REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno V n° 2 FEBBRAIO 2009 TERZA PAGINA


Ecco un esempio di bergamasco
L'ór del diàol
A fianco del testo nella versione in bergamasco riportata nel libro “Diavoli pitocchi e streghe" di Bepi Belotti, edito da Museo della Valle di Zogno, c'è la la favola tradotta in italiano da Cricio.
Di Cricio



      Questa è la traduzione della favola, tratta da "DIAVOLI PITOCCHI E STREGHE" di Bepi Belotti, edito da Museo della Valle nel 1974, Zogno (Bg)
      In corsivo ho lasciato i modi di dire, che spesso sono usati dai bergamaschi anche in versione italiana.


Tutto l’oro sotterato, nascosto o perso e in fondo al mare, dopo cent’anni diventa proprietà del diavolo ed ogni cent’anni lo fa comparire o scomparire dinanzi alle persone disperate che non hanno nemmeno soldi per andare a prendere da mangiare.
Ed è così che i poveretti diventano sempre più disperati e danno fuori di matto (=vanno fuori di testa).

Una sera un giovane che tornava indietro dalla sua fidanzata, s’era seduto sul muretto della strada a pensare come avrebbe potuto fare per sposare la sua bella ed amata fidanzata che il padre di lei non gliela avrebbe lasciata dato che lui era poveretto e strapelato. A un certo punto, vede avvanzare una vecchina gobba e malvestita, ma era graziosa, e gli dice con una vocina “Cos’hai , bel giovane, da essere così pensieroso o, peggio ancora, malinconico?” Così lui le racconta tutto il dolore che aveva in corpo.

E lei gli risponde: “ Guarda, giovane, che nella settimana c’è anche la festa, e la festa fa contententi chi sa, chi è buono e chi fa del bene.” E gli dà un cincù (moneta da 5) di ferro tutto rugginoso e gli dice di non perderlo che un bel giorno gli verrà buono.
E passa il tempo, mese dopo mese, tanto tempo. Il cincù è sempre là nella tasca : l’aveva sempre con sé.

Un giorno andò ad aiutare un vecchio a portare a casa del fieno per le vacche, a tagliare la legna e a fargli altre faccende.
Era venuto serata tarda. Nel tornare indietro, contento come una pasqua, aveva tra le mani quella moneta tutta arruginita.
In un colpo solo vede comparire davanti a lui l’oro del diavolo: era una coperta grande, tutta piena d’oro. C’erano soldi, collane, vasi e corone da re. Lui svelto tira fuori quel cincù di ferro. Subito delle fiamme si sono levate e ha sentito dei versi, il diavolo è sparito e tutto l’oro è rimasto a lui.

Era gia bello, così è diventato anche ricco e la ragazza del cuore l’ha spostato. Hanno fatto una gran festa, e sono rimasti tutti contenti, quelle vecchina era la vecchina dal cuore in mano che aiuta i poveretti e il cincù era la misericordia e la bontà. Per questo il diavolo ha dovuto lasciare il fagotto e scappare.


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