto di notare alcune cose. La moda tra il 1910 ed il 1930 ha introdotto delle modifiche sostanziali nel modo di vestire che arrivano fino ai giorni nostri:
In conclusione, se il risultato degli stilisti è frutto della loro creatività, il loro successo è dovuto ai cambiamenti introdotti dall’evoluzione delle tecnologie disponibili. Argomenti: #art déco , #arte , #arte moderna , #costumi , #cultura , #moda , #società Leggi tutti gli articoli di Cricio (n° articoli 131) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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