REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno V n° 6 GIUGNO 2009 - TERZA PAGINA Riflessioni leggendo Primo Levi |
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Di Eva, la Bibbia ne parla nella Genesi come la compagna di Adamo, formata da una sua costola. La figura biblica di Eva credo che si possa identificare con la “moglie” fedele, la madre, una donna che vive per la coppia con il marito, che vuole certo migliorare, ma assieme al marito: ecco che offre la “mela” non per fare danno, ma convinta di far diventare il marito migliore e più potente. Eva si identifica con l’ideale della donna ottocentesca: l’angelo del focolare, il punto di riferimento della famiglia. Il suo sesso serve per procreare e per dare soddisfazione al suo uomo. Non conoscevo invece la figura di Lilith e l’ho scoperta leggendo il racconto di Primo Levi, in cui appare una figura molto più complessa di Eva. Anche Primo Levi non conosceva Lilith; l’ebreo “Tischler”, come dice il nome, un falegname, nel campo di concentramento gliene parla così: “ Se tu avessi letto bene la Bibbia, ricorderesti che la faccenda della creazione della donna è raccontata due volte, in due modi diversi: ma già, a voialtri vi insegnano un po' di ebraico a tredici anni, e poi finito... Si, è raccontata due volte, ma la seconda non è che il commento della prima.- e poi più avanti - nel primo racconto sta solo scritto "Dio li creò maschio e femmina": vuoi dire che li ha creati uguali, con la stessa polvere. Invece, nella pagina dopo, si racconta che Dio forma Adamo, poi pensa che non è bene che l'uomo sia solo, gli toglie una costola e con la costola fabbrica una donna... c'è chi crede che non solo le due storie, ma anche le due donne siano diverse, e che la prima non fosse Eva, la costola d'uomo, ma fosse invece Lilit. Ora, la storia di Eva è scritta, e la sanno tutti; la storia di Lilit invece si racconta soltanto.1 La prima storia è che il Signore non solo li fece uguali, ma con l'argilla fece una sola forma, anzi un Golem, una forma senza forma. Era una figura con due schiene, cioè l'uomo e la donna già congiunti; poi li separò con un taglio, ma erano smaniosi di ricongiungersi, e subito Adamo volle che Lilit si coricasse in terra. Lilit non volle saperne: perché io di sotto? non siamo forse uguali, due metà della stessa pasta? Adamo cercò di costringerla, ma erano uguali anche di forze e non riuscì, e allora chiese aiuto a Dio: era maschio anche lui, e gli avrebbe dato ragione. Infatti gli diede ragione, ma Lilit si ribellò: o diritti uguali, o niente; e siccome i due maschi insistevano, bestemmiò il nome del Signore, diventò una diavolessa, parìi in volo come una freccia, e andò a stabilirsi in fondo al mare. C'è anzi chi pretende di saperne di più, e racconta che Lilit abita precisamente nel Mar Rosso, ma tutte le notti si leva in volo, gira per il mondo, fruscia contro i vetri delle case dove ci sono dei bambini appena nati e cerca di soffocarli. Bisogna stare attenti; se lei entra, la si acchiappa sotto una scodella capovolta, e non può più fare danno. Altre volte entra in corpo a un uomo, e l'uomo diventa spiritato; allora il miglior rimedio è di portarlo davanti a un notaio o a un tribunale rabbinico, e fare stendere un atto in debita forma in cui l'uomo dichiara che vuole ripudiare la diavolessa. Perché ridi? Certo che non ci credo, ma queste storie mi piace raccontarle, mi piaceva quando le raccontavano a me, e mi dispiacerebbe se andassero perdute. Del resto, non ti garantisco di non averci aggiunto qualcosa anch'io: e forse tutti quelli che le raccontano ci aggiungono qualche cosa, e le storie nascono cosi.”
