REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno V n° 2 FEBBRAIO 2009 EVENTI


Triennale Design Museum presenta
Gli specchi di Gabriele De Vecchi
A Milano alla Triennale DesignCafé dal 3 febbraio all’ 8 marzo 2009



 

 Anselmo, brocca, 1982, photo Alfieri

Triennale Design Museum presenta Gli specchi di Gabriele De Vecchi, a cura di Silvana Annicchiarico, direttore del museo. In mostra una selezione di opere in argento di Gabriele De Vecchi.
Sono presentate diverse tipologie di prodotto, fra cui vasi, brocche, caffettiere, teiere e candelieri, che il designer chiama “specchi” per le caratteristiche della loro superficie.

Tutta la ricerca di De Vecchi è legata al tema della percezione, del movimento e della relazione con l’osservatore.
L’artista focalizza la propria attenzione sulla “pelle” dei materiali per stimolare la percezione sensoriale. Il suo approccio progettuale è rivolto a sperimentare nuove modalità di relazione tra materiali e pubblico, tra oggetto e osservatore in movimento.

 
 Ritratto Gabriele De Vecchi, photo Leo Torri
De Vecchi si confronta con un materiale come l’argento, che per sua natura ha delle caratteristiche specchianti intrinseche. Dopo aver plasmato la superficie dell’oggetto, sotto al biancore dell’ossido, si rivela progressivamente lo specchio.
Nei suoi progetti De Vecchi gioca con l’ambiguità fra forma reale e immagine riflessa, che crea un rapporto dialogico tra artefatto e spettatore.


Gli specchi di Gabriele De Vecchi
Triennale DesignCafé
Triennale di Milano, viale Alemagna, 6

3 febbraio-8 marzo 2009
Inaugurazione martedì 3 febbraio 2009

Orario 10.30-20.30, chiuso il lunedì
Informazioni:
tel +39 02 724341 fax +39 02 89010693
info@triennale.it
http://www.triennaledesignmuseum.it/info.htm


Biografia

Gabriele De Vecchi designer, architetto, orafo, artista e docente vive e lavora a Milano dove è nato nel 1938.

Il segno che unifica l’articolazione delle diverse aree frequentate operativamente sta nella considerazione che le cose sono ambigue e instabili nello spazio e nel tempo. Non forme, ma processi aperti all’intervento esterno, per favorire imprevedibili continuum metamorfici. Tali sono le opere e gli ambienti immersivi e interattivi del gruppo T, di cui è stato uno dei fondatori nel 1959.

 

 Exagon, candeliere, 1962, photo Leo Torri

Anche nel design applicato all’ argento - per il proprio laboratorio milanese - e ai progetti per manufatti in oro, in porcellana o vetro, tende a realizzare oggetti che siano ironici produttori di messaggi cangianti e di relazioni dialogiche con chi li usa.
Il tema della partecipazione del fruitore è sempre presente anche negli scritti in cui ipotizza che il vero artigiano contemporaneo sia il consumatore finale, indotto a costruire manufatti dall’offerta standardizzata di semilavorati e optional da assemblare.

La tensione sperimentale si conferma nei diversi anni di attività didattica per il design, organizzata facendo precedere la manipolazione concreta e percettiva dei materiali alla informazione modellistica e teoretica.
Attualmente conduce uno dei corsi di basic design della Facoltà di design e arti dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia.

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