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Il Vaticano è cieco? Proposta la scomunica a medici e genitori che hanno deciso di far abortire una bambina di nove anni stuprata dal patrigno, fisicamente cagionevole, e in attesa di due gemelli Di Roberto Filippini Fantoni
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Ogni volta che accadevano fatti che si relazionavano a argomenti in cui il Vaticano e la Chiesa Cattolica erano coinvolti ci ripromettevamo di scrivere qualcosa al riguardo, ma poi altri impegni ci facevano dimenticare la promessa e così siamo arrivati fino ad oggi con tali e tanti argomenti accumulati, che le difficoltà di impostazione di questa nostra critica ci sembrano insuperabili. Ci proveremo ugualmente, scusandoci sin d’ora se non ne uscirà qualcosa di molto omogeneo, anche perché, data la vastità dell’argomento, saremo costretti a suddividere il pezzo, divenuto ormai un piccolo romanzo, in tanti argomenti singoli da trattare puntata per puntata. Ma passiamo al preambolo. Il Vaticano da anni si trova davanti a una continua fuga di credenti, soprattutto in termini di partecipazione. Eppure sembra quasi che non se ne accorga, mentre la realtà è che questa presunta “cecità” non è assolutamente tale e le alte gerarchie sono ben coscienti di quanto questa emorragia sia grande, soprattutto in paesi che una volta erano considerati la roccaforte del cattolicesimo. Sto parlando ovviamente dei paesi dell’America Latina. Accanto a questi problemi di perdita di fedeli esistono poi i grandi problemi etici che vedono la Chiesa Cattolica schierata in posizioni alquanto rigide, soprattutto nel periodo del Papa polacco, grande comunicatore, uomo dall’inattaccabile fede, ma fondamentalmente conservatore. Se consideriamo i grandi problemi etico-morali che la Chiesa dovrebbe affrontare oggi, dove tutto è più difficile e dove le spinte provenienti dal basso sono forti anche se, a volte, contraddittorie, la presenza del teologo conservatore Razinger al soglio pontificio rende il tutto ancora più complicato. Quindi la chiesa “vede” ma… non ha nessuna intenzione di “provvedere” a sradicare il radicalismo di cui è impregnata, tanto da far pensare che gli integralisti islamici non siano poi così tanto distanti dalla Chiesa Cattolica conservatrice di oggi: e non lo diciamo con leggerezza, ma con molta sofferenza! Avevamo previsto di cominciare con una disanima della situazione italiana ed europea per passare poi al divorzio e all’annullamento, ma un recente fatto accaduto in Brasile, dove ci troviamo in questo momento per motivi di lavoro e di vacanze, ci ha fatto cambiare la scaletta e pertanto oggi tratteremo di questo fatto di cronaca, che in Italia non ha avuto molta risonanza, ma qui in Brasile ha creato un caso Chiesa-Stato simile a quello italiano di Eluana Englaro sul quale da poco si sono, finalmente, spenti i riflettori. Stuprata a partire dai sei anni, a nove risulta gravida di due gemelli In una piccola cittadina, Algoinha, a 230 km da Recife, capitale dello stato di Pernanbuco, nel Nord-Est brasiliano, una bambina di nove anni, che aveva avuto la sua prima mestruazione al termine dell’inverno brasiliano (agosto), alla fine di febbraio ha lamentato dolori di ventre, nausea e vomito. Portata in un Istituto le è stata riscontrata una gravidanza alla quindicesima settimana e una coppia di gemelli in sviluppo. La ragazzina interrogata dalla polizia ha dichiarato che il patrigno di 23 anni che conviveva da tre anni con la madre di 39, sin dall’inizio (6 anni aveva la piccola) ha cominciato ad abusare di lei e della sorella maggiore, che all’epoca aveva 11 anni, ma era handicappata sia fisica che mentale. Non ci sono commenti possibili per un delitto di tal gravità. Ma a questo punto comincia un ballo di interventi di opposta natura che ci ricordano il caso Eluana Englaro appena vissuto. La bimba ovviamente portava avanti una gravidanza molto a rischio sia per l’età, sia per il previsto parto gemellare. I medici dichiarano inoltre che la ragazzina, benché abbia già il mestruo, ha un fisico fragile e non ancora sviluppato (133 centimetri di altezza per 36 kg di peso), per quanto la gravidanza avrebbe potuto creare grossi problemi, anche nella fase di parto, come in quella immediatamente successiva. La legge brasiliana prevede l’aborto fino alla ventesima settimana in casi gravi come lo stupro e il rischio di vita della madre; per cui tutto regolare. Il reo dello stupro nel frattempo