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La fiaba, un patrimonio del mondo

A ciascuno la sua Cenerentola


Di Rosa Tiziana Bruno


Attualmente siamo tutti alle prese con una realtà nuova in cui dobbiamo imparare ad orientarci: la società multiculturale, dove si trovano mescolati popoli e tradizioni diverse. E allora le fiabe nate in paesi lontani possono stimolare la fantasia e mettere bambini e adulti in contatto con mondi nuovi e sconosciuti (ma familiari, perché molti dei nostri vicini di casa provengono proprio da quei mondi).

La fiaba è un modo semplice ed efficace per allargare gli orizzonti. In tutto il mondo ormai si sta prendendo atto di questa necessità, a cominciare dagli Stati Uniti dove la coabitazione tra razze differenti è cominciata già da diverso tempo. E infatti proprio dagli Stati Uniti hanno preso vita, negli ultimi anni, dei progetti di natura didattica, destinati alle scuole, che ruotano intorno al mondo della fiaba come veicolo di confronto interculturale. Sarebbe auspicabile che questo tipo di progetti venissero portati avanti anche in Italia, in maniera diffusa.

E’ un tema affascinante questo e, in quanto scrittrice di fiabe, l’ho affrontato con grande entusiasmo. Mi sono occupata di condurre incontri di narrazione su base interculturale nella scuola Primaria e dell’Infanzia in varie Regioni d’Italia. Dopo aver raccolto le versioni di Cenerentola provenienti da tutto il mondo, le ho proposte a bambini, genitori e maestri con un progetto che ho chiamato: “I ladri di favole”. I risultati di questo progetto sono raccolti in un libro in cui tutte le Cenerentole del mondo si raccontano a noi. Ma per arrivare a questo, sono partita spiegando cos’è davvero una fiaba:

La fiaba è il luogo privilegiato dove la fantasia trova espressione, senza diventare illusione. Nessuno può prescindere dalla fantasia, perché è forza creativa, capace di aprire un varco al desiderio.
E’ un’attività umana fondata sulla consapevolezza dei dati di fatto ma anche sul rifiuto di divenirne prigionieri. Grazie alla fantasia, la fiaba racconta un mondo in cui tutto è credibile e dove il desiderio riesce ad aprirsi un varco nel destino aspro. Per questo risulta affascinante ed attraente.
In quanto contemplazione della realtà, la fiaba è specchio che riflette la vita, evidenziandola senza censure. Risveglia il desiderio e lo soddisfa. Un nesso misterioso unisce le fiabe al destino dell’uomo e in ogni fiaba è racchiusa la possibilità di essere liberi, attraverso il Desiderio.


Che cos’hanno, dunque, di speciale le Cenerentole dei paesi lontani?

Ogni fiaba, di per sé, costituisce un mezzo di comunicazione tra adulti e bambini, un modo per dire, e sentirsi dire, "ti voglio bene". Però le fiabe provenienti da paesi per noi lontani offrono qualcosa in più.
La fiaba è un genere narrativo presente nella tradizione orale di ogni popolo e quindi uno strumento didattico capace di creare punti di incontro. Consente di entrare per un momento nella vita quotidiana di un villaggio, di un paese, di un’etnia. Ogni popolo ha infatti ambientato le proprie fiabe nel paesaggio in cui viveva e, narrandole, ha fatto continui riferimenti alle proprie abitudini, alle proprie credenze, alle regole della propria società.
L’accesso al mondo narrativo di una cultura costituisce la via di accesso diretto a quella cultura, per questo la fiaba è uno strumento in grado di fornire opportunità di conoscenza, di avvicinamento, di arricchimento e di scambio. In essa i ragazzi trovano nuovi mezzi per capire e “leggere” la società attuale e per avvicinare culture che non sono più lontane.
Non solo. Nella fiaba ciascuno, anche il ragazzo straniero, può ritrovare pezzi di sé, della propria storia, della propria appartenenza. Incontrare una pluralità di linguaggi, di stili, di alfabeti. Molte storie infatti, le più note, hanno attraversato il mondo, colorandosi di scenari diversi, ma hanno mantenuto spesso una sorprendente uniformità nei personaggi, negli eventi cruciali, nelle situazioni che si presentano simili anche se collocate in paesi differenti
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Leggere una versione straniera della nota Cenerentola, dunque, ci dà la possibilità di viaggiare con l'immaginazione tra abitudini di vita (dal cibo, ai vestiti alle regole di comportamento) molto diverse dalle nostre, dove le persone e gli animali parlano e si muovono in modi inconsueti.
Ma non si tratta solo di familiarizzare con stili di vita e mentalità diverse. Attraverso la fiaba scopriamo che non siamo i soli ad avere delle storie da raccontare, che le storie degli altri sono altrettanto belle delle nostre e che non esiste un unico modo di narrare.

Attraverso la Cenerentola degli altri paesi, bambini e adulti possono scoprire che gli "altri" non sono poi tanto diversi da loro. Ben sette secoli prima che Cenerentola arrivasse in Europa, ne esisteva già un originale in Cina, con tanto di pelle gialla e occhi a mandorla; mentre i bimbi arabi conoscono una Cenerentola dal colorito olivastro, che perde il suo zoccoletto d'oro (l'equivalente della nostra scarpina di cristallo) durante una festa di nozze. L’esempio di Cenerentola dimostra che, malgrado le differenze, nei racconti dei vari popoli ci si trova alle prese con gli stessi problemi: la lotta tra il bene e il male, le prove che si devono affrontare come tappe che aiutano a maturare, il passaggio dal conosciuto allo sconosciuto.

Zoccoletti invece di scarpine di cristallo, stuoie al posto di piatti. Così, Cenerentola ci fa scoprire mondi strani e capovolti. E ci arricchisce aiutandoci ad attingere dal tesoro prezioso della diversità.


I brani in corsivo sono tratti da: Rosa Tiziana Bruno,Intercultura: progetto I ladri di favole Giovane Holden Ed. , Lucca 2009

Argomenti:   #cenerentola ,        #fiaba ,        #italia ,        #multicutura ,        #tradizione



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