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Anno V n° 3 MARZO 2009 TERZA PAGINA |
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Nota critica
Ferruccio Gard e l’optical art
Per meglio capire “La Venezia Dipinta di Ferruccio Gard”,mostra a New York dal 22 aprile all’8 maggio 2009
Di Giovanni Granzotto
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Il Maestro conosce così bene le proprietà di quell’elemento, da lasciargli lo spazio per costruire da solo, attraverso l’incontro dei pigmenti e la loro proliferazione - assolutamente non caotica, controllata, ma non trattenuta - una nuova fantastica ma solidissima interpretazione della realtà. Egli non guida, non dirige la materia: la incanala soltanto nei bacini di contenimento delle sue “visioni”, e lascia che ogni deflagrazione, proprio come in una incessante e magica ripetizione del Big Bang, ritrovi il suo punto di equilibrio, recuperando il proprio alveo naturale, permettendo ai pigmenti di riconoscere gli affini e i contrari; lasciando, insomma, che il colore balli da solo e assieme agli altri, e che ogni centro cromatico diventi un punto di fuga, e di forza e di sostegno allo stesso tempo. Il risultato è uno spettacolare, rutilante firmamento in cui Gard, propone una nuova strada per il neo-plasticismo moderno, una nuova strada in termini sintattici e linguistici, ma che fa riferimento a un nucleo antico, originario, che rimane il fondamento di ogni processo creativo.
La nube, l’atollo, il pulviscolo puntinato e colorato, e apparentemente, solo apparentemente indefinito, si propone con l’energia magmatica del ricordo di un’emersione da un mondo indistinto e sotterraneo; immediatamente ritrova gli oceani che si acquietano in campiture mono cromatiche, definendo, spartendo la superficie secondo la valenza gerarchica e diffusiva di ogni singola gamma cromatica. (Dalla presentazione della mostra “ Movimento come Messaggio”, Triennale Internazionale d’Arte Contemporanea, Praga, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, giugno-settembre 2008). |
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