veniva catturato e confessava il doppio crimine sulle sue figliastre, ma aveva il coraggio di dichiarare che era contrario all’aborto!!! Il maschilismo di certe persone è irriducibile anche di fronte ai più efferati crimini. Oltretutto sosteneva che la madre era al corrente delle pesanti molestie sessuali che egli perpetrava da 3 anni sulle figlie. Cosa poi appurata falsa in quanto la madre, ovviamente all’oscuro, è venuto a sapere del fatto solo quando la figlia, prima di essere internata, glielo ha raccontato. Il delinquente ha persino dichiarato che le due ragazzine lo provocavano continuamente. Potete voi pensare che una bambina di 6 anni possa provocare sessualmente un adulto o, peggio ancora, che una di 11 anni, fisicamente handicappata e mentalmente immatura, possa fare altrettanto. Ogni commento è superfluo! Gli abitanti del quartiere, scioccati dal fatto, hanno persino tentato il linciaggio dell’energumeno il quale si è salvato solo grazie all’intervento della polizia. Per fortuna ci sarà la legge a dare al disgraziato il giusto tempo per riflettere su quello che ha fatto visto che si parla di una pena detentiva di almeno 15 anni per stupro e violenza carnale continuata, abuso e corruzione di minori, circonvenzione di incapace. E come è d’uso nelle carceri di tutto il mondo ci penseranno i “coinquilini” a fargli soffrire le pene dell’inferno. In questo caso c’è un’espressione brasiliana molto colorita ma che esprime bene il concetto e che per gli stupratori che entrano in carcere dice pressappoco così: “entrano con le scarpe ed escono con i tacchi”. La madre della ragazzina, analfabeta, che era in partenza contraria all’aborto, dopo aver parlato con assistenti sociali, medici e psicologi, considerando i rischi di una tale gravidanza, si è decisa ad apporre la firma di consenso con le proprie impronte digitali. La Chiesa Cattolica ha subito tacciato medici, assistenti sociali e genitori consenzienti con l’epiteto di “assassini”, dichiarando che alla madre, analfabeta, era stato fatto un facile lavaggio del cervello. Per non essere da meno, visto che la madre si era rifiutata di andare a parlare con il vescovo, questi ha convocato il padre della ragazza, anch’egli quasi analfabeta, e l’ha convinto, probabilmente molto “amorevolmente” e senza “alcun lavaggio del cervello”, a dichiararsi contrario all’aborto. Alla fine la decisione è stata presa dall’equipe medica visti i tempi stretti e l’alto rischio e la ragazzina è stata fatta abortire in massima sicurezza e seguita da un’equipe di assistenti sociali e psicologi. Tutto è andato bene! La Chiesa ha subito messo di mezzo un avvocato e ha minacciato un’azione legale, che ovviamente non aveva nessuna speranza di successo visto che il caso è contemplato dalla legge brasiliana (e meno male … diciamo noi!!!!!!). Una dichiarazione del vescovo della zona, José Cardoso Sobrinho, dice testualmente quanto segue: “Noi, ministri della Chiesa Cattolica, abbiamo l’obbligo di proclamare la legge di Dio. In questi casi i fini non giustificano i mezzi e la legge umana è contraria a quella di Dio, che è contro la morte”. Il Vescovo non ha ovviamente tenuto conto di alcuni “dettagli” insignificanti: (a) la vita della gestante; (b) lo stress psicologico di una bambina che deve far crescere, per quanto aiutata, una coppia di gemelli; (c) il modo barbaro con cui si è creata questa nuova vita. Quando nella guerra in Iugoslavia una suora era stata stuprata da un soldato, la Chiesa le ha chiesto di partorire nonostante tutto; ma che senso ha un figlio non voluto da un atto di amore e da un padre sconosciuto e barbaro? Poi la suora, comunque, nella sua decisione di avere il figlio era in una condizione psicologica e pratica nettamente diversa da quella della bambina di cui si sta parlando. Il Vescovo di cui sopra, ben conscio che le azioni legali non sarebbero servite a nulla, ha detto che scomunicherà i medici, tutta l’equipe di appoggio e il genitore consenziente. Innanzitutto la scomunica la può dare solo il Papa e negli ultimi tempi, a parte qualche caso sporadico (tipo Mons. Milingo), non ci risulta sia stata data con facilità. Poi ci ha ripensato e ha detto che se i suddetti “peccatori” si dimostreranno pentiti potranno avere il perdono. Sembrano le “comiche” delle pochade francesi ma è, invece e purtroppo, la realtà. Possiamo capire che i cattolici possano essere contrari all’aborto facile, ma qui si tratta di casi estremi sui quali, siamo certi, anche