REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno V n° 7 LUGLIO 2009 - TERZA PAGINA Siamo circondati da scenari frastornanti |
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Esistono mezzi privilegiati, insieme al gioco, che consentono tutto ciò. Per esempio la fiaba. Il racconto di una storia, che l’adulto porge al bambino, suggerisce in modo simbolico il tipo di battaglia da combattere per realizzarsi, per riuscire, per sviluppare la personalità. I bambini amano i racconti, li assorbono come una spugna. Niente di strano se non si stancano mai di ascoltarli e chiedono di risentire più volte la stessa storia. Mentre un adulto legge ad alta voce, loro, i bambini, crescono divertendosi. Ma non è tutto. La fantasia non è roba per piccoli e basta. E’ un’indispensabile componente del vivere quotidiano di tutti, adulti compresi. Se tendiamo ad escluderla o rilegarla in un angolino, rischiamo di rimanere menomati. La fantasia è una straordinaria risorsa, un’occasione preziosa per arricchire e rinnovare il nostro modo di pensare e di vivere. Il pensiero razionale e scientifico di cui siamo figli, giacché discendiamo da un’epoca totalitaria e totalizzante, ci impedisce di dare il giusto valore alla fantasia. Infatti spesso siamo diffidenti verso gli artisti e i creativi in genere, perché ci sembrano poco “seri”. Tendiamo a credere che il realismo e l’omologazione alla massa siano vie migliori per raggiungere il benessere interiore ed esterno. Ma così facendo si corre il rischio di consegnare i nostri sogni e i nostri pensieri nelle mani di chi conquista la posizione di guida della massa. E non è giusto né dignitoso, oltre ad essere estremamente pericoloso. Vale la pena ri-familiazzare con la fantasia, perché è l’unico modo di far sì che i nostri bisogni non siano soltanto necessità di sopravvivenza, ma stimolo per una vita piena. Avere fantasia significa dare forma alla curiosità e scoprire nuovi accessi alla realtà del mondo, rompere la monotonia del quotidiano e aprirsi all’infinito. La fantasia non è una fuga dalla realtà, piuttosto è il primo passo per iniziare a trasformarla. E’ progettazione del futuro. E’ saper pensare l’inedito, saper andare oltre le equazioni matematiche che hanno una sola possibilità di soluzione. Senza fantasia non c’è movimento, non c’è futuro. C’è solo perpetrazione del passato. Dunque coltiviamo la fantasia, dei bambini e nostra. Apriamo un libro di fiabe, magari all’ombra di un faggio, e cominciamo a leggerci una storia…
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