Si è ormai affievolita l’eco della canzone di Povia (Luca era gay) che a Sanremo aveva suscitato condivisioni e indignazioni in pari grado. Tra i denigratori lo stesso onorevole Grillini che, nonostante la sua dichiarata omosessualità, non condivideva le teoria di Povia secondo la quale il fatto di essere gay non deve essere considerato al pari di una malattia.
In effetti il cantautore si è limitato a riportare le dichiarazioni di un giovane che aveva vissuto un’esperienza gay con un adulto e poi aveva ritrovato la propria vera natura eterosessuale.
Niente di anormale,in quanto l’ambiente in cui si vive durante l’adolescenza può influenzare il proprio indirizzo sessuale, al pari di tutti gli altri orientamenti del comportamento umano.
D’altra parte l’argomento non è nuovo nel mondo della canzone internazionale. Tanto per restare in Italia un altro cantautore (Federico Salvatore), alcuni anni or sono, aveva affrontato lo stesso tema proprio al festival di Sanremo, cantando “sulla porta”, nel cui testo si narra di una madre ossessiva (e di un padre succube, poi fuggito) il cui figlio, ormai adulto, tenta di andare a vivere con un altro uomo. Purtroppo viene sistematicamente fermato sulla porta dalla madre, che simula attacchi di cuore pur di trattenerlo.
Tuttavia il problema è più complesso di quanto possa apparire da un’analisi superficiale. Innanzitutto si devono distinguere vari orientamenti in questo campo.
- Gli omosessuali prediligono una vita affettiva ed erotica predominante o persistente con un individuo dello stesso sesso e il loro rapporto è molto simile a quello che hanno gli eterosessuali, a parte l’assenza del coito; spesso risultano più sensibili (nel campo artistico se ne trovano diversi) e affettivamente legati alla madre.
In questo vasto gruppo rientrano parecchie specie animali, tra cui l’uomo. La storia poi ci consegna molti casi di personaggi famosi gay, tra cui un Papa, nonostante nel passato fosse assai meglio tacere il fatto di essere omosessuale. Se oggi è più facile fare coming-out nel mondo occidentale, non altrettanto si può dire per i paesi islamici, dove i gay vengono condannati pubblicamente, messi in carcere o, peggio ancora, impiccati.
Nel mondo sportivo se ne trovano parecchi, anche se in alcuni ambienti si ha ancora difficoltà ad ammetterlo; specialmente nel calcio, considerato, a torto, sport molto “maschio”. Negli States, dove la mentalità è più aperta, ci sono più femmine che maschi a praticarlo. In Italia, nonostante il terzo millennio, si guardano ancora con diffidenza le femmine che scelgono il calcio e, in certi casi, anche la pallacanestro. Ciò perché le mentalità arcaiche sono dure a morire, specie negli ambienti di basso livello culturale, ancora pervasi dall’ omofobia! Tra i personaggi più famosi dello sport troviamo la tennista Navratilova, lesbica dichiarata, che ha vinto tutto il possibile gareggiando ben oltre i quarant’anni.
- I transessuali sono individui che dal punto di vista psicologico appartengono al sesso opposto rispetto a quello manifestato dal proprio corpo, per cui si verifica un autentico “scollamento” tra mente e corpo, al punto che, per risolvere definitivamente la propria appartenenza all’uno o all’altro sesso, decidono di subire interventi chirurgici invasivi. Del resto anche presso il mondo animale troviamo alcune specie di pesci che durante la vita cambiano il loro sesso. In questo caso non ricorrono certamente al bisturi, ma è madre natura a favorire la metamorfosi quando si verifica la predominanza spiccata di individui dello stesso sesso. Il tutto per favorire la sopravvivenza della specie.
- Gli ermafroditi sono individui che posseggono entrambi gli organi sessuali e. anche se sono più rari, li troviamo persino nello sport, dove la maggior produzione di testosterone (ormone maschile) favorisce lo sviluppo muscolare e avvantaggia coloro che scelgono “la via femminile". L’ultimo caso scoperto di ermafroditismo nello sport è di questi giorni e riguarda il mondo del tennis, dove la tedesca Gronert si è fatta operare ed è stata sottoposta a cure ormonali femminili per ottenere il permesso di gareggiare tra le femmine.
Prima di lei la judoka Silva (Pechino 2008) e la pallavolista Coimbra,(giocò a Chieri due anni fa), entranbe brasiliane, si sono dichiarate nel recente passato.
Andando indietro negli anni troviamo la velocista statunitense Walsh (oro a Berlino nel ’32), la ottocentista ceca Koubkova (anni trenta), la polacca Ratjen (campionessa europea dell’alto) e le sorelle Press, plurimedagliate nell’atletica alle olimpiadi romane del 1960.
Il caso più clamoroso, di cui siamo a conoscenza riguarda, la lanciatrice del peso tedesca Krieger (oro agli europei dell’86) che fu riempita di ormoni maschili, al punto da doverla costringere, poi, a trasformarsi in uomo. Ma in questo caso non è stata madre natura a complicarle la vita, come negli altri casi sopra citati, bensì l’uomo e la sua sete di successo e di denaro.
Purtroppo, ancor oggi, è molto diffusa l’opinione che l’omosessualità sia una malattia o, peggio, una perversione. Niente di più errato e la scienza lo ha ampiamente dimostrato. Proprio per evitare commenti da parte dell’opinione pubblica (che dimostrerebbe più intelligenza e migliore cultura tacendo) alcuni tentano, invano, l’approccio con l’altro sesso, rimanendone delusi.
D’altra parte l’omosessualità è sempre esistita al punto da rientrare nella norma dei comportamenti umani. Se nei secoli addietro era meglio non dichiararsi, la diffusione della cultura ha consentito di accettare la presenza di gay e lesbiche, pur se in certi ambienti il fatto suscita ancora perplessità, generate dall’ignoranza o da tradizioni difficili da sradicare.
Lo sviluppo della psicologia ha contribuito ad abbattere questi pregiudizi, sviluppando alcune teorie per spiegare l’evento. Tra queste, quella ambientale generata da una madre iper protettiva e possessiva, specialmente quando la figura paterna risulta assente o debole. Infatti nella maggior parte dei casi la tendenza omosessuale si manifesta prima dei 15 anni d’età.
Quando, finalmente, il pregiudizio sociale scomparirà, gli individui verranno considerati semplicemente come persone senza alcuna etichetta preconfezionata.
Infatti l’omosessualità non deve assolutamente venire considerata come una degenerazione della personalità, ma semplicemente come qualsiasi altra caratteristica del comportamento umano.
Malauguratamente sono ancora molti i genitori che non accettano di avere un figlio o figlia omosessuale e si rivolgono al medico, che può soltanto indirizzarli da uno psicologo, in quanto non si tratta di una malattia e, soprattutto, non esiste una sola causa, bensì una serie di concause e dinamiche affettive che coinvolgono sia genitori che figli.
E’ vero che tra il quarto e il settimo mese di gravidanza si verifica la sessualizzazione del cervello, tuttavia non sempre i livelli ormonali sono adeguati. Se a questo si aggiungono i fattori ambientali, sociali, familiari e culturali, appare evidente che il quadro risulta assai più complesso e variegato di quanto si possa pensare.
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