REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno V n° 6 GIUGNO 2009 IL MONDO - cronaca dei nostri tempi


Quando la scienza fa sognare
Scoperta IDA, una “bambina” di 47 milioni di anni fa
L’annuncio, in uno studio pubblicato sul numero di maggio di PloS One, può cambiare le ipotesi di origine dell’uomo, anche se la prudenza è d’obbligo
Di G.G.



Ida è la scoperta paleontologica che potrebbe dare una nuova visione dell’antenato dell’uomo e potrebbe essere un rilevante anello per capire la storia dell’evoluzione. Si tratta di un fossile che risale a circa 47 milioni di anni fa, scoperto nel 1983 da un cacciatore di fossili in una cava a Messel, un sobborgo di Darmstadt-Dieburg in Assia (Germania). Solo recentemente è stato acquistato dal museo di Storia Naturale di Oslo e studiato approfonditamente.

Il fossile appartiene a un giovane primate; infatti la dentatura , come appare ai raggi X, risulta ancora in via di sviluppo: quando morì il piccolo primate non aveva più di nove mesi di vita.

Ha sembianze simili a quelle di un lemure, infatti, si tratterebbe di una specie del gruppo degli Adapidi, uno dei due rami in cui i primati ancestrali si divisero decine di milioni di anni fa e dal quale derivano gli esseri umani.
Il fossile è ottimamente conservato e quasi completo, manca solo parte della zampa posteriore sinistra, dal ginocchio in giù. Si può osservare, oltre allo scheletro, anche parte dello stomaco con i resti dell'ultimo pasto a base di frutta e foglie. Si possono notare diverse caratteristiche che lo accomunano all’uomo come il pollice opponibile, unghie al posto degli artigli e, negli arti inferiori, l'osso del tallone fa supporre che usasse la camminata in posizione eretta.

Il gruppo dei ricercatori: Jens L. Franzen, Philip D. Gingerich, Jörg Habersetzer1, Wighart von Koenigswald, B. Holly Smith, guidati da Jorn Hurum, ne hanno dato l’annuncio sul numero di maggio di PloS One http://www.plosone.org/article/info:doi/10.1371/journal.pone.0005723 dopo due anni di studio. Al fossile è stato dato il nome “Darwinius masillae” per ricordare Charles Darwin e all'area in cui è stato ritrovato, ma è stato soprannominato “Ida” come la figlia del capo dell’equipe di ricerca che lo ha studiato.

Secondo il prof Hurum questo reperto è molto importante e consentirà di comprendere meglio la paleobiologia di un primate del periodo dell'Eocene, un'epoca in cui l’evoluzione dei primati iniziò a dividersi in due specie distinte: proscimmie e antropoidi.

La scoperta è affascinante e potrebbe aprire nuove ipotesi sull’apparizione dell’uomo sulla terra, ma gli scienziati sono prudenti nell’affermare questa possibilità e preferiscono ipotizzare per ora che Ida potrebbe essere la progenitrice di una razza vicina all’uomo.

Forse gli scienziati adottano tutte le cautele necessarie per evitare l’errore che venne fatto con il Ramapithecus, un primate estintosi, i cui fossili furono rivenuti nel 1932 in Nepal, sulle rive del fiume Tenau.

Allora lo scopritore (G. Edward Lewis) sostenne che la mascella era più simile a quella umana di ogni altro fossile di scimmia allora conosciuto e venne considerato per parecchi anni il progenitore più antico della specie umana. Solo successivamente. con uno studio pubblicato su Science, Aprile 1982 – “L'uomo perde un suo antenato”, dopo una serie di analisi dettagliate biochimiche, venne dimostrato che il Ramapithecus era una specie scomparsa di orangutan

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