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Dalle rosse radici della mia terra

San Valentino degli indemoniati


Di Ladilunaa

 


Si svegliano i vermi nei mattini maggesi alla palude

come nei giardini il velluto acceso sulle rose e s'ascolta

la campana grande di San Valentino degli indemoniati chiamare

a raddoppi di misteri il sole negli azzardi cavi delle anime assorte.



Il Demone caprino, il principe Satanasso Baal-zebub, Eshmadai, Shaitan, Mefistofele dai mille nomi sbava, schiuma

si contorge, urla e si sbianca rotolandosi nell'esorcismo del prete guardiano del busto d'argento di San Valentino

con un ultima orrenda bestemmia e un rantolo possente fugge il maligno dall'anima ossessa che asservì al suo potere.



Giunge la notte è festa sfrenata per le vie antiche

dove la luce celeste non filtra: un risucchio di canti e danze

sbeffeggia il demone sconfitto che chiuso nelle canne dell'organo

geme meditando vendetta : facile è irretire con la potenza

e pregusta nuove alleanze.



Le dame della carità ferme sulla porta della pievania

rubano quel che resta a quel tragico giorno, l'affidano

alle stelle che tremando se lo portano via.



Con questa composizione inizio a scrivere su una nuova tematica "Dalle rosse radici della mia terra" in cui emozioni, tradizioni, leggende, personaggi, località di Pisa e provincia si alterneranno rivivendo dalla mia memoria.

Il santo patrono di Bièntina, San Valentino detto degli indemoniati ha per me una ironica corrispondenza in quel San Valentino venerato a Terni come patrono degli innamorati.

Riferimenti storici
Nel 1754 Giacomo Puccini compone l’oratorio Il martirio di San Valentino, la cui partitura, conservata presso l’Istituto Musicale «Luigi Boccherini» di Lucca, costituisce una fonte di rilievo per la ricostruzione della tradizione oratoriale in Toscana nel secolo XVIII, anche in considerazione dell’esiguità di fonti musicali, pubblicazioni e studi in merito.
Bientina – per la quale è stato composto l’oratorio – nel contado pisano, ai confini del Granducato di Toscana, è un caso esemplare di piccola comunità che ha tramandato e conservato informazioni puntuali ed esaurienti descrizioni. Il rinvenimento di notizie di primaria importanza nelle cronache musicali di Giacomo Puccini (1712-1781)

Festa patronale di San Valentino
La festività del Santo Patrono di Bientina si tiene nella domenica di Pentecoste ed i festeggiamenti si protraggono anche nei giorni seguenti.
Non si può parlare di Bientina senza nominare il suo Patrono, San Valentino Martire, le cui spoglie sono conservate nella Pieve di Santa Maria Assunta.
La fama di taumaturgo di questo santo è nota in tutta la regione e anche oltre. Fin dal suo ingresso nella terra di Bientina fece parlare di sé per i miracoli, talvolta strepitosi, che iniziò a fare, in particolare nei confronti di ossessi e indemoniati, tanto da essere nominato con San Valentino degli indemoniati.
Da antichi documenti dell’epoca è possibile conoscere la storia di questo Santo, i cui resti furono riesumati dalle catacombe di San Callisto, sulla via Appia Antica, il 9 novembre 1681 e consegnati alla nobildonna romana Laura Grozzi, la quale li donò, tramite Giovan Maria Maestrini – Provinciale dei Minori Osservanti, alla Comunità di Bientina.
Numerose e molto sentite dalla popolazione sono le celebrazioni religiose che si svolgono nel periodo della celebrazione del Santo Patrono, e molto partecipata è la processione con la reliquia del Santo che si tiene il sabato sera.

Leggenda popolare
Si dice che fino dove giunge il suono delle campane di Bientina, il Diavolo non possa varcare il magico cerchio che da loro si forma e quindi chi vive al suo interno non non ha timore di essere da lui posseduto e farsi così -indemoniato-.
 

  


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