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Camera dei deputati - Dal resoconto stenografico

Karl Zeller (Sudtiroler Volkspartei)- Dichiarazioni di voto finale

Conversione in legge del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, recante provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali



Signor Presidente, onorevoli colleghi, pur apprezzando lo sforzo del Governo di varare misure a sostegno delle imprese e delle famiglie, impegno certamente non facile per la ristrettezza dei fondi a disposizione, riteniamo che il decreto-legge in esame presenti misure inadeguate e poco incisive. Oltre a contenere incentivi insufficienti per le imprese piccole e medie, li grava di ulteriori spese e oneri burocratici invece di renderli più agevoli. Mi riferisco in particolare all'introduzione della stretta sulle compensazioni IVA e all'obbligo di certificazione da parte di un professionista.
L'innalzamento dell'età pensionabile per le donne andava inoltre accompagnato da concrete misure in favore delle lavoratrici madri, di cui, nel provvedimento, inspiegabilmente non si trova traccia.

Giudichiamo inoltre profondamente lesiva delle prerogative costituzionali delle autonomie speciali la costituzione di un fondo nazionale di almeno 300 milioni di euro per attività sociali di pertinenza regionale, decurtando con effetto retroattivo, a decorrere dal 2009, l'ammontare dei proventi spettanti alle regioni e alle province autonome. Tale misura è palesemente incostituzionale non solo dal punto di vista formale, ma anche nella sostanza. Il Governo non può non sapere che il sistema di finanziamento delle regioni a statuto speciale e delle province autonome è dettato da norme di rango costituzionale, alle quali non è possibile derogare con legge ordinaria.

Il ricorso a norme retroattive a bilanci fatti è intollerabile ed è un cattivissimo esempio del federalismo fiscale come concepito da questo Governo. Prendiamo atto che il collega Fugatti in extremis e dopo le nostre proteste in Commissione ha inserito l'inciso «compatibilmente con gli statuti di autonomia», ma ciò non toglie la palese contraddittorietà della norma che va certamente cassata dalla Corte costituzionale.

Lo stesso si può dire per la contribuzione forzata al Servizio sanitario nazionale da parte delle province autonome di Trento e di Bolzano e della Valle d'Aosta. È davvero assurdo obbligarci ad alimentare un fondo dal quale ormai da una decina di anni non prendiamo più neanche un centesimo, perché la sanità è completamente autofinanziata.

Il percorso scelto dall'Esecutivo con il ricorso alla questione di fiducia ha poi esautorato, per l'ennesima volta, questo Parlamento. Per queste ragioni, come Minoranze linguistiche, voteremo contro il provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze linguistiche).

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