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Dopo Viareggio I disastri si susseguono a ritmo incalzante! E per ultimo arrivò… Ci sarà mai un ultimo? Difficile perché nessuno si oppone realmente agli incidenti Di Il Nibbio
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Il disastro di Viareggio ha sconvolto l’opinione pubblica, forse perché la stampa ha dato grande rilievo ai morti, giustamente, ma anche perché non aveva altre cose da dire, visto che non può parlare liberamente di cose altrettanto gravi e, come avvenuto negli anni ’50, Bartali non più vincere il Giro d’Italia, per nascondere notizie che possano destabilizzare il potere. I morti di Viareggio, come quelli dell’Aquila, come tantissime altre morti, sono veri omicidi di Stato, intendendo con Stato, non solo i Governi consenzienti, ma anche l’estabishiliment della finanza e dell’economia che alla fine supportano attivamente la politica e pretendono che essa non interferisca troppo con la loro attività e… i politici ubbidiscono di buon grado! Ecco perché ci troviamo nella merda! Il disastro di Viareggio è, per le ferrovie, un disastro annunciato. Innumerevoli sono stati i segnali, ben 10 deragliamenti negli ultimi 6 mesi, quando la media negli ultimi 4 anni è di 8,25 all’anno; a questi si devono aggiungere tutti i malfunzionamenti e guasti che coinvolgono giornalmente troppi convogli e la rete; i pendolari ne sanno qualcosa, ma non solo: è stata investita perfino la modernissima e appena inaugurata “Freccia Rossa” che dovrebbe essere il fior all’occhiello di Trenitalia. Molte sono le voci che da tempo urlano contro i “risparmi” che vengono fatti nelle ferrovie, ma gli interessi fanno dire “tutto va bene”, purtroppo è evidente che non c’è nulla che va bene: il costo dei trasporti ferroviari non è concorrenziale con nessun altro mezzo, è pessimo e perfino insicuro per viaggiatori e merci e purtroppo oggi scopriamo anche per chi abita o si trova per caso vicino alla ferrovia. Ma soffermarsi sul disastro di Viareggio è sbagliato, troppi sono altri disastri, che ogni giorno avvengono e che spesso, per una sorta di buona stella, non vengono iscritti nel “Guinness dei primati”. Nel comparto ambientatale i disastri sono continui, se il terremoto dell’Aquila ha fatto giustamente scalpore per l’assurdità dei morti, non possiamo dimenticare i ponti che crollano, come quello di Piacenza, gli smottamenti continui in tutta Italia; subito vengono in mente la serie di frane che hanno isolato la Calabria e che non sono un fatto isolato. Le cause? Evidentemente molteplici, ogni “disastro” ha le sue, ma tutti hanno alcune caratteristiche in comune: l’aver edificato dove non si doveva, o non aver fatto i controlli necessari, o aver risparmiato per lucrare e fare un’offerta minima. Per tutti questi casi la caratteristica comune è l’esosità degli operatori e la scarsa attenzione, magari voluta, di chi deve controllare. Non possimo dimenticare le mafie che ci mettono lo zampino con il cemento depotenziato, con le progettazioni insufficienti e con le esecuzioni lacunose fatte da imprese “raccomandate”. Come giustamente ricorda Furio Pasqualucci, procuratore generale presso la Corte dei Conti , la corruzione nella Pubblica amministrazione è un fenomeno “perdurante”. È evidente che la stragrande maggioranza degli incidenti di questo tipo è dovuto alla mancanza di cautele, colpose o, più spesso, colpevoli. Ma quelli di cui abbiamo parlato sono alla fine incidenti disastrosi, ma limitati, anche se fanno colpo per la dinamica e per in numero di morti in un solo incidente. I veri incidenti distruttivi, quelli che fanno più morti della prima guerra mondiale, sono quelli stradali e quelli sul lavoro percè sono uno stillicidio giornaliero. Anche qui si fa poco o nulla. Si fa una propaganda sull’eccessivo uso di alcol e di droga per gli incidenti del “sabato sera”, giusto questo, peccato che la maggior parte dei morti non sia legato a questo tipo di incidenti, ma essenzialmente all’eccesso di velocità e al mancato rispetto della segnaletica e non al “sabato