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Anno V n° 5 MAGGIO 2009 RECENSIONI |
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Nelle Sale Oggi
X MEN le origini: Wolverine
Di Daniela Losini
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Artigli di adamantio al personaggio ma unghie spuntate alla trama: “X MEN le origini: Wolverine” è un ottimo oggetto di studio per chi ama la tecnica, le scene d’azione, i botti e i duelli che per l’occasione, ribattezzeremo wolf-fights. Per il resto, sono quasi due ore di monolitica attesa che succeda qualcosa. Nonostante i bicipiti, le vene al collo, la faccia sorniona e il ricordo del personaggio che fu realmente un successo – e consacrò anche al successo Hugh Jackman - della serie X Men (seppure del terzo episodio cinematografico ci si ricorda ben poco se non la bruttezza), l’allestimento visivo non si distacca dal deja-vu e dalla forma elementare e basica dell’agiografia. Dai tempi di “Spawn” sono stati fatti passi da gigante circa le trasposizioni che riguardano i super eroi e relegare Wolverine a spaccatutto motorizzato, gigione col sigaro, amico dei buoni ma sempre arrabbiato e pronto a tornare isola a sè stante, è uno scivolone notevole. Gavid Hood (“Il mio nome è Totsie”, Oscar 2005) avrebbe potuto scaldare e innovare la vicenda del mutante indistruttibile apportando uno sguardo fuori dai canoni e dai clichè. Solo a tratti si ritrova qualche afflato di vita pulsante: la trasformazione con l’ausilio del metallo proveniente dallo spazio, i titoli di testa (splendidi) qualche buona battuta assestata, le citazioni da Superman nei combattimenti stile doppelgaenger con Sabretooth interpretato da Liev Schreiber. Resta notabile lo sforzo di post produzione e il lavoro sugli effetti speciali e visuali, straordinario. Gran parata di mutanti che sembrano solo comparsate di lusso senza il dono dell’incisività: DeadPool, Blob, Gambit, Ciclope, SilverFox. Occasione sprecata. Pre-pensionamento consigliato. GIUDIZIO GENERALE * RITMO * IMPEGNO ** COINVOLGIMENTO * Legenda : * scadente ** sufficiente *** discreto **** buono ***** ottimo |
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