La figura ha molteplici aspetti, come dice l’ebreo “Tischler”, molti attinti alle leggende mesopotamiche. Wikipedia, l'enciclopedia libera, la definisce “il demone femminile della religione mesopotamica associato alla tempesta, ritenuto portatore di disgrazia, malattia e morte”. Lilith compare nell'insieme di credenze dell'Ebraismo come un demone notturno, ovvero come una “civetta”2 (n.d.r ricordo che “civetta” è anche definito un tipo di donna), che lancia il suo urlo. La sua figura, appare nell’ebraismo popolare, come dotata degli aspetti negativi della femminilità: adulterio, stregoneria e lussuria; particolarmente pericolosa per i bambini di sesso maschile prima della circoncisione. Nella tradizione viene anche abbinata con il serpente e qualcuno la lega al serpente tentatore del Paradiso Terreste. La figura femminile che ricostruisco attraverso la lettura di quanto ho trovato è di una donna indipendente dall’uomo, che usa il proprio sesso a suo piacimento, per irretire e rendere l’uomo succube e non lo usa per procreare altra umanità. Sappiamo che le figure mitiche sono una rappresentazione della realtà che ci circonda, allora provo a considerare Eva e Lilith i due estremi della femminilità. La domanda che mi pongo è: come si identificano nella realtà che oggi conosciamo? Proviamo a pensare come era considerata la donna fino al secolo scorso; abbiamo due tipologie: la moglie e la “cortigiana”, che ben si addicono ai due profili prima descritti. In quel tempo però la moglie non doveva sedurre il marito, il matrimonio era combinato e, in genere quindi, non era “per amore”. La moglie doveva curare la casa, le relazioni importanti, fare i figli, spesso anche curare l’economia della famiglia. Per contro il marito doveva fornire il sostentamento economico e dare lustro, ma nella notte poteva divertirsi con le “Lillith” che poteva aver a disposizione. C’era una regola da rispettare: non sovrapporre i rapporti, non creare conflitti aperti.
Sempre nel secolo scorso il “femminismo” ha preso piede e ha allontanato “Eva” come esempio unico della femmina, dando spazio invece a “Lilith”. La promiscuità sperimentata nel ‘68 e la disponibilità della “pillola” ha fatto in modo che la parte di Lilith presente in ogni femmina ha avuto più spazio di estrinsecarsi. Questo di per se stesso non è un fatto negativo. Al maschio piace la donna seduttrice, piace “Lilith”, a patto di avere l’impressione di essere lui a comandare la danza. Tutto funziona perfettamente se la femmina sa essere nello stesso tempo Lilith e Eva a secondo dei momenti, ma non è facile. Oggi sempre di più il modello femminile, specialmente nelle più giovani, è Lilith: il sesso è usato, senza pudore né reticenze, per cercare il successo ed il maschio è solo un animale da usare per essere cavalcato: le “veline” ne sono un esempio. Che questo andazzo piaccia al maschio è evidente: lo solletica e lo fa sognare, anche se poi cerca Eva per un rapporto vero: le veline devono essere pagate con la moneta che loro desiderano, ma non entriamo nella “storia”. Ecco che così un ultrasettantenne che se la fa con minorenni può addirittura essere considerato un “buon esempio” in molti ambienti maschili, dove è diffusa l’abitudine di andare a puttane o, specialmente nel ceto dei piccoli industriali e dei professionisti, avere l’amante extracomunitaria o fare turismo sessuale. La cosa che mi lascia invece molto perplesso è che il modello “Lilith” sia ampiamente accettato dalle donne e chi cade nelle seduzioni di una “super-lilith” non sia considerato uno sciocco imbecille. ( immagine: Lilith nel manierismo fin de siècle del pittore inglese preraffaellita John Collier, 1892 ___ 1) I passaggi della Genesi, in cui le parole usate per descrivere la creazione dell’umanità sono diverse hanno portato alcuni a ritenere possibile l'esistenza di una donna che ha preceduto Eva; si spiega anche perché Lilith sia un demone, come tutti quegli “spiriti dannosi” creati durante i primi sei giorni della Creazione e divenuti demoni perché ribellatisi al Signore che non donò loro un corpo come avvenne invece per Adamo ed Eva, che si racconta fossero uniti in una sola anima prima di essere divisi e poi formati come primo uomo e prima donna dell'umanità. Nel primo capitolo leggiamo: “Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò”(Genesi, 1:27) Nel secondo capitolo la cosa si ripete, ma prima c’è la creazione dell'uomo con polvere del suolo (Genesi 2:7) e poi, dalla costola di Adamo (Genesi 2:22), la creazione della donna chiamata Eva. - torna al testo 2) L'edizione della CEI del 1974 traduce "Lilith" con "civette": “Gatti selvatici si incontreranno con iene, i satiri si chiameranno l'un l'altro; vi faranno sosta anche le civette e vi troveranno tranquilla dimora” (Isaia 34:14) “Vi si anniderà il serpente saettone, vi deporrà le uova, le farà dischiudere e raccoglierà i piccoli alla sua ombra; vi si raduneranno anche gli sparvieri, l'uno in cerca dell'altro; nessuno si farà attendere.”(Isaia 34:15) torna al testo
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