sera”! Ovviamente la prima causa è l’incapacità dei conduttori dei mezzi di valutare il pericolo e, come contro medaglia, l’assoluta carenza di controllo sulla strada da parte delle forze pubbliche. In autostrada, dove sono stati adottati i sistemi “totem”, per il controllo automatico della velocità, gli incidenti si sono drasticamente ridotti e la mortalità è diminuita in modo incredibile! Ma tra gli altri problemi troviamo: infrastrutture troppo vecchie e insufficienti; quelle nuove spesso sono mal progettate per interferenze politiche sopra accennate, segnaletica mal fatta che crea difficoltà in chi guida e quindi rischio di incidente. A questo si aggiunge un’altra assurdità: troppe merci su gomma. Qui la responsabilità delle imprese e della politica è evidente; non è possibile che il trasporto da Bari a Milano di merci sia conveneniente su gomma! Da una parte abbiamo un servizio ferroviario costoso e poco efficiente, dall’altra un accordo Confindustria – Trasportatori, che fissa tariffe per il trasporto su gomma assolutamente insufficienti a retribuire tutti i fattori produttivi. A questo punto dove si tagliano i costi? Riducendo le manutenzioni dei mezzi e schiavizzando gli autisti che vengono sottoposti a turni massacranti, senza i riposi obbligatori fissati dalla legge, come ci dice un’indagine fatta da Report . E come fanno a reggere gli schiavi-autisti? Si drogano! Che bello…e i controlli dove sono? Perché si permettono tariffe non remunerative? La concorrenza va bene solo quando a guadagnare sono i capitalisti? Ma di disastro in disastro si arriva alle morti bianche, quelle sul lavoro: troppe! Se l’INAIL ci dice che sono in diminuzione, non possiamo certo gioire. Nella stragrande maggioranza dei casi non si tratta di fatalità, ma di cattiva manutenzione, di mancanza di preparazione antinfortunistica, ovviamente, di conseguenza, la scarsità dei controlli. Come mai dopo l’ottava ora di lavoro il numero degli incidenti “fortuiti” si incrementa esageratamente? Non c’è un limite allo straordinario? Perché lo si aggira facilmente? Perché ancora una volta si devono considerare i lavoratori carne da macello che può essere super sfruttata? 7 ore di lavoro dovrebbero essere il massimo, perché, se si và oltre, l’attenzione si riduce a zero, ma pessimi “ragionieri”, che guidano le imprese, vendono solo le partite contabili; se si sfrutta di più il lavoro si guadagna di più. Questo non è vero nel lungo periodo, ma loro guardano solo il saldo del bilancio”corrente”. Fino ad ora ho indicato tra le cause dei disastri: l’esosità delle imprese, la mancanza di controlli sulla sicurezza, sulla correttezza dei comportamenti e di corretti investimenti da parte dello Stato. Ora viene l’ora della Finanza. Sembrerebbe non avere alcuna responsabilità, ma non è così. Infatti una domanda mi frulla in testa: perché le banche per fornire crediti alle aziende chiedono il bilancio per avere sicurezza finanziaria e non indagano anche sulla sicurezza del lavoro, nei settori a rischio? Perché si guarda tanto alla “trimestrale” e non alla strategia di lungo periodo? Il sistema della “trimestrale” porta i responsabili aziendali a tirare sugli investimenti che non producono immediatamente reddito, primo tra tutte la sicurezza, e si fidano della statistiche che non sanno leggere. Se ci dice che un incidente ha probabilità di verificarsi solo di uno su diecimila, un ignorante può pensare che passeranno 10.000 giorni prima che l’incidenti si verifichi, ma non è così l’incidente si può verificare anche il primo giorno e poi verificarsi ancora il giorno successivo. Purtroppo politici, imprenditori e finanzieri sono troppo spesso grandi ignoranti in fatto di statistica e a pagare sono i tanti morti che potrebbero non morire. Argomenti: #ambiente , #attualità , #disastro , #est asiatico , #frane , #incidenti , #infrastrutture , #opinione , #prevenzione , #sicurezza , #sicurezza stradale Leggi tutti gli articoli di Il Nibbio (n° articoli 83) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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