REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno V n° 4 APRILE 2009 TERZA PAGINA


Dal 1964, la Sartoria Tirelli: una storia importante
L’atelier degli Oscar - I costumi della sartoria Tirelli per il grande cinema. A Gorizia, Palazzo Attems Petzenstein, 29 aprile – 6 settembre 2009



 

 Abito indossato da Michelle Pfeiffer in “l’Età dell’innocenza” di Martin Scorsese, costumista Gabriella Pescucci, realizzato da Tirelli Costumi- Roma, foto CLAUDIA PRIMANGELI / L. e C. Service

La sartoria Tirelli è nata nel 1964; ad essa si deve la realizzazione di costumi per film e spettacoli famosissimi, tra cui i costumi di quasi tutti i film di Luchino Visconti (disegnati da Piero Tosi).

Ha collaborato alla realizzazione dei costumi di “Casanova” di Federico Fellini, costumista Danilo Donati il quale vinse l'Oscar per i migliori costumi nel 1973/74, di “Momenti di gloria” del regista Hugh Hudson, costumista Milena Canonero premio Oscar nel 1982, i costumi di "Amadeus" di Milos Forman, per il quale il disegnatore Teodor Pistek guadagnò un premio Oscar nel 1985, i costumi per "Cyrano de Bergerac" disegnati da Franca Squarciapino, premio Oscar 1991, e "L'età dell'innocenza" che fruttò un Oscar alla costumista Gabriella Pescucci nel 1994, e numerose sono state le nomination e tanti altri i premi italiani e stranieri, assegnati a vari costumisti ai quali la sartoria Tirelli ha dato il suo contributo realizzativo.
Dopo la scomparsa del suo fondatore Umberto Tirelli, continua attraverso i suoi amici-eredi la sua prestigiosa attività sotto la guida di Dino Trappetti.

Più recentemente sono stati realizzati i costumi per "Il paziente inglese" premio Oscar per la costumista Ann Roth, "Titanic" premio Oscar per la costumista Deborah Scott, "Elisabetta" costumista Alex Byrne, “Il pianista sull’oceano” David di Donatello per il costumista Maurizio Millenotti, “Moulin Rouge” di Baz Luhrmann, “Cold Mountain” disegnati da Ann Roth e “La fabbrica di cioccolato” di Gabriella Pescucci. Umberto Tirelli era un appassionato collezionista di abiti antichi, che inizialmente ricercava e acquistava a scopo di studio nelle soffitte delle famiglie aristocratiche e sulle bancarelle dei mercati delle pulci di mezzo mondo. Tirelli ha costruito pazientemente un’imponente collezione che conta oggi più di 15.000 capi autentici ed è sicuramente una delle più importanti collezioni private del mondo nel campo dell'abbigliamento.

Umberto Tirelli non si è limitato a collezionare abiti storici, ma ha sempre cercato di farli vivere, mettendoli a disposizione dei costumisti con cui collaborava e numerose sono le donazioni fatte ai più prestigiosi Musei del mondo (Metropolitan Museum di N.Y.; Tokyo Institute of Costume; Kyoto Institute of Costume e Le musée des Arts décoratifs a Parigi). La Donazione più considerevole (circa 300 costumi) costituisce il nucleo fondamentale della Galleria del Costume del Museo degli Argenti di Palazzo Pitti a Firenze.

 
 Bozzetto di Ann Roth, Studio costume per N. Kidman (Cold  Mountain),  tempera, acquarello e inchiostro, 34x28 cm, foto Carlo  Sclauzero
Nel novembre 1964 apre la sua sartoria con due macchine da cucire, cinque sarte, una modista, una segretaria e un autista-magazziniere. Dopo il primo spettacolo (una "Tosca" disegnata da Anna Anni e diretta da Mauro Bolognini per il Teatro dell'Opera di Roma), nel primo anno di attività la sartoria Tirelli realizza i costumi per tre grandi spettacoli di prosa: "Tre sorelle" e il "Il gioco delle parti" disegnati da Pier Luigi Pizzi per la regia di Giorgio De Lullo, e il "Giardino dei ciliegi" disegnati da Ferdinando Scarfiotti per la regia di Luchino Visconti.
Da allora la sartoria Tirelli non ha fatto che crescere. La sua attività si è sviluppata principalmente in due direzioni diverse e complementari: quella tracciata dalla carriera di Pier Luigi Pizzi, e costellata di costumi concepiti per il teatro di prosa e d'opera, prevalentemente (ma non solo) all'insegna dell'invenzione e della fantasia; e quella tracciata dalla carriera di Piero Tosi, che si è dedicato di preferenza (ma non solo) al cinema, nella ricostruzione filologica.

 

  Abito indossato da Kirsten Dust in “Marie Antoinette” di Sophia Coppola,   costumista Milena Canonero, realizzato da Tirelli Costumi- Roma, foto   CLAUDIA PRIMANGELI / L. e C. Service

Il lavoro di Tosi ha poi influenzato in modo determinante quello di Gabriella Pescucci, cresciuta professionalmente sotto la guida di Tosi e Tirelli e arrivata nel 1994 a vincere un Oscar per “L'età dell'innocenza", e Maurizio Millenotti.
Anche l'apporto di Vera Marzot e Maurizio Monteverde è stato fondamentale per la costruzione del prestigio della sartoria.
Numerosi sono i costumisti che sono cresciuti nella "Bottega Tirelli" e alcuni di loro hanno raggiunto prestigio internazionale, come Maurizio Millenotti (due nomination per l'Oscar e numerosi premi italiani), Giovanna Buzzi, Alberto Verso, Carlo Diappi, Carlo Poggioli, Flora Brancatella, Alberto Spiazzi, Silvia Aymonino, Alessandro Lai e Mariano Tufano. E numerosi sono i costumisti stranieri che frequentano la Tirelli Costumi, come Hugo De Ana (regista e costumista dei suoi spettacoli), James Acheson, Sandy Powell, Claudie Gastine, Ann Roth, Penny Rose, Yvonne Sassinot de Nesle, Francoise Tournafond, Olga Berluti, Deborah Scott, Jean Philippe Abril e tanti altri.

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