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Osservatorio economico

Che economia ci raccontano

Recenti documenti di enti autorevoli parlano dell’economia Italiana: il rendiconto sull’Esercizio 2008 della Corte dei Conti, la Banca d’Italia, lo SVIMEZ, tutti molto preoccupanti. Ma il DPEF varato da Tremonti e il Governo è ottimista senza ragione

Di Giovanni Gelmini


È sempre l’economia a tenere banco e si leggono le preoccupazioni di chi si trova a controllarla. Le loro relazioni si susseguono e mostrano segni che non dovrebbero essere certo trascurati dal nostro Governo, cosa che invece avviene in modo costante, coperto da un trionfalismo che non trova ragione di essere.

Per tanti mesi Berlusconi ha attaccato Confindustria e Bankitalia con l’accusa di fare terrorismo economico, ma con la pubblicazione del DPEF avvenuta qualche giorno fa anche Tremonti ha dovuto confermare le previsioni molto nere fatta da Bankitalia, con un crollo del PIL nel 2009 (-5,2) e una previsione di sostanziale “piatta” nel 2010 (+0,5%) . Si potrà parlare di vera ripresa solo nel 2011 con una speranza che la crescita possa far segnare almeno un +2%, valore non certo esaltante.

Cerchiamo di dare un significato a questi numeri: per tornare al livello del 2007 si dovrà attendere, se va bene il 2012! Cioè questa è una crisi della durata di almeno 5 anni. Crisi di sistema, come abbiamo sempre detto, che dovrebbe imporre profonde modifiche di sistema: Pubblica Amministrazione, infrastrutture, innovazione tecnologica, modifiche che non rileviamo nella politica seguita dal Governo

Vediamo in sintesi i rilievi che i vari osservatori istituzionali hanno fatto e che trovate in dettaglio nei “Documenti”.

Iniziamo con la Corte dei Conti. Nel rendiconto sull’Esercizio 2008 il Procuratore Generale Furio Pasqualucci, ha sollevato alcuni problemi “cronici” della Pubblica Amministrazione, a cui sembra non ci sia la capacità, o la volontà, di porre rimedio.

Gravi sono alcune affermazioni fatte, che colgono un’incapacità, già sperimentata nella legislatura 2001-2005 dei Governi Berlusconi, nel controllare la spesa pubblica.
Nel 2007 la corte dei conti aveva espresso una “ valutazione moderatamente positiva” poiché l’indebitamento era risultato inferiore all’anno precedente. Questo lasciava sperare che fosse l’inizio di un percorso virtuoso che consentisse una progressiva sostanziosa riduzione del debito pubblico, ma il 2008 non ha confermato tali attese , “ l’Indebitamento netto è salito a 42,9 Miliardi pari al 2,7% del PIL, l’Avanzo Primario è sceso al 2,4 % ed il Debito Pubblico ha raggiunto la cifra di 1663,65 Miliardi, pari al 105,8% del PIL.

Come era avvenuto, nel quinquennio precedente “La spesa primaria corrente è cresciuta del 4,5 per cento, un tasso superiore a quello medio dell’ultimo biennio (3,4 per cento),… dopo essere diminuita per due anni consecutivi, è aumentata di 1,1 punti percentuali, raggiungendo un nuovo massimo storico (40,4 per cento del PIL ).

Fatto preoccupante è che contemporaneamente “Le spese in conto capitale sono diminuite in un anno del 6,1 per cento…. Se si escludono le dismissioni immobiliari, la spesa per investimenti, dopo l’incremento del 2,6 per cento registrato nel 2007 è diminuita del 3 per cento; in rapporto al prodotto, essa è tornata al livello del 1998 (2,3 per cento).

Il Procuratore Generale mette anche in evidenza come “i risultati sopra indicati non possono trovare causa esclusiva nella crisi insorta a livello mondiale. Né le prospettive future appaiono migliori” per la profonda crisi economica e “ il fattore di rigidità rappresentato dal debito pubblico che lascia spazi ridotti ad una manovra anticiclica del Governo ”, se si vuole evitare lo sforamento del debito pubblico.