nel mondo cattolico c’è molta disparità di opinione e solo gli “integralisti” non guardano il lato umano della faccenda, difendendo la vita ad ogni costo, anche quando la logica più semplice dovrebbe farli ragionare in senso contrario. A tal proposito vorremmo riportare alcune parti di un articolo di tale Pedro Driedrichs di un giornale di Bahia (Vanguardia Bahia), con le quali concordiamo totalmente. “Le dottrine sono, in senso generale, progressiste, ossia evolvono. La Chiesa Cattolica che per certi versi corre anche troppo, sembra che a livello di salute pubblica si sia fermata nel tempo, fatto evidenziato dalla parola di un vescovo arcaico che dovrebbe tornare a sacrificare agnelli vergini in olocausto, come accadeva nel passato. Il problema sarà quello di riuscire a incontrare ancora vergini nei conventi. …L’argomento è il sesso forzato e la violenza. Perché una donna deve essere forzata a diventar madre contro la sua volontà?... In uno di questi giorni Dio, parlando con me, ha detto: “Tutta la Teologia del Mondo si riassume nell’amarmi e credere che sono il tuo Dio sopra tutti e amare il prossimo tuo come te stesso” e ho lasciato che la “Summa Teologica” di San Tommaso d’Aquino continuasse a impolverarsi in biblioteca perché nemmeno un Santo potrebbe dire più di Dio. Ciò nonostante a partire da San Tommaso la Chiesa ha una teologia (fondata sulla rivelazione) e una filosofia (basata sull’esercizio della ragione umana) le quali si fondono in una sintesi definitiva: fede e ragione, unite in un orientamento comune in direzione di Dio. San Tommaso, appunto, sostenne che la filosofia non può essere sostituita dalla teologia, ma che entrambe non si contraddicono a vicenda. Affermò che non ci può essere contraddizione tra fede e ragione: “La verità è definita come la conformità delle cose con l’intelligenza”. A nome di una Chiesa che non è sua, e lui non capisce di essere un funzionario di un’organizzazione di fede, il vescovo José Cardoso Sobrinho non ha avuto il dono del discernimento e, oltre che non rispettare la salute di una bambina – se lei avrebbe potuto o meno morire – se ne esce con la tradizionale barzelletta della “scomunica” (quello che è stato fatto per 400 anni con San Francesco d’Assisi), come se questo fosse un animale dalle sette teste. Questo esiste solo nella testa di vescovi o di rimbambiti! Secondo San Tommaso d’Aquino l’etica consiste nell’agire in accordo con la natura razionale “Tutti gli uomini sono dotati di libero arbitrio, orientato dalla coscienza e hanno un’innata capacità di captare intuitivamente i dettami dell’ordine morale” e dice inoltre “Il primo postulato dell’ordine morale è: fai il bene ed evita il male”. La parola scomunica, che mai fu pronunciata da Gesù, è una creazione malefica della mente distorta dei “teologi” per sottomettere gli uomini alla briglia della paura. Questa parola non è altro che lo “stare fuori dalla comunione”. Un vescovo di questi può proporre la scomunica per chi non ha raziocinato secondo i dettami dell’ordine morale. Ma non riuscirà mai a scomunicarmi in quanto sono già un ex da quando ho smesso di “comunicarmi” con l’imbecillità dei vescovi! Mi comunico con il mio Dio che, ripeto, mai parlò di “scomunicare”, nemmeno la pecora più persa: perché dovrebbe farlo con me? Fino a che noi stampa, autorità e quelli che cercano l’intimità e la conoscenza di Dio chiediamo benedizioni a certi signori che adorano fantasie, una creatura come quella che è stata violentata, non potrà tornare a casa al suo paese perché corre il rischio di essere chiamata “scomunicata”. Non sono un fan di Lula, ma lui ha detto una cosa corretta: “La medicina è più corretta della Chiesa!”. La Chiesa è sicura di quello che fa? Voti in proposito.” Dopo quanto detto da questo giornalista pensiamo di non dover aggiungere nulla. Come nel caso della Englaro, la Chiesa si preoccupa soltanto di sostenere delle rigide regole di applicazione di principi che possono essere incoerenti con le risultanze scientifiche e che spesso mancano di assoluta carità. Non tengono conto inoltre della rilevanza della libertà concessa all'uomo da Dio, come si legge nella Bibbia, libertà che permette il peccato e che è l'unico elemento che valorizzi o condanni la scelta umana. Argomenti: #aborto , #libertà , #opinione , #religione , #riflessioni , #società , #vaticano Leggi tutti gli articoli di Roberto Filippini Fantoni (n° articoli 30) |
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