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 Anno V n° 6 GIUGNO 2009    -   RECENSIONI


Letto per voi
Per non morire di mafia, di Pietro Grasso - Alberto La Volpe
Un libro autobiografico, una testimonianza, una attenta analisi dei sistemi mafiosi , l’individuazione dei modi per contrastarne il potere
Di Giovanni Gelmini



Un omicidio mafioso non viene commesso per cause meramente interindividuali, tali cioè da coinvolgere solo i conflitti di interesse e le scelte dei singoli individui protagonisti dell'evento, ma riassume e riflette la dimensione superindividuale dell'organizzazione, in quanto costituisce lo strumento privilegiato attraverso il quale Cosa Nostra manifesta la sua esistenza, mette in pratica le sue regole e realizza le sue strategie” Questo è una saggio di quanto Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia, scrive nel suo libro “Per non morire di Mafia”.

Le pagine iniziali, in cui è scritta la frase sopra riportata, proseguono con un’analisi molto profonda di cosa sia “mafia”, di come è organizzata, di come preferisce l’ombra al sole e si comprende come il periodo “stragista”, culminato con gli omicidi Dalla Chiesa, Falcone, Borsellino e con gli annessi di attentati sparsi per l’Italia, per ora sia superato solo perché la mafia siciliana, per poter produrre, deve essere non visibile. Questo è il motivo per cui i fatti sanguinosi si devono sempre ricondurre ad una visione strategica di esempio, intimidazione e difesa, non di “regolamento dei conti”.

Così non è per le altre mafie, di cui Grasso parla ampiamente, ma il modello siciliano sembra essere il più efficiente e quello a cui si stanno orientando tute le altre organizzazioni criminali. Per tutte comunque è vitale un rapporto molto stretto con le realtà politiche senza ideologie, solo una attenzione per quelle che contano. Le organizzazioni criminali devono poter controllare il territorio e questo implica automaticamente la necessità di controllare la politica. Anche di questo Grasso parla abbondantemente , raccontandoci la storia di questa collusione.

Il Procuratore Antimafia affronta ampiamente nel libro anche un altro argomento scottante: l’internazionalizzazione dell’attività criminosa.
Sappiamo dei legami tra terrorismo e criminalità, la contropartita del traffico di droga in molti casi è il traffico di armi, come in un baratto internazionale, ma leggendo il libro si scopre un altro tipo di legame molto preoccupante: il riciclaggio del denaro sporco e il mondo imprenditoriale.

Questo legame, secondo Grasso,pone la criminalità organizzata in simbiosi con il sistema finanziario, legato alla creazione di fondi neri nei paradisi fiscali da parte delle imprese.

Quindi il legame degli apparati mafiosi con il sistema economico diventa molteplice: intimidazione per estorcere il pizzo, appalti, acquisizione per investimenti e per meglio riciclare il denaro sporco e infine comunità di intenti per l’evasione fiscale e, dietro a tutto questo, la politica, che deve rendere fluidi e possibili tutti questi traffici; un bel quadro tranquillizzante, non c’è che dire.

Alla fine del libro il Procuratore Antimafia parla dei mezzi per combattere la mafia: per prima cosa l’efficienza della giustizia e dei sistemi investigativi e ricorda come pentiti e intercettazioni telefoniche siano basilari per questa attività, ma anche la libertà di stampa perché la mafia cerca di far credere di non esistere, di essere un apparato di difesa dei cittadini e non un sistema criminale.
Ma ci vuole certamente ancora qualcosa: il credere nell’etica e non nella sola ricerca del potere e del denaro. Il potere della mafia parte anche dalle piccole “raccomandazioni” chieste per un posto di lavoro o una promozione: questa e la base del clientelismo su cui potere politico corrotto e mafia vivono insieme.

Un libro assolutamente da leggere per capire meglio la realtà economico - politica – criminale in cui noi siamo costretti a vivere. Non è un libro che si legge tutto di un fiato, va meditato passo per passo e confrontato con la realtà che ci circonda, anche direttamente, perché le mafie sono ovunque, anche se spesso non le vediamo.


Per non morire di mafia
di Grasso Pietro - La Volpe Alberto
Listino € 18,00
Editore Sperling & Kupfer
Collana Saggi
Anno 2009
Pagine 312
Lingua Italiano
EAN 9788820047528
ISBN: 8820047527
Data pubblicazione: 28 Apr 09

La presentazione nel risvolto di copertina

La mafia non si arrende mai. È il promemoria quotidiano di un magistrato impegnato da trent'anni contro la criminalità organizzata e convinto che, per contrastarla, sia necessario avere la percezione esatta della sua pericolosità. Le rivelazioni dei pentiti, la celebrazione dei processi, lo smantellamento del vertice di Cosa Nostra non hanno segnato la fine delle cosche. Ai colpi inferti dagli investigatori, l'organizzazione ha ribattuto ogni volta con nuove strategie, dalla collusione con la classe politica dominante, agli omicidi eccellenti, alle stragi. Oggi la mafia sembra scomparsa e invece ha solo cambiato volto: non più una piovra, ma una rete invisibile infiltrata nei colossali affari degli appalti edilizi, della droga, della contraffazione. Un sistema moderno e sofisticato, che si è adattato alla realtà dell'economia globalizzata. Dalla Procura nazionale antimafia, l'organismo che coordina le indagini condotte su fronti interni e internazionali, Pietro Grasso ripercorre le stagioni della guerra alla Cupola siciliana in un racconto schietto, che affronta anche questioni delicate: i legami tra mafia e politica, gli scontri all'interno della magistratura, le carenze legislative e di mezzi. Spiega inoltre gli ultimi sviluppi delle attività di 'ndrangheta e camorra e traccia una mappa delle nuove mafie (cinesi, russe, albanesi, nigeriane, colombiane), individuando le strade e gli strumenti "per non morire di mafia", per non sottomettersi al suo potere.



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