Pasqualucci indica anche come siano difficilmente percorribili le due vie che vengono sempre indicate per eliminare la crescita del disavanzo: la riduzione dell’evasione fiscale e il ricorso alla cartolarizzazione allo smobilizzo degli immobili.

Per il Procuratore Generale il recupero dell’evasione, valutata dallo stesso Tremonti pari al 18% del PIL, con un conseguente minor gettito fiscale di oltre 100 miliardi di Euro l’anno; la difficoltà nel combattere l’evasione è legata all’indebolimento giuridico degli studi di settore dal 2007 in avanti, e (al) deficit di conoscenza e di trasparenza che caratterizza l’approccio all’evasione.
Questa accusa mette in evidenza che manca una vera volontà politica per la lotta all’evasione e questo lo abbiamo sospettato e d è stato confermato da Berlusconi stesso anni fa.

Negli anni passati le cartolizzazioni hanno mostrato di non essere gestite in modo produttivo: “ a fronte di un portafogli di 129 miliardi, avevano fruttato ricavi per 57,8 miliardi con un supporto ricavi/cessioni del 44,7%.” sembrano quindi “regali di Stato” più che smobilizzazioni dei crediti.

Il Procuratore insiste poi sulla necessità di incentivare l’efficienza della P.A., passando al sistema meritocratico e evitando la distribuzione a pioggia di determinate retribuzioni accessorie. Ma questo comporta anche sanzioni in caso di inadeguatezza dei servizi, in primo luogo, nei confronti dei dirigenti.

Pasqualucci sottolinea l’effetto “molto positivo” dovuto al riordino degli organismi collegiali, per accorpamenti o soppressioni, con una riduzione da n. 495 a n. 396, e , nel triennio 2005-2007, le percentuali di risparmio ottenute sono state superiori a quelle previste “ I risparmi di spesa, infatti,previsti nella misura del 14,76% per l’anno 2006 e del 30% per il 2007, sono risultati del 31% per il 2006 e del 45% per il 2007
. Questo indica che se si vuole risparmiare si può!

Purtroppo il Procuratore segnala anche come i provvedimenti già previsti di “potatura” degli Enti Pubblici non economici con dotazione organica inferiore alle 50 Unità siano rimasti disattesi e come resti altresì, in tutta la sua gravità il problema delle Società a partecipazione pubblica che negli ultimi anni ha continuato a sviluppare, in particolare a livello locale.
In base ai dati riferiti al 2006 - ci informa - il complesso di tali società ammontava ad un totale di 5128. Secondo un’analisi statistica di Unioncamere, nel 2008 tale numero è rimasto invariato per quanto riguarda i Comuni, mentre è aumentato di circa 4 punti percentuali con riferimento alle Province ed alle Regioni. Il numero di consiglieri di amministrazione nominati in dette società supera le 23.000 unità e poco più di 13.500 sono i componenti dei relativi collegi sindacali.”. e noi ricordiamo che questi troppo spesso sono sedie occupate solo per merito politico.

La Banca d’Italia, nel suo recentissimo bollettino economico, fornisce le informazioni di base che ritroviamo anche nel DPEF approvato dal Governo.

La situazione degli ultimi mesi, sembra indicare una fermata della decrescita (non una ripresa però). La caduta della produzione industriale si è arrestata in primavera; la lieve ripresa segnata in aprile non è stata confermata dai mesi successivi che indicano una situazione stazionaria. I sondaggi d'opinione presso le imprese e le famiglie disegnano anch'essi per giugno un quadro di minore pessimismo (ma non di ottimismo). Invece i dati sulle forze di lavoro e sulle ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni, aggiornati rispettivamente a marzo e a giugno, mostrano un preoccupante deterioramento.

Secondo Bankitalia i consumi delle famiglie non danno segno di ripresa, riflesso dell'incertezza sulle prospettive occupazionali; e, quel che è peggio vi è una forte contrazione degli investimenti, frenati dal basso utilizzo della capacità produttiva. Il PIL è stimato ancora in riduzione (- 0,6% sul trimestre precedente) e questo porta alla stima del -5,2% a fine anno.

E Tremonti come già detto recepisce tutte le previsioni di Bankitalia. Lasciano invece un poco perplessi altre sue affermazioni.
Afferma di aver stanziato contro la crisi, al netto degli interventi a favore del settore bancario “risorse lorde pari a circa 27,3 miliardi per il quadriennio 2008-2011 (2,7 miliardi nel 2008, 11,4 nel 2009, 7,5 nel 2010 e 5,8 nel 2011), corrispondenti all'1,8 per cento del Pil.” si può dire che in effetti ben poco si è visto per ora se la Marcegaglia ha continuato a battere la richiesta di “soldi veri”. Anche per le infrastrutture i 16 miliardi di finanziamenti annunciati sembrano certamente insufficienti a coprire il fabbisogno reale per il rilancio visto il gap che ci separa dagli altri paesi dell’Europa.

Tremonti afferma che le misure anti-crisi adottate a partire dal 2008 hanno avuto un impatto positivo di mezzo punto sul PIL del 2009 (per fortuna altrimenti dove saremmo andati?) e continueranno ad averlo anche nei prossimi anni (+0,4 e +0,3% nel 2010-2011).

Il DPEF stima effetti positivi anche sull'occupazione con un effetto più pronunciato di 0,3% della crescita rispetto allo scenario di base nel prossimo biennio, ben poca cosa rispetto ai problemi di disoccupazione e cassa integrazione che si rilevano da altre fonti.
Non so se sia credibile che le misure adottate nel documento, possano, come afferma Tremonti, “aumentare la fiducia tra gli operatori e ridurre l'incertezza, nonché ad aumentare l'efficienza del sistema”.

E Berlusconi rincara la dose di puro ottimismo affermando “la stabilita dei conti pubblici e del bilancio, obiettivo che siamo riusciti assolutamente a raggiungere, la coesione sociale, avevamo messo da parte 34 miliardi di aiuti per chi, causa della crisi, dovesse raggiungere una situazione di difficoltà, anche questo funzionato benissimo”.
Che sia migliorata la coesione sociale ho sinceramente qualche dubbio, se permane un pessimismo insistente in imprenditori e famiglie. Per quanto riguarda la “stabilità dei conti pubblici”, non la si coglie leggendo le tabelle del DPEF, mentre si leggono risparmi all’osso, senza interventi che portino ad una soluzione.
La stabilità è apparente e la si pagherà nel futuro a causa della mancanza di innovazione, di recupero di efficienza della Pubblica Amministrazione e la cancellazione degli enti inutili, l’unica via possibile da percorrere per ridurre la spesa pubblica, ma difficile da percorrere se non si vogliono disattendere le promesse clientelari.

In questa tabella , estratta dal DPEF, si vede come due dei fattori di “stabilità” del bilancio, l’indebitamento netto e l’avanzo primario, siano particolarmente negativi per il 2009 e il 2010. Il futuro non si comprende come possano migliorare.

Un bell’esempio di quanto la politica sia incapace di affrontare i problemi economici reali lo troviamo nel Rapporto SVIMEZ appena pubblicato (vedi in “Documenti”). In questo si legge come il sud d’Italia, malgrado le continue iniezioni di capitali avvenute dalla fine della seconda guerra mondiale, non riesca ad avvicinarsi al Centro Nord, anzi il divario cresce in continuazione e dal rapporto attuale la situazione appare disastrosa.
Tutti i problemi sono sicuramente riconducibili alla sua classe politica che ha sempre sprecato le risorse economiche disponibili in spese dubbie e spesso inutili. A questa tipologia sicuramente appartiene il megaprogetto del “Ponte sullo stretto di Messina”.

C’è però da dire che la classe politica meridionale ha un forte peso anche nella vita dei partiti di qualunque collocazione ad esclusione della Lega Nord. Non possaimo non ricordare che questo discutibilissimo partito raccoglie i voti della ex DC proprio indotti dalla gestione “sudista” di questo partito a sfavore delle crescenti esigenze della “Padania”.

Ma se le cose stanno così, è necessario fare il tifo per Grillo per uscirne?

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